Il titolare del Viminale diserta il Cdm: «Le regole stabilite devono essere rispettate». Critica l’area cattolica del Pd. Cresce la tensione nell’esecutivo. Renzi per la linea dura.
Lo scontro nel governo sull’immigrazione deflagra nel pomeriggio di ieri, quando il titolare dell’Interno Marco Minniti non si presenta a Palazzo Chigi per la riunione del Consiglio dei ministri.
Salta dunque il chiarimento con il collega dei Trasporti Graziano Delrio, fortemente voluto dal premier Gentiloni. Per tutto il pomeriggio si rincorrono voci di dimissioni di Minniti,
che non accetta deroghe al codice di condotta per le Ong emanato dal Viminale: chi non
ha firmato non dovrebbe accedere ai porti italiani con le navi cariche di migranti. Ma i
porti e la Guardia costiera li gestisce Delrio, convinto che, in ogni caso, non si possa
negare l’attracco....
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Se il Colle si sostituisce a Gentiloni
La crisi istituzionale che ha investito ieri il governo, arrivando a far traballare la
poltrona del ministro dell’Interno, sembra rientrata solo grazie all’intervento diretto
del capo dello
Stato. Secondo la Costituzione (articolo 95), spetta al presidente del Consiglio
mantenere l’unità di indirizzo politico del governo, coordinando l’attività dei ministri.
Ora era evidente da giorni che, sulla materia del contrasto all’immigrazione clandestina,
la cacofonia nell’esecutivo aveva raggiunto livelli di guardia.
Ma lo sforzo di persuasione di Gentiloni con quei ministri più propensi ad ascoltare il
grido di dolore delle Ong, non era stato sufficiente ad evitare l’isolamento e la
conseguente minaccia di dimissioni del titolare del Viminale...
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