L’accusa del governo May a Mosca, di aver avvelenato l’ex spia Skripal e la figlia, si sta sgretolando. Rivelandosi per quella che è: una immane “fake news” di Stato, e magari un false flag mal riuscito. Ieri la notizia che il direttore di Porton Down (i laboratori militari britannici per le armi chimico-batteriologiche) ha ammesso: non abbiamo la prova che il Novichock usato (o che sarebbe stato usato) contro Skripal sia di origine russa.
Il punto è che il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson aveva assicurato, in un tweet del 22 marzo e subito diffuso nel mondo, che “analisi condotte al laboratorio di Scienza e Tecnologia Bellica di Porton Down da esperti di livello mondiale hanno appurato che si tratta dell’agente nervino militare Novichok prodotto in Russia”. Insomma il governo aveva impegnato la parola dei suoi scienziati di fama mondiale senza averli interpellati, e prima che conducessero le indagini....
E non finisce qui: Boris Johnson ha cercato di cancellare il tweet del 22 marzo, e negato di aver sostenuto “categoricamente” che il nervino era d’origine russa, benché sia sul web una sua intervista a Deutsche Welle dove afferma “categoricamente” che Porton Down aveva riconosciuto il veleno come russo.
E non hanno ancora cancellato una dichiarazione dell’ambasciatore britannico a Mosca Laurie Bristow che il giorno 22 marzo aveva convocato la stampa estera per confermare l’accusa.
“Boris Jonson ha molte domande a cui dovrà rispondere”, ha detto Jeremy Corbyn, dell’opposizione laborista, che da settimane era sotto un inverosimile uragano di attacchi e insulti da parte dei media britannici (da “traditore” ad “antisemita”) per essersi rifiutato di unirsi al coro di condanne senza prove. Adesso ha ragione, e forse il governo May cadrà. Vedremo.
Ma 28 stati occidentali, fra cui 15 dell’Unione Europea, si sono uniti all’accusa del tutto infondata abbandonandosi ad espulsioni in massa di diplomatici russi; la UE in quanto tale a nome di Donald Tusk e Mogherini hanno dichiarato il loro appoggio assoluto al Regno Unito nelle sue false accuse; la NATO ha espulso sette addetti russi e rifiutato l’accredito a nuovi membri dello staff. In pratica tutte le nazioni occidentali hanno trattato la Russia da stato canaglia, stato criminale, paria delle nazioni, da appestato; hanno comminato nuove e più gravi sanzioni. Senza mai dar credito, nemmeno per un attimo, alle proteste russe di estraneità.
Una spaventosa prova di aggressività demente, di inciviltà nei rapporti internazionali, che non poteva che preludere a qualche gravissima azione o provocazione bellica, tanto era palesemente mal fondata fin dalle prime fasi. Tanto più spaventosa perché tutti i media mainstream si sono uniti alla canea di accuse, con la bava alla bocca. Abbiamo avuto qui una prova dal vivo della criminosa irresponsabilità e del delirio di cui sono capaci i poteri forti, della loro attitudine al pericoloso sragionare in coro dei nostri politici, come ad un segnale convenuto, obbedendo ad automatismi di cui non scorgiamo l’origine, e per questo fanno più paura.
Il governo cinese ha esplicitamente giudicato con sdegno questo comportamento incivile sul piano internazionale degli europei ed occidentali. E che l’abbia giudicato allarmante, lo conferma la visita a Mosca, il 3 aprile, di una delegazione cinese capeggiata dal ministro della Difesa Wei Fenghe. Il quale ha detto ad alta voce: “La parte cinese è venuta ad informare gli americani di quanto siano stretti i legami tra le forze armate russe e cinesi”. Un linguaggio senza edulcorazioni, chiaro e netto; quello che Pechino giudica il solo adatto a gangster occidentali.
Il punto è che, adesso, nessuno in Europa si sta scusando con Putin e Mosca per questa – come chiamarla? – delinquenziale falsità di cui non sappiamo ancora lo scopo vero. Gentiloni o Alfano vogliono per favore scusarsi ufficialmente di aver espulso due diplomatici di un paese civile per obbedienza alle menzogne di Londra? Mogherini e Donald Tusk, Macron e Stoltenberg, Merkel, sono in grado di ammettere pubblicamente il loro errore – peggio che errore, solidarietà in una menzogna e complicità in un false flag? Per aver inscenato tutti insieme, delinquenti, una provocazione gravissima che solo la fermezza e i nervi d’acciaio di Putin e Lavrov hanno evitato di far precipitare in un conflitto armato, come era probabilmente nei piani di lorsignori? Temo che dovremo attendere molto.
Non credo sapremo mai a cosa mirassero questi delinquenti che ci governano recitando questa scenata. Forse a preparare una rivincita in Siria? Forse ad allargare fino a rendere irreversibile la frattura fra Russia ed Europa, mira storica della “geopolitica” britannica da McKinder?
Ci sono dei precedenti, altrettanto inspiegati. Il 10 agosto 1994, su un aereo proveniente da Mosca, la polizia di Monaco di Baviera “trovò” 363 grammi di plutonio. Ovviamente, si scatenò un attacco concertato,da parte dei politici e dei media, sul presunto “commercio del terrore” che veniva dai mal guardati reattori nucleari sovietici; da cui malviventi evidentemente trafugavano plutonio (plutonio!) da vendere sul mercato del terrore.
Questo clamore contribuì a far vincere le elezioni ad Helmuth Kohl.
Solo quasi un anno dopo lo Spiegel venne fuori con la vera storia: il carico di plutonio sull’aero russo era stato “piantato dei servizi di spionaggio tedeschi Bundesnachrichtendienst (BND).
A quale scopo? Varie serie di “rivelazioni” e “gole profonde” non fecero altro che rendere più complesso, e infine indecifrabile, il movente: un classico metodo di insabbiamento a cui in Italia dovremmo essere abituati, da Ustica al caso Moro. Ovviamente ed italicamente, fu messa insieme anche una commissione parlamentare d’inchiesta sul caso – dopotutto sarebbe bene sapere come mai 336 grammi di plutonio fossero nelle disponibilità del BND – e come potete già indovinare, finì nel nulla. Il capo del BND fu mandato in pensione anticipata, e fu tutto.
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