Ciò che non aveva ancora fatto Obama, alla fine lo fa Trump (o chi lo guida): fornire alle forze armate di Kiev moderne tecnologie militari “letali”, ossia d’attacco. Fra l’altro, il carico conterrà 210 missili anticarro, probabilmente “Javelin”, come chiesto con insistenza dall regime di Kiev, una consegna a cui finora gli Usa avevano nicchiato. Tale fornitura darà alla junta e alla sua milizia la superiorità tattica nel Donbass – un’escalation fatale nel conflitto ucraino. Washington venderà questi armamenti alla sua creatura per 47 milioni di dollari (39,6 di euro). Il lato comico è che a pagare sarà la UE, ossia tutti noi contribuenti: infatti, scrive il Deutsche Wirtschaft Nachrichten “ l’Ucraina è in bancarotta a causa della massiccia corruzione e viene tenuta a galla dai prestiti dell’UE”....
Gli armamenti “ dovranno aiutare l’Ucraina a difendere la sua sovranità e integrità territoriale e respingere le future aggressioni”, ha detto il Dipartimento di Stato americano venerdì a Washington.L’attrezzatura era “natura puramente difensiva”.Tuttavia, gli Stati Uniti rimangono impegnati al piano di pace di Minsk, ha detto la portavoce Heather Nauert.
Sì, infatti. Il senatore Tom Cotton (R. Arkansas), che con McCain ha fortemente premuto da anni per dare agli ucraini la superiorità militare fornendo loro questi missili anticaro – ha esultato pubblicamente: “E’ una rottura dalla fallimentare politica di Obama di “far pagare un prezzo” alla Russia per la sua aggressione. Con questa decisione, l’amministrazione Trump ricorda a Putin e ai suoi complici che loro hanno perso la guerra fredda, e noi non tolleriamo il loro bullismo contro la nostra amica Ucraina”.
Questo è il linguaggio che corre oggi nei vertici americani. Un linguaggio di ostilità assoluta. Lo stesso che contro la Russia ha adottato la cosiddetta “strategia di Sicurezza Nazionale” emanata dalla Casa Bianca una settimana fa. Putin l’ha commentata definendola “aggressiva” e “decisamente offensiva”. Due giorni prima, Putin aveva ricordato che la Russia “ha il diritto di difendersi” contro l’ammasso di forze NATO ai suoi confini, accennando al fatto (allusivo) che “al momento, le forze strategiche nucleari della Russia sono un sufficiente dissuasore di questo crescente dispiegamento, ma bisogna svilupparlo ulteriormente: e non parla di sistemi missilistici in grado di contrastare gli attuali ma anche i futuri ABM (missili anti-balistici)”.
Adesso, come prima reazione, il Cremlino ha definito “un passo irresponsabile” la decisione di inviare i missili anticarro. Aleksey Pushkov, membro della Commissione Difesa del Senato, ha avvertito che gli Usa rischiano di trovarsi coinvolti in scontri diretti coi ribelli, perché la consegna dei nuovi armamenti richiederà l’addestramento americano delle truppe ucraine in linea, e gli addestratori possono essere presi di mira da una provocazione ucraina”.
Ma forse è quello che vogliono. Gli stati Uniti hanno sempre cominciato una guerra con un false flag che li fa’ sembrare vittime e provocati. Il 19 dicembre scorso, l’ex senatore e candidato presidenziale Ron Paul ha lanciato un disperato appello: qualcuno “abbatterà un aereo” o qualcosa del genere per farci entrare in guerra – lui dice con la Corea del Nord. Ma è il caso di guardare altrove: l’Europa, naturalmente.
Provocazioni alla Bielorussia
Il quotidiano tedesco Bild, e il tabloid britannico Sun, sono usciti con lo stesso articolo e con lo stesso titolo, suggerito da “fonti anonime” atlantiche:
The Sun: “La Russia ha segretamente simulato una completa invasione dell’Europa con bombardamenti aerei sulla Germania durante le esercitazioni militari di Putin”.
