Umberto De GiovannangeliGiornalista, esperto di Medio Oriente e Islam
Il progetto sembra essere chiaro: l’Iran non solo non lascia ma raddoppia la sua presenza militare in Siria
Quei missili non sono solo una rappresaglia alla "strage della parata militare". I missili
iraniani in Siria sono anche altro. E di più. Sono un messaggio che l'ala dura del regime di
Teheran, quella che fa capo alla Guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah
Ali Khamenei, ha lanciato, e non è una metafora, ai tanti attori che da anni si muovono
sullo scenario insanguinato siriano: dagli alleati, non più tanto stretti, Putin ed Erdogan,
a Israele, Arabia Saudita e ai "piani satanici" americani. Il messaggio è chiaro: l'Iran non
solo non lascia ma raddoppia la sua presenza militare in Siria. A fianco, o meglio sopra
Bashar al-Assad, per riscuotere i dividendi ultramiliardari della ricostruzione. In Siria
quella che funziona e detta legge ormai da anni è la "diplomazia delle armi". L'Iran ha
lanciato missili balistici su un campo di addestramento di militanti islamisti in Siria, vicino
al valico di frontiera con l'Iraq di Abu Kamal....
iraniani in Siria sono anche altro. E di più. Sono un messaggio che l'ala dura del regime di
Teheran, quella che fa capo alla Guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah
Ali Khamenei, ha lanciato, e non è una metafora, ai tanti attori che da anni si muovono
sullo scenario insanguinato siriano: dagli alleati, non più tanto stretti, Putin ed Erdogan,
a Israele, Arabia Saudita e ai "piani satanici" americani. Il messaggio è chiaro: l'Iran non
solo non lascia ma raddoppia la sua presenza militare in Siria. A fianco, o meglio sopra
Bashar al-Assad, per riscuotere i dividendi ultramiliardari della ricostruzione. In Siria
quella che funziona e detta legge ormai da anni è la "diplomazia delle armi". L'Iran ha
lanciato missili balistici su un campo di addestramento di militanti islamisti in Siria, vicino
al valico di frontiera con l'Iraq di Abu Kamal....
L'obiettivo era un gruppo estremista sunnita che ha rivendicato l'attacco nella città di
Ahvaz, quando cinque terroristi avevano sparato alla parata militare di Pasdaran e fatto
25 vittime, compresi 17 civili. L'attacco era stato rivendicato sia dall'Isis che dal gruppo
separatista arabo Al-Ahvaziyah. Al confine fra Siria e Iraq ci sono ancora sacche controllate
dall'Isis e in un primo momento sembrava che il raid fosse rivolto contro lo Stato islamico
ma poi i media di Stato iraniano hanno precisato che era stato colpito un "campo di
addestramento dei responsabili del crimine terroristico ad Ahvaz". Le tv hanno poi mostrato
la base di lancio dei missili "a lungo raggio" a Kermanshah, nell'Ovest del Paese Anche
l'agenzia di stampa Irna parla di ''morti e feriti'' nell'attacco, senza fornire numeri, mentre
spiega che i missili sono stati lanciati da Kermanshah, nell'Iran occidentale. Secondo un
grafico elaborato dall'Iran, i missili avrebbero sorvolato l'Iraq centrale, vicino alla città di
Tikrit, prima di cadere nei pressi della città di Abu Kamal. In un ulteriore comunicato,
i Guardiani della rivoluzione iraniana hanno spiegato che, in base alle prove raccolte
sull'attacco di Ahvaz, i "terroristi" della Siria orientale sono sostenuti e guidati dagli
Stati Uniti in linea con i piani definiti ''satanici'' della Casa Bianca, del regime sionista e
di un potere regionale, riferimento implicito all'Arabia Saudita. Nella nota si legge che il
''pugno di ferro'' dei Pasdaran resta pronto per qualsiasi altra azione compiuta dai nemici
dell'Iran. Per sostenere direttamente il regime di Assad, l'Iran, come Stato, attraverso le
proprie banche, ha investito oltre 4,6 miliardi di dollari, che non includono gli armamenti
scaricati quotidianamente da aerei cargo iraniani all'aeroporto di Damasco, destinanti
principalmente ai Guardiani della Rivoluzione impegnati, assieme agli hezbollah, a fianco
dell'esercito lealista. Non basta. Almeno 50mila pasdaran hanno combattuto in questi
anni in Siria, ricevendo un salario mensile di 300 dollari. Lo Stato iraniano ha pagato loro
anche armi, viaggi e sussistenza. E così è avvenuto anche per i miliziani del Partito di Dio. oltre 600 milioni di dollari all'anno: questo è quanto l'Iran di Khamenei garantisce al Partito di Dio sciita; altri 250 milioni di dollari
finiscono nelle casse di Hamas a Gaza e almeno 200 alle milizie sciite irachene. A ciò si
aggiunge il crescente sostegno, militare e
finanziario, garantito da Teheran agli Houthi, la minoranza sciita in Yemen, e ai gruppi
sciiti in azione nel Bahrain.
