Netanyahu voleva ospitare i quattro stati del Gruppo di VIsegrad in Israele. Era tutto pronto. MA il suo nuovo ministro degli esteri, Yasrael Katz, non è riuscito a trattenersi: «Sono figlio di sopravvissuti dell’Olocausto, non perdoneremo e non dimenticheremo mai, e ci furono molti polacchi che collaborarono con i nazisti», ha detto in intervista al canale israeliano i24 . Anzi aveva rincarato: «Shamir disse che ogni polacco ha succhiato di antisemitismo con il latte di sua madre. Nessuno ci può dire come esprimere la nostra posizione e come onorare i morti». Oltre il limite della chutzpah, perché il personaggio che citava, YtzakShamir (1915-2012) , due volte primo ministro di Israele negli anni ’80, antico capo del gruppo ebraico Lehi (la terroristica Banda Stern), quando ancora usava il suo nome polacco Yezernitski, aveva offerto davvero al Terzo Reich – nel 1940 – d’intervenire con la sua formazione nella Seconda guerra mondiale accanto alla Germania nazista per ottenere il suo aiuto nella cacciata della Gran Bretagna dalla Palestina, e per offrirle assistenza nell'”evacuare” gli Ebrei dell’Europa in base all’argomento che “comuni interessi potrebbero esistere fra l’insediamento di un nuovo ordine in Europa in conformità con le concezioni della Germania, e le reali aspirazioni nazionali del popolo ebraico”.
E pochi giorni prima, Netanyahu, anche lui non potendo trattenersi, aveva irritato Varsavia dichiarando a Haaretz: “I polacchi hanno collaborato con i nazisti e non conosco nessuno che sia mai stato denunciato per una simile affermazione”. Varsavia aveva convocato l’ambasciatore giudaico chiedendo spiegazioni, e l’ufficio di Bibi aveva detto che Bibi era stato frainteso, aveva parlato di “alcuni” polacchi e non “dei “ polacchi.
A questo punto il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki (anche lui di sangue per metà ebraico) ha annunciato che il suo paese non parteciperà alla riunione del “gruppo di Visegrád”) fissata per martedì a Gerusalemme, in Israele. Immediatamente, gli altri paesi di Visegrad, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, hanno fatto sapere che anch’essi avrebbero disertato l’incontro a Gerusalemme per solidarietà con la Polonia.
Uno scacco così netto per Netanyahu, che tiene a farsi appoggiare da quella che ritiene “l’estrema destra” euroscettica e farsene lo chaperon, è quasi incomprensibile, tanto che alcuni media hanno ventilato che sia una rottura concertata fra Bibi e il governo di Varsavia, entrambi prossimi ad elezioni e che possono trarre vantaggio da una rottura su temi molto caldi in entrambi i paesi. Per i sionisti, la colpa dei polacchi nell’Olocausto. Per i polacchi, l’allarme massimo perché Israele esige da Varsavia compensazioni miliardarie per gli ebrei che hanno perso i beni durante l’occupazione nazista della Polonia. Hanno visto con crescente allarme la modifica della “narrativa” vittimistica ebraica in questi mesi, consolidata l’anno scorso a maggio dal vero di una legge statunitense, “Holocaust Property Bill” , ovviamente dettata dalla lobby, che dà mandato al Dipartimento di Stato di “riferire al Congresso dell’impegno dei paesi europei nel risarcire i sopravvissuti dell’Olocausto o i loro eredi per i beni sequestrati dai nazisti e in seguito dai comunisti”, imponendo sanzioni agli stati inadempienti. Una norma che ha specificamente di mira la Polonia: il paese ospitò 3,3 milioni di ebrei prima dell’Olocausto, e secondo la lobby è l’unico paese in Europa che non ha approvato leggi per compensare i proprietari di beni sequestrati dai nazisti o dai comunisti. Ovviamente la Polonia si oppone: siamo stati un paese occupato dai nazisti, non un loro complice. Ma la “narrativa” ebraica modificata mira appunto a questo: i polacchi essedo complici dei carnefici, devono pagare i compensi.
Il governo polacco ha per questo reso punibile per legge ogni affermazione delle responsabilità della Polonia nella Shoah. Ma a livello internazionale, già la World Jewish Restitution Organisation, o WJRO, ha creato il database nel dicembre 2016 in cui , anche con l’aiuto di una guida telefonica di Varsavia del 1939, fortunosamente ritrovata, ha identificato 2613 proprietà che secondo loro appartenevano ad ebrei.
E soprattutto, nel vertice organizzato a Varsavia dagli americani per preparare la guerra all’Iran (un parziale fallimento, essendosi sfilati i paesi europei) , il segretario di Stato Mike Pence ha invitato il governo a portare avanti la legislazione per aiutare “coloro che hanno perso la proprietà durante l’epoca dell’Olocausto”. Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha replicato che la stituazione è stata “ finitamente risolta” da una legge del 1960, e la richiesta si basa su un malinteso fondamentale: “La Polonia è stata la vittima e non il carnefice, la Germania non ha mai indennizzato la Polonia “per le perdite inflitte dalle politiche criminali del Terzo Reich”. Ma evidentemente, il governo polacco ha sentito il fiato sul collo. E non ha avuto timore a divincolarsi.
In attesa degli sviluppi, un omaggio alla dignità e al carattere dei governi di Visegrad.
Su Ytzak Shamir e la sua collaborazione col Terzo Reich, e in generale la verità delle relazioni fra i sionismi militanti e Berlino in quegli anni, si legga qui:
Guardie ebraiche nel ghetto di Varsavia radunano la popolazione per la deportazione:
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