mercoledì 11 marzo 2015

SILVIO ASSOLTO "ORA CHI MI RIPAGA DI TANTO FANGO?"

“Chi mi risarcisce di questi anni, di tutte le sofferenze che ho subito. Del fango e dei danni politici?”.>>...chi risponde...?
umberto marabese
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Processo Ruby, Silvio Berlusconi assolto anche in Cassazione. Soddisfatto, ma amaro: "Chi mi ripaga di tanto fango?". La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione, che diventa definitiva, di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. L'ex premier era imputato di concussione per induzione e prostituzione minorile. Condannato in primo grado a 7 anni, era stato assolto in appello.

Il sollievo. Poi l’amarezza: “Adesso chi mi risarcisce di questi anni? Della sofferenza e dei danni politici che ho subito?”. Poi la speranza: “Adesso voglio vedere come fanno ad accusarmi di corruzione di testimoni se non c’era reato”. Ecco, la notizia dell’assoluzione sul processo Ruby è un’esplosione emotiva. Per tutte le dieci ore di camera di consiglio Silvio Berlusconi teme il peggio. L’umore è plumbeo, teso, perché, si sa, se va per le lunghe la camera di consiglio significa che il verdetto è negativo. Quando esce la notizia dell’assoluzione, è accolta quasi come la fine di incubo.
Il processo più temuto, più infamante - concussione e prostituzione minorile - il processo che più ha “infangato” l’immagine all’estero è finito con l’assoluzione. Proprio perché il processo Ruby è stato tutto questo, la reazione emotiva è un miscuglio di sentimenti ed emozioni. Soddisfazione e rabbia, voglia di rivincita e di risarcimento, gioia e tristezza. “E’ un fatto enorme, si è chiusa l’epoca della persecuzione” gli ripetono i suoi. Gli stessi che erano avvolti da una nube di pessimismo fino a qualche ora prima. Berlusconi ha il sorriso amaro. Perché la liberazione è arrivata, ma fuori tempo massimo: “Chi mi risarcisce di questi anni, di tutte le sofferenze che ho subito. Del fango e dei danni politici?”.....

