La Regione attacca: “Il 95% dei contagi è importato, cluster autoctoni non ce ne sono mai stati. Quando il Governatore chiese di far entrare i turisti con un certificato fu sbeffeggiato”. Monitorate le situazioni a Santo Stefano e a La Maddalena.
La Regione Sardegna è pronta a querelare chi ha parlato o scritto di “Regione focolaio” e “cluster sardi”. L’indiscrezione è stata confermata ad HuffPost da una fonte di primissimo piano, la decisione assunta “per tutelare l’immagine dell’isola, a ristoro del danno che ci stanno causando”. “Il 95% dei contagi è importato, si tratta di casi di importazione o di ritorno, cluster autoctoni non ce ne sono mai stati”, spiegano dalla Regione. Facendo notare che la rappresentazione “assolutamente non reale che si sta dando della situazione” relativa alla diffusione e alla gestione del contagio da Covid-19 ha infastidito non poco il Presidente Christian Solinas, in ragione di una programmazione e un impegno avviati da tempo e soprattutto alla luce del fatto che “il piano per l’emergenza inviato dalla Regione Sardegna è stato tra i primi a essere approvati dal Ministero della Salute”.
Inoltre, “quando il Governatore, mesi fa, propose al Governo nazionale di far entrare sull’isola i passeggeri con certificato che attestasse l’esito negativo del tampone, fu sbeffeggiato” e ancora oggi, nonostante l’aumento dei contagi e il clamore che sta montando, “non esiste un piano per testare gli eventuali contagi all’arrivo e alla partenza. E poi - è l’amara conclusione - è la Regione Sardegna a non essere virtuosa nella gestione della situazione”.
Insomma, Solinas non ci sta e sta valutando di passare alle vie legali perché, come ha spiegato anche in un’intervista a, Corriere della sera, “la Sardegna non ha mai avuto una circolazione virale autoctona”. Due i focolai principali - il villaggio turistico di Santo Stefano e le discoteche in Costa Smeralda - e all’orizzonte i due fine settimana conclusivi del mese di agosto quando dai porti sardi si imbarcheranno migliaia di persone per tornare dalle vacanze. Col rischio di esportare il virus fuori dall’isola.
Nella quale intanto prosegue la conta dei contagi - nella notte sono arrivati gli esiti dei tamponi effettuati nel villaggio turistico di Santo Stefano: 26 i positivi al coronavirus (19 tra il personale) tra le 475 persone bloccate da giorni nella struttura a La Maddalena, dopo che un lavoratore stagionale è stato ricoverato per Covid - mentre il capogruppo Sardista, Franco Mula, punta l’indice contro il Governo “che non muove un dito per impedire gli sbarchi dei clandestini, molti dei quali positivi al covid, e che si mostra incapace di affrontare l’emergenza sanitaria, tutta sulle spalle della Regione Sarda” e che “continua a lasciare sola la Sardegna”, scrive in una nota. Ricordando anch’egli il rifiuto opposto al sistema di controllo preventivo ipotizzato da Solinas, che, fosse stato attivato, per lui avrebbe azzerato “i contagi riconducibili ai casi più eclatanti riportati dalle cronache di questi giorni, in quanto i turisti risultati positivi sarebbero dovuti entrare in Sardegna con il tampone già eseguito e non sarebbero quindi potuti arrivare nell’isolané causarvi focolai di contagio”.
Una situazione, quella che sta vivendo la Sardegna, fino a qualche settimana fa, Covid free, “da tenere sotto controllo - puntualizza il virologo dell’Università di Milano, Fabrizio Pregliasco - predisponendo anche un sistema di tracciamento, che punti pure sulla responsabilità individuale, delle persone quando dall’isola torneranno nei loro territori. La scommessa, ora, deve essere spegnere questi focolai distinti prima che si unifichino in un unico grande fuoco come è accaduto in passato”.
Dalla Regione ribadiscono di non aver ricevuto da Roma indicazioni per tenere sotto controllo arrivi e partenze. Ma per il Governo, stando a quanto risulta ad HuffPost, per ora non esiste un “caso Sardegna” né si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di chiudere l’isola: i casi di Covid registrati non sono tali da poter far pensare a una tale eventualità e la situazione generale del sistema sanitario territoriale è ritenuta“buona”. Dal Ministero della Salute puntualizzano che il monitoraggio su tutte le situazioni che si registrano nel Paese prosegue in maniera costante e valgono le norme esistenti. Senza eccezioni.
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