domenica 2 novembre 2014

"La Repubblica va alla guerra" contro la Russia e...Il Minculpop del giorno dopo


PS:<< Tornando seri e concludendo, le affermazioni più decise provengono da Paul Craig Roberts:


 l'ex assistente al Tesoro dell'amministrazione Reagan. Sentite un po' e capirete perché dico che anche ai piani alti si inizia ad aver paura della macchina mostruosa che si è messa in moto:
«Mettete a confronto Putin col corrotto criminale di guerra alla Casa Bianca o i suoi burattini in carica in Germania, UK, Francia, Giappone, Canada, Australia, e vedrete la differenza tra una cricca criminale e un leader che si batte per un mondo umano e vivibile in cui gli interessi di tutti i popoli siano rispettati».>>
umberto marabese
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di Piotr.

La Repubblica' si conferma leader nella rielaborazione creativa delle tecniche di propaganda di guerra. Ecco due eccellenti esempi recenti. [Piotr]. 

Primo esempio.

Pagina 18. Titolo: «Gas, accordo Kiev-Mosca .». Sommario: «. Nuovo attacco dei ribelli nell'Est: sette morti».
Contenuto, verso la fine:
«[Il debito per la fornitura del gas costringe gli ucraini] a ridurre, per mancanza di soldi, l'offensiva contro i ribelli nell'Est del Paese che proprio ieri hanno lanciato un nuovo contrattacco a Donetsk e a Mariupol uccidendo sette militari di Kiev».

Dunque gli ucraini, intesi come esercito regolare e battaglioni di volontari nazisti - se si vuol essere precisi e documentati - devono ridurre l'offensiva contro le milizie della Novorussia. Poveretti!
Poveretti?......
Ma come? Non c'era una tregua? E se c'era una tregua perché Kiev ha in corso un'offensiva che (purtroppo, suggerisce La Repubblica) deve ridurre? Il famoso "attacco" del sommario si rivela poi essere un contrattacco. Che è cosa ben diversa. Perché un conto è un attacco che spezza una tregua e un altro conto è un contrattacco che serve a difendersi da chi la tregua l'ha spezzata.
Infatti è noto, ma non ai lettori della Repubblica, cioè alla sedicente intellettualità di sinistra, che da giorni i cannoni di Kiev stanno martoriando a casaccio i civili di Donetsk, come hanno sempre fatto dall'inizio del conflitto.
Poveretti, questi ucraini: devono ridurre il massacro!

Secondo esempio.
A pagina 19 si continua sullo stesso tono.
Titolo: «Aereo russo sospetto, paura a Londra. La Nato: "vigiliamo le provocazioni" ».
Cosa hanno fatto questa volta quei diavoli di Russi? Nulla. Esattamente nulla. Se ne stavano a casa loro. Infatti dopo il roboante titolo ci viene spiegato che l'aereo sospetto era di fabbricazione russa ma di proprietà lettone, cioè di proprietà di un Paese della Nato!
Se ne deduce che se la Nato vigila sulle provocazioni, allora vigila su se stessa. Era l'ora!
A proposito, cari redattori della Repubblica, si dice "vigilare sulle ( o contro le) provocazioni", non "vigilare le provocazioni". Oppure lo avete detto apposta? Infatti il verbo "vigilare" in forma transitiva significa normalmente "sorvegliare che una cosa funzioni". Era questo che volevate dire?
Se era questo vi dice male, perché le provocazioni della Nato funzionano sempre meno. E qui passiamo al secondo capitolo.

Ho dovuto constatare con desolazione, ma non con stupore, che diversi amici di sinistra pensano veramente che a creare il caos sia Putin. "Perché vuole rifare l'Unione Sovietica!", dicono. Ed erano di sinistra. Vabbè.
Purtroppo Putin non ci pensa nemmeno lontanamente.
Se fai notare che la Russia non ha invaso i Paesi baltici e l'Ucraina mentre l'Occidente ha stracciato tutti i trattati di sicurezza collettiva facendo entrare uno a uno i Paesi dell'ex Patto di Varsavia nella Nato, cosa che si era promesso di non fare coi trattati di Helsinki e di Parigi, per l'appunto, mi sento persino rispondere a) che i trattati sono fatti per essere stracciati, b) che quei Paesi hanno fatto bene ad entrare nella Nato perché così gli entrano un sacco di soldi.
In realtà c'è della saggezza in queste cose: c'è sempre qualcuno che specula sulle guerre e ci guadagna.
Questa, dunque, è l'attuale saggezza della sinistra forgiata dal Minculpop.

Attenzione, non è mica detto che essa sia d'accordo con Renzi. Anzi! Ma quando si passa alla politica estera, ecco che salta fuori la tradizionale inconsistenza e superficialità italiana per gli affari internazionali, che ancora riteniamo essere quella cosa di cui nun ce ne pò fregà de meno. Chi invece vuole fare qualche incursione in quel regno sconosciuto attraverso la pubblicistica mainstream, ha solitamente a disposizione o la beata evanescenza tendente al nulla o la versione in prosa (a volte zoppicante) delle veline imperiali.
Ma sembra che ciò basti.
Così come la "certa kual kultura", per dirla con Stefano Benni, era la cultura del giorno dopo la lettura della terza pagina, la "certa kual idea geopolitica" è quella del giorno dopo la lettura di titoli e sommari.

Per fortuna ci sono gli analisti italiani della Difesa e l'élite statunitense a dire le cose come stanno. Infatti noi credevamo di essere soli nel denunciare l'aggressività americana e Nato, ma non era vero. Pensavamo di essere soli perché guardavamo dalla parte sbagliata a causa di un torcicollo pregresso.
Leggete ad esempio cosa viene detto sul sito "Rivista Italiana Difesa"nell'articolo di uno dei suoi direttori "Giù nel Calderone? La nuova Guerra Fredda":

Analisti antimperialisti o semplicemente dotati di buon senso, quella particolare dote che fa difetto alla sinistra e al suo codazzo di kual akkulturati?

Ma l'ultimo numero del prestigioso Foreign Affairs è ancora più impressionante. John J. Mearsheimerdistinguished professor di Scienze Politiche all'Università di Chicago, nell'articolo "Why the Ukraine Crisis Is the West's Fault":

 afferma che l'offerta all'Ucraina di entrare nella Nato è l'ultima di una serie di mosse ostili e di provocazioni che minacciano direttamente la Russia e contro le quali Vladimir Putin sta reagendo con efficacia ma anche con saggezza.

Ma chi dice queste cose da noi è guardato con sospetto dalla sinistra kual akkulturata: "Mica ti piacerà Putin!". Sì, è il mio ideale di uomo. Peccato che non sia gay. O magari non vuole fare outing. Sai, con tutti quei pope tra i piedi!
Scherziamo, scherziamo, ma siamo finiti su una china pericolosissima e sempre più ripida.


, l'ex assistente al Tesoro dell'amministrazione Reagan. Sentite un po' e capirete perché dico che anche ai piani alti si inizia ad aver paura della macchina mostruosa che si è messa in moto:
«Mettete a confronto Putin col corrotto criminale di guerra alla Casa Bianca o i suoi burattini in carica in Germania, UK, Francia, Giappone, Canada, Australia, e vedrete la differenza tra una cricca criminale e un leader che si batte per un mondo umano e vivibile in cui gli interessi di tutti i popoli siano rispettati».



http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=111651&typeb=0&Il-Minculpop-del-giorno-dopo

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