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giovedì 5 aprile 2018

Maurizio Blondet - Ora Gentiloni farà tante scuse a Putin?

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L’accusa del governo May a Mosca, di aver avvelenato l’ex spia Skripal e la figlia, si sta sgretolando. Rivelandosi per quella che è: una immane “fake news” di Stato, e  magari un false flag  mal riuscito. Ieri la notizia che il direttore  di Porton Down (i laboratori militari britannici per le armi chimico-batteriologiche) ha ammesso: non   abbiamo la prova che il Novichock usato (o che sarebbe stato usato) contro Skripal sia di origine russa.
Il punto è che il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson  aveva assicurato, in un tweet del 22 marzo e subito diffuso nel mondo, che “analisi  condotte al  laboratorio di Scienza e Tecnologia Bellica di Porton Down  da esperti di livello mondiale hanno appurato che si tratta dell’agente nervino militare Novichok  prodotto in Russia”.  Insomma il governo aveva impegnato la parola dei suoi scienziati di  fama mondiale senza averli interpellati, e prima che conducessero le indagini....

La menzogna di Boris Johnson, via tweet.
E non finisce qui: Boris Johnson ha cercato di cancellare il tweet del 22 marzo, e negato di aver sostenuto “categoricamente” che  il nervino era d’origine russa, benché  sia sul web una sua intervista a Deutsche Welle dove afferma “categoricamente”  che Porton Down aveva riconosciuto il veleno come russo.
E  non hanno ancora cancellato una dichiarazione dell’ambasciatore britannico a Mosca Laurie Bristow   che il giorno 22 marzo aveva convocato la stampa estera per confermare l’accusa.
“Boris Jonson ha molte domande a cui dovrà rispondere”, ha detto Jeremy Corbyn, dell’opposizione laborista, che  da settimane era sotto un inverosimile uragano di attacchi e insulti da parte  dei media britannici (da “traditore”  ad “antisemita”) per essersi rifiutato di unirsi al coro di condanne  senza prove. Adesso ha  ragione, e forse il governo May cadrà. Vedremo.
Ma 28 stati occidentali, fra cui 15 dell’Unione Europea, si sono uniti all’accusa  del tutto infondata abbandonandosi ad espulsioni in massa di diplomatici russi; la UE in quanto tale a nome di Donald Tusk e Mogherini hanno  dichiarato  il loro appoggio assoluto al Regno Unito nelle sue false accuse; la NATO  ha  espulso sette addetti russi  e rifiutato l’accredito a nuovi membri dello staff.  In pratica tutte le nazioni occidentali hanno trattato la Russia da stato canaglia, stato criminale, paria delle nazioni, da appestato;  hanno comminato nuove e più gravi sanzioni.  Senza mai dar credito, nemmeno per un attimo, alle  proteste russe di estraneità.
Una spaventosa prova di aggressività  demente, di inciviltà nei rapporti internazionali,  che non poteva che preludere a qualche gravissima azione o provocazione bellica, tanto era palesemente mal fondata fin dalle prime fasi. Tanto più spaventosa perché tutti i media mainstream si sono uniti alla canea di accuse, con la bava alla bocca. Abbiamo avuto qui una prova dal vivo della criminosa irresponsabilità e del delirio   di cui  sono capaci i poteri forti, della  loro attitudine al pericoloso sragionare in coro  dei nostri politici, come ad un segnale convenuto,  obbedendo ad automatismi di cui non scorgiamo l’origine, e per questo fanno più  paura.
Il governo cinese ha esplicitamente giudicato con sdegno questo comportamento incivile sul piano internazionale degli europei ed occidentali. E che l’abbia giudicato allarmante,  lo conferma la visita  a Mosca, il 3 aprile, di una delegazione cinese capeggiata dal ministro della Difesa  Wei Fenghe. Il quale ha detto ad alta voce: “La parte cinese è venuta ad informare gli americani di quanto siano stretti i legami tra le forze armate russe e cinesi”. Un linguaggio senza edulcorazioni, chiaro e netto;  quello che Pechino giudica il solo adatto a gangster occidentali.
Il punto è che, adesso, nessuno  in Europa si sta scusando con Putin e Mosca per questa – come chiamarla? – delinquenziale falsità di cui non sappiamo ancora lo scopo vero.  Gentiloni o Alfano vogliono  per favore scusarsi ufficialmente di aver espulso due diplomatici di un paese civile  per obbedienza alle menzogne di Londra? Mogherini e Donald Tusk, Macron e Stoltenberg, Merkel, sono in  grado di ammettere pubblicamente il loro errore – peggio che errore,  solidarietà in una menzogna e complicità in un false flag?  Per aver inscenato tutti insieme, delinquenti,  una provocazione gravissima che solo la fermezza e i nervi d’acciaio di Putin e Lavrov hanno evitato di far precipitare in un conflitto armato, come  era probabilmente nei piani di lorsignori?  Temo che dovremo attendere  molto.
Non credo sapremo mai a  cosa mirassero questi delinquenti che ci governano  recitando questa scenata. Forse a preparare una rivincita in Siria?  Forse ad allargare fino a rendere irreversibile  la frattura fra Russia ed Europa, mira storica della “geopolitica” britannica da McKinder?
Ci sono dei precedenti, altrettanto inspiegati. Il 10 agosto 1994, su un aereo proveniente da Mosca, la polizia  di Monaco di Baviera “trovò” 363 grammi di plutonio.  Ovviamente, si scatenò un attacco concertato,da parte dei politici e dei media, sul presunto “commercio del terrore” che veniva dai mal guardati reattori nucleari sovietici; da cui malviventi evidentemente trafugavano plutonio (plutonio!) da vendere sul mercato del terrore.
Il Time del ’94 con la storia falsa del plutonio sovietico.
Questo clamore contribuì a far vincere le elezioni ad Helmuth Kohl.
Solo quasi un anno dopo  lo Spiegel venne fuori con la vera storia: il carico di plutonio sull’aero russo era stato “piantato  dei servizi di spionaggio tedeschi Bundesnachrichtendienst (BND).
L’imbroglio alla Bomba del BND














A quale scopo?  Varie serie di “rivelazioni” e “gole profonde” non fecero altro che rendere più complesso,   e infine indecifrabile, il movente: un classico  metodo di insabbiamento  a cui in Italia dovremmo essere abituati,  da  Ustica al caso Moro. Ovviamente ed italicamente,   fu messa insieme anche una commissione parlamentare d’inchiesta sul caso – dopotutto sarebbe bene sapere come mai 336 grammi di plutonio fossero nelle disponibilità del BND – e come potete già indovinare, finì nel nulla. Il capo del BND fu mandato in pensione anticipata, e fu tutto.


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