sabato 4 giugno 2011

D’Alema e il richiamo della foresta.

Eccolo, ancora una volta, “il richiamo della foresta del líder máximo”: inderogabile come un fioretto, puntuale come la morte, immancabile come tutte le proposte autolesioniste di questi anni: “Facciamo un governissimo?”.
Allora è proprio vero che queste elezioni ad alcuni non hanno insegnato nulla. Cadono le roccaforti del centrodestra, vincono i candidati scelti dal popolo del centrosinistra grazie alle primarie (quasi mai quelli che volevano i líder máximi…), saltano gli schemi pataccari (si puó correre solo con candidati moderati, in certe città é impossibile vincere, senza il terzo polo non si va da nessuna parte), si dimostra che gli elettori hanno molto più fiuto dei capi di stato maggiore del centrosinistra.
Ci eravamo illusi che i dirigenti di quella coalizione imparassero qualcosa da queste elezioni. Poi ieri abbiamo letto l’intervista a Massimo D’Alema di Massimo Giannini de La Repubblica (praticamente un format), in cui l’ex premier dice agli uomini di Pdl e Lega: “Servono una manovra equa e capace di rilanciare lo sviluppo, una riforma elettorale e poi nuove elezioni. Indichino loro – dice D’Alema - una persona che può realizzare questa agenda in pochi mesi. Noi – aggiunge – possiamo prenderci anche una quota di responsabilità”.......
continua... http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/04/dalema-e-il

PS: Io voglio De Magistris alla Giustizia, Di Pietro ai Lavori Pubblici, Rubbia all’ instruzione, universita` e ricerca, Draghi all’ economia, Fini agli esteri e Montezemolo come presidente del consigio, con Prodi presidente della repubblica..........Anzi no … Pisapia presidente del Consiglio, e Vendola agli esteri.
Scusate la confusione.
Una buona notte a tutti da Umberto Marabese.

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