Perché tutto iniziò da Ruby nel 2010. Da quando, secondo l’ex premier, iniziò la manovra politico-giudiziaria per disarcionarlo da palazzo Chigi, l’attacco concentrico fatto di attacchi giudiziari (Ruby e il processo Mediaset), politici (prima Fini poi Napolitano) ed economici (dal lodo Mondadori allo spread): “Ora – ripete ai suoi – chi mi risarcisce di tutto quello che ho subito?”. È questo il senso delle dichiarazioni di Toti, Gelmini, Bergamini, Prestigiacomo che parla di “processo farsa”.
La fine dell’incubo sancisce il ritorno alla politica, sia pur amaro. Perché, questo è il dato di giornata, anche dopo la fine del Nazareno è arrivata l’assoluzione. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta twitta: “Cav più forte di prima con un grande partito alle spalle”. In parecchi, nel suo partito, avevano scommesso sul collasso giudiziario per aprire una nuova fase politica. Non è sfuggito, ad Arcore, che Denis Verdini proprio nel giorno di Ruby si è contato, facendo uscire il documento dello strappo: “Con il documento di oggi – dice un fedelissimo di Berlusconi – si è proposto a Renzi per un nuovo Nazareno. Ha detto: ecco i miei numeri per un gruppo di nuovi responsabili che rappresenta la polizza a vita della legislatura alla Camera e al Senato”.
Con l’assoluzione cambiano i rapporti di forza, e non poco. E cambia anche in prospettiva. Attorno a Berlusconi i suoi parlano di nuova discesa in campo, con l’ex premier che può tornare a girare l’Italia senza una pesante spada di Damocle che gli pende sulla testa, da uomo libero. Anche le paure sul Ruby ter sembrano essere meno cupe: “Se non c’è stato reato – dice un fedelissimo – come fanno ad esserci testimoni corrotti?”. Nel senso che ora che è definitiva la sentenza che attesta che non c’è stata concussione e prostituzione, perché Berlusconi avrebbe dovuto pagare le testimoni per indurle a testimoniare il falso?
L’intero impianto accusatorio della procura di Milano pare vacillare, visto da Arcore. E comunque, rispetto a qualche giorno Berlusconi si sente restituito alla politico. Sette giorni fa era ai servizi sociali, incombeva la Cassazione su Ruby e il Ruby ter era un incubo. Ora i servizi sociali sono finiti, la Cassazione l’ha assolto e il Ruby ter pare meno pericoloso. Senza Nazareno. L’amarezza, negli sfoghi privati, è molto forte. Ma è altrettanto forte la sensazione che per la prima volta da un anno a questa parte la dimensione politica torna preponderante rispetto a quella giudiziaria.
TUTTE LE TAPPE DEL PROCESSO RUBY
L'inchiesta per cui Silvio Berlusconi è stato giudicato in Cassazione ha preso il via dopo la famosa notte in Questura quando, tra il 27 e il 28 maggio 2010, Karima El Marough, in arte 'Rubacuori', venne fermata per un furto. L'ex Cavaliere, che si trovava a Parigi, telefono' al capo di gabinetto, Pietro Ostuni, spiegandogli che la ragazza gli era stata indicata come nipote del presidente egiziano Mubarak e che sarebbe arrivata Nicole Minetti, all'epoca consigliere regionale della Lombardia, per prenderla in affido. Cosa che avvenne nonostante il pm dei minori Annamaria Fiorillo avesse disposto il suo collocamento in una comunita'. Pochi giorni dopo, pero', la giovane marocchina ricoverata in ospedale a causa di una lite con Michele Conceicao, fini' davvero in una struttura protetta. Da qui l'apertura dell'inchiesta.
Al centro della vicenda i presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali avrebbe partecipato anche la giovane che, non ancora maggiorenne - secondo l'accusa - avrebbe fatto sesso in cambio di denaro e altre utilita' con l'ex capo del Governo. Il quale per evitare che tutto cio' venisse a galla, quando Karima venne fermata, telefono' a Ostuni per ottenere, questa la ricostruzione degli inquirenti, che venisse rilasciata. Il 14 gennaio 2011 i pm, in contemporanea a una raffica di perquisizioni negli appartamenti, concentrati nel residence di via Olgettina, delle ospiti a Villa San Martino, hanno recapitato a Berlusconi un invito a comparire e il 9 febbraio, non essendosi presentato, sulla base di "prove evidenti", hanno chiesto il processo con rito immediato.
Il 15 febbraio il gip Cristina Di Censo lo ha mandato a giudizio per entrambi i reati. Meno di due mesi dopo, il 6 aprile del 2011, e' cominciato il dibattimento e il legale di Ruby ha annunciato che la ragazza non si sarebbe costituita parte civile perche' riteneva di non aver subito alcun danno. Come in genere succede per i processi a carico di Berlusconi, il cammino e' stato tortuoso. Davanti ai giudici sono passati moltissimi testimoni: le ragazze delle feste di Arcore, le ''Olgettine'' ma anche le cosiddette 'pentite' del bunga-bunga; tutti coloro che in qualche modo hanno avuto a che fare con Karima fino ai parlamentari del Pdl e ai personaggi dell'entourage del Cavaliere. Ruby invece, citata come teste dalla difesa, per due volte non si e' presentata davanti al collegio. I legali dell'ex premier hanno poi rinunciato a sentirla al pari dei pm e del Tribunale.
Il 19 ottobre 2012 Berlusconi ha reso in aula dichiarazioni spontanee: ''E' mostruosa l'opera di diffamazione nei miei confronti e nei confronti delle mie ospiti. La mia condanna e' gia' decisa''. Dopo una serie di interruzioni, anche per le elezioni, il 13 maggio la conclusione della requisitoria e la richiesta a 6 anni di carcere, altrettanti di interdizione legale e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il 3 giugno l'arringa difensiva per sostenere l'innocenza di Berlusconi. Il 24 giugno 2013 il Tribunale lo ha condannato a 7 anni di reclusione, uno in piu' rispetto alla richiesta, contestandogli la concussione non per induzione ma per costrizione.
Il 20 giugno dello scorso ha preso in via davanti alla seconda corte d'Appello di Milano, presieduta da Enrico Tranfa (giudici a latere Ketti Lo Curto, che e' anche relatore, e Alberto Puccinelli). Ad assistere l'ex Cavaliere, non piu' Niccolo' Ghedini e Piero Longo che, essendo indagati nel 'Ruby ter', hanno preferito non essere in aula. Al loro posto i professori Franco Coppi, gia' suo legale per il caso Mediaset, e Filippo Dinacci avvocato che da anni fa parte del pool difensivo dell'ex premier, i quali hanno svolto una difesa 'tecnica'. Come 'tecnica' e' stata la requisitoria del sostituto pg Piero De Petris che ha chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado.
Dopo tre udienze, l'8 luglio 2014 il verdetto di assoluzione per entrambi i capi di imputazione, seguito dalle clamorose dimissioni dalla magistratura del presidente del collegio, in palese disaccordo con la decisione del collegio. Poi il ricorso della Procura Generale di Milano che ha ravvisato illogicità nella motivazione di secondo grado e, infine, il terzo giudizio davanti alla sesta sezione penale della Cassazione.
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