blog di Maurizio Blondet 25.10.2018
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PS: Assolutamente da leggere quello che TV, Tg, giornalisti... si sono "ben guardati" da spiegare a noi cittadini.
umberto marabese
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Da Ciociaria Oggi:
“…Ieri mattina davanti a quel sito dismesso che doveva essere riqualificato da anni c’erano il padre e la madre della giovane Desiree. Il padre ha ottenuto il permesso di lasciare gli arresti domiciliari per recarsi a Roma a vedere il corpo della 16enne trovata morta a San Lorenzo. Arresti domiciliari disposti dopo una denuncia di stalking da parte della donna – da cui è separato da anni – e dalla stessa figlia che ad agosto aveva sporto una denuncia per aver ricevuto qualche sberla.
Desiree ad agosto si era nuovamente allontanata da casa e la madre aveva chiesto aiuto al padre che però aveva un ordine di non avvicinarla. Lui, incurante del rischio di una nuova denuncia, l’ha cercata, l’ha trovata, l’ha riportata a casa.
Lei lo ha denunciato e l’autorità giudiziaria ha imposto i domiciliari. Qualche ora prima della tragedia quello stesso padre era di fronte ad un giudice per chiedere la revoca della misura – con il parere concorde anche della madre di Desiree – che però il giudice non si è sentito di annullare”...
Desirée a 16 anni uccisa da stupratori e spacciatori senegalesi in una maceria abbandonata al degrado dal padrone, nel cuore della capitale. Adesso, a credere ai media, la mamma dice: lei non si è mai drogata, certo negli ultimi tempi era cambiata. Aveva deciso di iscriversi al liceo artistico… L’ultima telefonata alla nonna: “Ho perso l’autobus, resto a Roma a dormire da una amica”. Ma tanti l’avevano vista in quella zona piena di piscio e di ciarpame dove s’è fatta ammazzare dai negri.
Povera Desirée a cui in famiglia nessuno ha detto dei “No” . anzi, il solo che glieli ha detti, il padre, non ha alcuna autorità, è condannato per stalking, è stato denunciato dalla moglie; e quando l’ha riportata a casa, s’è beccato una denuncia anche da lei: la figlia sedicenne. Perché nessuno deve limitare la sua “libertà”, le sue “libere scelte”.
Tremendo scoprire come si descriveva lei, la povera sciocchina divorata dal nulla, su Facebook, sotto le immancabili foto in cui tutte le ragazzine come lei si propongono come seduttrici da pornovideo:
“Nata principessa, cresciuta guerriera, un angelo bianco con l’anima nera”.
Nelle fantasie narcisiste, puberali, “l’anima nera”. Ovviamente in giro non un prete, non una maestra o professoressa, una parente cui si potesse confidare di questa “anima nera”. Non dico che è colpa della famiglia, al contrario: la famiglia stessa è una maceria e un degrado – ma è stata resa così. Dall’ideologia dominante e totale, un miscuglio di permissivismo e di “libertà”, ormai terza o quarta generazione di uomo-massa (per il quale vivere è essere quello che già si è), a cui né uno Stato né una religione, né una società, un vicinato con la sua santa pressione sociale, imprimono un qualunque obbligo, una direzione a migliorarsi, a studiare, a formarsi un carattere, a esercitare disciplinatamente l’intelligenza e la volontà – cose che si devono imparare – a riempire il vuoto spaventoso di scopi e di traguardi che è invincibile nell’adolescenza. Perché “una vita senza impegni è più negativa della morte”, ma questo non è qualcosa che – salvo eccezioni di personalità straordinarie – un singolo possa darsi da sé: è qualcosa che viene dal “comando”, dal comando politico: “comandare infatti vuol dire assegnare un compito alle persone, metterle sul loro cardine, impedire la loro dissipazione”.
E’ ormai passato un secolo da quando si è scritto: “In questi assistiamo al gigantesco spettacolo d’innumerevoli vite umane che camminano smarrite nel labirinto di se stesse, per non avere nulla a cui rivolgersi. Tutti gli imperativi, tutti gli ordini sono rimasti sospesi. Sembrerebbe la situazione ideale: una volta che ciascuna vita rimane nell’assoluta libertà di fare ciò che le aggrada, di attendere a se stessa. Ma il risultato è stato l’inverso: abbandonata a se stessa, ciascuna vita rimane priva di se stessa, vuota, inattiva. E dato che deve pur riempirsi di qualcosa, s’inventa frivolamente una propria esperienza, si dedica a false occupazioni” – o s’immagina “nata principessa, cresciuta guerriera”, forte e seduttrice “angelo bianco con l’anima nera”.
I neri, quelli veri, che guai a non “accoglierli”, l’hanno ben misurata ed abbrancata, una sciocchina che si mette in pericolo senza saperlo, bambina già guasta ma ingenua.