Ahvaz, quando cinque terroristi avevano sparato alla parata militare di Pasdaran e fatto
25 vittime, compresi 17 civili. L'attacco era stato rivendicato sia dall'Isis che dal gruppo
separatista arabo Al-Ahvaziyah. Al confine fra Siria e Iraq ci sono ancora sacche controllate
dall'Isis e in un primo momento sembrava che il raid fosse rivolto contro lo Stato islamico
ma poi i media di Stato iraniano hanno precisato che era stato colpito un "campo di
addestramento dei responsabili del crimine terroristico ad Ahvaz". Le tv hanno poi mostrato
la base di lancio dei missili "a lungo raggio" a Kermanshah, nell'Ovest del Paese Anche
l'agenzia di stampa Irna parla di ''morti e feriti'' nell'attacco, senza fornire numeri, mentre
spiega che i missili sono stati lanciati da Kermanshah, nell'Iran occidentale. Secondo un
grafico elaborato dall'Iran, i missili avrebbero sorvolato l'Iraq centrale, vicino alla città di
Tikrit, prima di cadere nei pressi della città di Abu Kamal. In un ulteriore comunicato,
i Guardiani della rivoluzione iraniana hanno spiegato che, in base alle prove raccolte
sull'attacco di Ahvaz, i "terroristi" della Siria orientale sono sostenuti e guidati dagli
Stati Uniti in linea con i piani definiti ''satanici'' della Casa Bianca, del regime sionista e
di un potere regionale, riferimento implicito all'Arabia Saudita. Nella nota si legge che il
''pugno di ferro'' dei Pasdaran resta pronto per qualsiasi altra azione compiuta dai nemici
dell'Iran. Per sostenere direttamente il regime di Assad, l'Iran, come Stato, attraverso le
proprie banche, ha investito oltre 4,6 miliardi di dollari, che non includono gli armamenti
scaricati quotidianamente da aerei cargo iraniani all'aeroporto di Damasco, destinanti
principalmente ai Guardiani della Rivoluzione impegnati, assieme agli hezbollah, a fianco
dell'esercito lealista. Non basta. Almeno 50mila pasdaran hanno combattuto in questi
anni in Siria, ricevendo un salario mensile di 300 dollari. Lo Stato iraniano ha pagato loro
anche armi, viaggi e sussistenza. E così è avvenuto anche per i miliziani del Partito di Dio. oltre 600 milioni di dollari all'anno: questo è quanto l'Iran di Khamenei garantisce al Partito di Dio sciita; altri 250 milioni di dollari
finiscono nelle casse di Hamas a Gaza e almeno 200 alle milizie sciite irachene. A ciò si
aggiunge il crescente sostegno, militare e
finanziario, garantito da Teheran agli Houthi, la minoranza sciita in Yemen, e ai gruppi
sciiti in azione nel Bahrain.
La dura risposta dei Pasdaran arriva neanche una settimana dopo l'intervento
di Donald Trump all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel quale il presidente Usa
era tornato ad attaccare l'Iran, ha affermato che "i "sono pronti a imporre nuove sanzioni
all'Iran che deve rimanere isolato fino a che continuerà a sostenere il terrorismo e finché
le sue aggressioni continueranno". Secondo l'inquilino della Casa Bianca, quello che è al
potere in Iran è un "regime brutale e sanguinario". "I suoi leader saccheggiano risorse del
loro paese per diffondere caos in tutto il Medio Oriente" . A stretto giro di posta, o per
meglio dire di palco, è arrivata la risposta di Hassan Rouhani. Dalla tribuna del Palazzo di
Vetro, il presidente iraniano ha accusato il suo omologo statunitense Donald Trump di
aver tentato di rovesciare il suo governo, mentre chiudeva le porte all'idea di riprendere
i colloqui con Washington dopo il ritiro degli Usa dallo storico accordo nucleare siglato da
Teheran con le potenze mondiali nel 2015. "È ironico che la Casa Bianca non nasconda
nemmeno il suo piano di rovesciare lo stesso governo che invita ai colloqui", ha sostenuto
Rouhani. Accuse e contro accuse infuocate. E la storia del Medio Oriente dice che in
questa tormentata e nevralgica area del mondo, le parole spesso sono seguite dai fatti.
Che "piovono" dal cielo. Come i missili iraniani.
di Donald Trump all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel quale il presidente Usa
era tornato ad attaccare l'Iran, ha affermato che "i "sono pronti a imporre nuove sanzioni
all'Iran che deve rimanere isolato fino a che continuerà a sostenere il terrorismo e finché
le sue aggressioni continueranno". Secondo l'inquilino della Casa Bianca, quello che è al
potere in Iran è un "regime brutale e sanguinario". "I suoi leader saccheggiano risorse del
loro paese per diffondere caos in tutto il Medio Oriente" . A stretto giro di posta, o per
meglio dire di palco, è arrivata la risposta di Hassan Rouhani. Dalla tribuna del Palazzo di
Vetro, il presidente iraniano ha accusato il suo omologo statunitense Donald Trump di
aver tentato di rovesciare il suo governo, mentre chiudeva le porte all'idea di riprendere
i colloqui con Washington dopo il ritiro degli Usa dallo storico accordo nucleare siglato da
Teheran con le potenze mondiali nel 2015. "È ironico che la Casa Bianca non nasconda
nemmeno il suo piano di rovesciare lo stesso governo che invita ai colloqui", ha sostenuto
Rouhani. Accuse e contro accuse infuocate. E la storia del Medio Oriente dice che in
questa tormentata e nevralgica area del mondo, le parole spesso sono seguite dai fatti.
Che "piovono" dal cielo. Come i missili iraniani.
- Umberto De GiovannangeliGiornalista, esperto di Medio Oriente e Islam
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