“Voglio portare la Chiesa cattolica davanti al tribunale internazionale dell’Aja; per questo sto valutando di partecipare alle elezioni europee”: così ha dichiarato ai giornali polacchi Joanna Scheuring-Wielgus. Se vi domandate chi è costei, è una politicante polacca, parlamentare, militante pro-aborto e pro-sodomiti, che il 20 febbraio scorso era alla udienza generale ed ha presentato a Bergoglio un rapporto sugli abusi pedofili nella Chiesa polacca. Guidava una delegazione di due “vittime” della pedofilia clericale. Fra queste Marek Lisiński, presidente di una fondazione non altrimenti nota, “Non aver paura”, che unisce appunto le “vittime”presunte.
Il Marek ha raccontato a Bergoglio di essere stato vittima di abusi di un prete, quando a 13 anni faceva il chierichetto e serviva Messa. Sentito ciò, El Papa gli ha baciato la mano col trasporto mediatico ben noto con cui sbaciucchia piedi di “immigrati” e di “vittime della Shoah”, ha iniziato a pregare con “le vittime” e ha promesso di leggere il rapporto. Anzi di riferirne al sinodo sui preti pedofili che stava per aprirsi...
Nessuno ha avvertito il pontefice che i due, atei militanti e attivisti pro-aborto noti nel loro paese, gli stavano giocando un tiro. Che Lisinski sia mai stato chierichetto a tredici anni né dopo, non risulta alla Chiesa polacca. Lo si conosce invece come un ex alcolista e, appunto, un attivista anticlericale. Intervistato dalla tv polacca di Stato, Lisinski ha detto chiaramente cosa si ripromette dalla sua accusa: vuole guadagnarci dei soldi. Ha citato i precedenti di cause in Usa ed Australia, che hanno reso molto bene alle “vittime”, a spese degli episcopati.
Quanto alla signora Scheuring-Wielgus, nota al suo paese per le sue campagne: vuole che non si chiami “essere umano” un feto abortito – ha detto che conta di ottenere “le dimissioni dell’episcopato polacco” tutto quanto. Ed a questo scopo si presenterà alle elezioni europee. Essa milita nel partito “Adesso! “. Anzi sarà la prossima leader di questo partito, superando l’attuale capo Ryszard Petru, europarlamentare.
Il giurista Tomasz Kwaśniewski, procuratore e presidente Ordo Iuris, ha risposto alla signora, beffardamente, che il mandato di eurodeputato non ha nulla a che fare con il Tribunale Internazionale dell’Aja, e quindi “può fare a meno di concorrere alle elezioni”. E’ chiaro a tutti che la signroa e il suo Lisinski si sono beffati del Vaticano per i farsi un po’ di publicità.
Ciò aggiunge un tocco di farsa al già tragicomico Sinodo sui preti pedofili, che tace sui preti omosessuali (che sono se mai il vero problema specie ai vertici). Altri hanno fatto notare che la simpatia di Bergoglio per le “vittime degli abusi” è selettiva.
Il 4 febbraio un tale Artuto Borrelli, che protestava pacificamente davanti al Vaticano dicendosi vittima di abusi sessuali preteschi quando era bambino, è stato arrestato e ammanettato, non baciato e sbaciucchiato. Bergoglio non ha mai voluto ricevere la mamma di un bambino che fu abusato da un prete argentino, Ruben Pardo, morto di Aids, che Bergoglio a suo tempo protesse e nascose in Argentina, nella casa di riposo sacerdotale di Condarco 581, anzi la fece cacciare dalle sue guardie. A Buenos Aires è notorio che lui ignorò uno scolaro che fu abusato sessualmente nella scuola del piccoli cavalieri (caballitos) di Maria. Non possiamo confermare quello che rivelò al Guardian il prete omosessuale Joan Carlos Cruz nel maggio 2018: il sacerdote, a 87 anni, si sarebbe sentito dire in udienza privata dal pontefice: “Il fatto che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto in questo modo e ti ama in questo modo e a me non interessa. Il Papa ti ama come sei. Devi essere felice di chi tu sia”.
Il Vaticano non ha riposto alle richieste di confermare o smentire, quindi non dev’essere vero.
(I precedenti sbaciucchi)
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