Parabola del nostro degrado collettivo, il quartiere di San Lorenzo: una maceria abbandonata, appartenente al fratello dell’ex sindaco Veltroni, ma non costruita perché – ammettiamolo – è ormai conveniente costruire un condominio lì? Dopo che Mario Monti ha stroncato il settore edilizio e i consumi interni, non ci sono lì più lavoratori, le botteghe artigiane sono state sostituite da spacciatori, occupanti, zoologia da centri sociali : e la chiamiamo “la movida studentesca”, – ma quali studenti incanagliti la animano?
Su Tripadvisor, i giudizi sul quartiere San Lorenzo:
Attraverso questo quartiere quasi tutti i giorni per andare all’Università. Negli anni ho cercato di esplorarlo il più possibile per trovare qualcosa di carino che mi portasse ad apprezzarlo un po’di più rispetto alla prima negativa impressione che mi ha fatto. Purtroppo, ho trovato ben poco. Il quartiere è piuttosto malfamato e purtroppo la realtà delle cose conferma i racconti e le dicerie. Oltre ad essere pericoloso, soprattutto di notte, è anche terribilmente sporco. La puzza di urina e di spazzatura a volte è davvero insopportabile, soprattutto durante l’estate. Qui e lì ci sono degli angoli carini, negozietti interessanti e belle opere di urban art. Ma si tratta di minuscole oasi in un deserto di degrado. Sono sicura che ci sono persone che apprezzano questo tipo di atmosfera e che considerano questo un luogo da mantenere esattamente così com’é. Ben venga, sicuramente avranno le loro ottime ragioni. Tuttavia, sinceramente non vedo l’ora di terminare gli studi, così non dovrò più mettere piede in questo orribile quartiere.
A San Lorenzo trovate bar e ristoranti aperti fino a tardi, ma attenzione che come spesso accade nelle zone universitarie si riempie di ubriachi ben e mal intenzionati
Un intero quartiere (di lunga storia) trasformato in un centro della movida notturna romana. Ristoranti, bar, piano-bar, teatrini, ecc. ecc. Non manca nulla e la scelta è notevole. Poveri residenti. Primo esempio di quartiere sotto ZTL
Una decina di anni fa era il ritrovo preferito di noi giovani studenti o lavoratori per passare una bella serata all’aperto, sia d’estate che d’inverno. Adesso…che amarezza, che degrado, che scempio. Spacciatori ad ogni angolo, gente ubriaca, nessun controllo, sporcizia ovunque. Infrequentabile, invivibile. Un vero peccato!
Ci sono delle cose interessanti nel quartiere, locali particolari ma…a distanza di anni ho trovato un degrado tale che mi meraviglio che si possa vivere in una realtà del genere. Tra caos di auto parcheggiate alla rinfusa, strade sporchissime, lezzo di urina sui marciapiedi, be…ripartire è stata una liberazione. Peccato”
Naturalmente ci sono numerosi, quelli che invece lo trovano “un ottimo quartiere”, un “quartiere giovane”, antifascista e di sinistra. E sono i commenti più allarmanti, sapere che c’è gente che trova ottimo il puzzo di orina e “gli zombi” drogati, il rumore insopportabile a tarda notte, la gente pericolosa. Che si trova a suo agio nel degrado e decadenza. E’ l’incanaglimento di una parte della società italiana, “liberata”, che quando muore lì violentata una bambina, se la prendono con ministro degli Interni venuto “per fare propaganda”.
Sono gli stessi che accoglono i negri. E li “integrano”, eccome, nel puzzo della rumenta mai raccolta, e nel ciarpame e nel piscio. Un livello di civiltà superiore, non c’è che dire.
Tutta una serie di macerie, di rottami, di avanzi. I detriti di una magistratura che non vede e non opera davvero contro i negri più pericolosi, è anch’essa il detrito di una “giustizia” degradata che assolve i criminali purché immigrati, e “esita” ad annullare i domiciliari a questo padre che ha perso ogni autorità, ma che forse sapeva dove andare a cercare la sua piccola guerriera nata principessa e, con l’anima nera. Come minimo, i negri clandestini senza permesso di soggiorno, pluri – pregiudicati, regolarmente rilasciati, dovrebbero essere sottratti a questa magistratura, e affidato a corti marziali – giustizia militare, processo sommario e pena di morte. Sarebbe la presa d’atto che la loro “immigrazione” è un atto di guerra – ibrida, naturalmente. Ma per questo, bisogna che esista un “comando”, e che sia almeno vagamente accettato come legittimo da tutta una popolazione. Siamo ormai al disotto di questa possibilità, siamo scesi troppo in basso in incanaglimento collettivo?
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