Sono sorti su territorio ucraino tredici laboratori militari americani dediti allo studio e alla produzione di agenti infettivi, vaiolo, antrace, botulino e non si sa cos’altro. Sulla base di un accordo bilaterale firmato nel 2012, la giunta di Kiev, attraverso il Ministero della Sanità, ha dato questa concessione al Pentagono. Perché i laboratori sono finanziati direttamente dal Pentagono ed occupano solo personale statunitense. La giunta ucraina s’è impegnata a “non interferire” con quel che si fa là dentro.
Gli impianti sorgono: ben quattro a Kiev, tre a Lvov, gli altri a Odessa, Vinnitsia,Uzgorod, Kherson, Ternopil.
Certo non è un caso se la scorsa primavera l’Ucraina ha conosciuto una stranissima fiammata di botulismo, malattia rara, non spiegabile (se non dall’aver mangiato carne in scatola infetta…). Una epidemia che, come si può immaginare, il sistema sanitario ucraino, devastato e corrotto, non è stata in grado di dominare. Gli ospedali non hanno il siero antibotulinico, e non lo hanno dal 2014, da quando Kiev non ha rinnovato la convenzione per produrlo con Mosca. Decine di ucraini sono morti, molti più di quanti ammetta il governo. Migliaia, secondo alcune fonti...
Naturalmente il governo ha attribuito la fiammata alla carne in scatola avariata.
Nel settembre 2016 una infezione intestinale ignota s’è propagata fulmineamente nella città di Izmail. In 24 ore, oltre 400 bambini (apparentemente i più vulnerabili all’infezione) sono stati ricoverati. La fonte della malattia non è mai stata identificata. Nel 2014, è stata la volta della “peste suina africana”, rarissima se non inesistente alle latitudini ucraine, ha cominciato a decimare i maiali. Nel 2015, oltre centomila suini hanno dovuto essere abbattuti per tentare di contenere l’epidemia; il virus può sopravviver nel terreno anche otto mesi. E’ evidente l’utilità di un simile virus come arma biologica: può devastare l’agroeconomia di intere popolazioni. Si è registrata anche un’epidemia di influenza porcina (HIN1) per la quale Kiev ha dovuto acquistare i vaccini da società americane, al costo di 40 milioni di dollari.
Mosca e Teheran hanno levato un allarme (inascoltato) sul fatto che simili laboratori siano stati allestiti dagli Usa non solo in Ucraina, ma in Georgia, Kazakstan, Uzbekistan, Azerbaigian, Armenia. Sono “stoccaggi di agenti patogeni particolarmente pericolosi” fatte a fin di bene, trovare una cura,dice il Pentagono. “Che non è una associazione di beneficenza”, ricorda Igor Nikulin, un esperto che è stato membro della Commissione ONU sulle armi biologiche e chimiche in Irak e Libia.
Secondo gli esperti militari russi e iraniani, la distribuzione dei laboratori bio-militari attraverso il continente eurasiatico permette al Pentagono di raccogliere informazioni sui microrganismi patogeni locali, ciò che è vitale per la creazione di armi biologiche selettive ed altamente efficaci contro russi, iraniani, cinesi.
Violazione della Convenzione di Ginevra ’73
Il motivo per cui il Pentagono ha piazzato tanti laboratori in Ucraina (e presso grandi vie di comunicazione o porti, all’evidente scopo di una rapida evacuazione se le cose andassero male) è che con ciò può aggirare la Convenzione di Ginevra del 1972, che vieta la sperimentazione e sviluppo, la produzione e l’immagazzinamento di armi biologiche e chimiche – che il Senato USA ha ratificato nel 1973.
Dunque Washington viola e infrange una convenzione internazionale in un paese ai confini di Europa e di Germania, candidato all’entrata nella UE. L’Unione Europea e la Germania di Angela Merkel che sono inflessibili con le violazioni di Mosca, che secondo l’accusa ha “occupato la Crimea” cambiando con la forza i confini dell’Ucraina – di fronte a questa violazione americana, insensatamente pericolosa e irresponsabile, non hanno nulla da obiettare. Potrebbe imporre al Pentagono, e al suo personale, le stesse sanzioni che commina alla Russia. Dopotutto, a maggio, la Merkel s’è nominata grande leader dell’Europa unita, quando, urtata da Trump, ha pronunciato la storica frase “Il tempo in cui potevamo fidarci completamente degli altri è finito. Noi europei dobbiamo veramente prendere in mano il nostro destino”.
Dopodiché, non sembra che Mutti abbia espresso ed elaborato le dovute grandi visioni per guidarci nel nostro destino finalmente autonomo. Si attendono istruzioni, meine Fuehrerin. Cominci dai laboratori Usa in Ucraina, magari.---
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