martedì 11 novembre 2014

PAROLE, OPERE & OMISSIONI. Tav, i costi sono incerti. I ricavi pure...!







Pubblicato Martedì 11 Novembre 2014, ore 17,08

 PS: Sul "buco" sventola "bandiera NOTAV-NO MAFIA"...e qualcuno, e tra poco tutti i suoi lecca sedere, furbo-intelligente, mette avanti le mani, per cercare di ripararsi, dopo,  il culo!
umberto marabese
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Al Senato viene confermato il balletto delle cifre e la lievitazione denunciata dal senatore Esposito. Secondo i vertici di Ferrovie "una serie di fattori rinvenienti" rende difficile la quantificazione. Analisi fatte "prima della crisi, nel frattempo il mondo è cambiato". “Il costo dell'opera non è determinabile con precisione perché ci sono una serie di fattori rinvenienti che lo rendono incerto”. Lo ha affermato il presidente di Fs,Marcello Messori, in audizione al Senato, parlando dei costi della Tav su cui sono state presentate cifre con costi non scora definitivi ma prospettici. «L’analisi costi-benefici è stata fatta prima della crisi del debito sovrano in Europa e dopo il mondo è cambiato. Il 2015 non è assimilabile al mondo del 2007-8. C’è estrema incertezza per i costi e i ricavi». Così tra tecnicalità ragionieristiche, artifizi contabili e molti imbarazzi i vertici di Ferrovie e Ltf non hanno saputo fornire spiegazioni convincenti a quella lievitazione denunciata nei giorni scorsi dal senatore Pd Stefano Esposito. I manager chiamati a chiarire la questione di fronte alla Commissione Lavori Pubblici del Senato si sono trincerati dietro la complessità dell’opera.....


Secondo Messori inoltre bisogna tener conto poi del fatto che l’opera non è stata definita «con un’iniziativa dell’Italia ma fa parte di un progetto europeo. È da valutare il fatto poi che alcuni costi sono già stati erogati». Sono dunque due i fattori con cui bisogna valutare l’opera: «da un lato l’incertezza costi-ricavi e porre l’opera in una prospettiva europea».

Ovviamente la realizzazione non è in discussione. «La Torino-Lione è un’opera che deve essere realizzata, come è stata più volte confermato non da Ferrovie dello Stato ma a livello molto più alto, dai governi e dagli accordi quadro», ha ribadito l’amministratore delegato di Ferrovie dello StatoMichele Mario Elia. «L’attuale planning è di dieci anni più due. Oggi la Torino-Lione sta per chiudere con la progettazione della linea, subentrerà il promotore finanziario che sarà 50% Stato italiano e 50% Stato francese. Il promotore deve realizzare l'opera e gestirla. La stima del costo complessivo al 2012 è di 9,9 miliardi di euro, di cui noi siamo al 58% e la Francia al 42%, quindi il costo per l'Italia è di 5,4 miliardi. Di questi la legge di stabilità ha assegnato 2,9 miliardi e 1,8 ce li aspettiamo dall'Europa». Non si tratta però di un aumento di costo, ha aggiunto Elia, «ma semplicemente del metodo che la nostra legislazione ci impone di applicare per il costo di tutte le opere, e cioè quello del “costo a vita intera”, il costo adeguato alla variazione dei prezzi nell’intero arco di realizzazione dell’opera».

Il costo ufficiale dell’opera, ha aggiunto il direttore italiano di Ltf, Maurizio Gentile «resta oggi di 8,5 miliardi». Come si arriva alla cifra del contratto Rfi? «I 12 miliardi di costo totale, che diventano 13.589 milioni comprese progetti e cunicoli, di cui 6.935 quota Italia, che diventano 7.789 compresi 855 in quota Italia per progetti e cunicoli». Se si facesse oggi la gara - ha concluso Gentile - «sarebbe su 8,56 miliardi di euro di costo. Poi se ci saranno revisioni prezzi si vedranno anno per anno». 

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