Bild: “Putin Zapad 17 ha simulato una guerra contro la NATO – fonti d’intelligence rivelano: nelle esercitazioni di settembre su larga scala in Russia sono stati provati la conquista degli stati baltici, i bombardamenti sulla Germania e su altri membri NATO, così come attacchi contro paesi neutrali”.
I due articoli (entrambi “esclusivi”) esibiscono la stessa infografica che “dimostrerebbe” l’invasione russa:
Il punto allarmante è l’elenco degli Stati che Putin si prepara a conquistare secondo questo demenziale irresponsabile articolo di fonte NATO: Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania – ma non basta: anche la Bielorussia.
Ma come? La Bielorussia è alleata a Mosca. Fanno manovre militari congiunte. Sì, ma Bild “immagina” una rivoluzione colorata in Bielorussia, che sarebbe vista da Putin (sempre lui) come un complotto della NATO contro il suo potere, e ordinerà l’invasione del vicino è per frenare la marcia della libertà e della democrazia – sicché la NATO si prepara a salvare dalla Russia l’alleato della Russia.
Ora, chi ha visto le rivoluzioni colorate e chi le ha gestite negli altri paesi dalla Serbia alla Georgia all’Ucraina, non prenderà sottogamba questa “immaginazione” e segnerà la Bielorussia come il teatro di un possibile casus belli contro Mosca.
Cercano la rivincita in Siria?
In ogni caso, troppi segni indicano che, dopo alcune settimane in cui pareva che la superpotenza e il suo suggeritore sionista accettassero la loro sconfitta strategica in Siria, adesso si montano in piena voglia di rivincita; vogliono rilanciare la posta, allargando il conflitto su più fronti, nella convinzione che né la Russia né i suoi alleati i iraniani ed Hezbollah, abbiano la forza di affrontare davvero la minaccia di una guerra (non si dimentichi: l’economia russa è un decimo di quella americana). I segnali più allarmanti riguardano la Siria: il deliberato sabotaggio per far fallire i negoziati di Ginevra, mediati da Mosca. Chiaramente su istigazione occidentale, la cosiddetta “opposizione” siriana ricomincia a pretendere le dimissioni di Assad benché, prima, tutte le parti avessero concordato che non sarebbero state poste condizioni preliminari ai negoziati. Il fatto che inaspettatamente anche Macron, di nuovo, si sia messo a chiedere la testa di Assad, indica una regia bellicista che cerca di alzare la posta, spingendo la Russia o alla guerra (mondiale) o al ritiro umiliante. E’ in questo quadro che Alexander Orlov, un ex diplomatico russo, interpreta per esempio l’annuncio a sorpresa di Putin del ritiro dei suoi militari dalla Siria. “Mentre Putin tenta di ritirarsi dal conflitto siriano il più rapidamente possibile, il compito dell’Occidente è contrario: trascinare Mosca negli affari del Medio Oriente, Siria, Egitto, Libia e Sudan”, impantanarla in un nuovo conflitto cui stanno preparando i resti di Daesh ed altri mercenari sunniti. Ma di questo, in un prossimo articolo.
Per ora, torniamo alle armi anticarro che gli Usa daranno a Kiev per ricontinuare e vincere la guerra del Donbass. Cosa dice la UE? Dopotutto, è una provocazione di cui rischia di fare le spese. Comunicato del governo federale: “La cancelliera Angela Merkel ha telefonato venerdì al presidente ucraino Petro Poroshenko. Il punto centrale della discussione è stata l’attuazione degli accordi di Misnk per una risoluzione pacifica del conflitto. La Cancelliera e il presidente ucraino hanno accolto con favore il fatto che l’accordo di cessate il fuoco sancito nel pacchetto di misure 2015 di Minsk sia stato riaffermato in occasione dell’imminente Natale, ha detto il governo tedesco la sera.Merkel e Poroshenko hanno convenuto che questo accordo dovrebbe portare a una rassicurazione a lungo termine della situazione della sicurezza”.
La Merkel non ha commentato la possibile vendita [ americana] delle armi.
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