L’incontro di domani è un tentativo di evitare una nuova guerra fredda con Usa e Ue sull’Ucraina. di Massimo Franco
Domenica il Papa ha ricevuto per un’ora e quaranta il presidente argentino Cristina Kirchner. Ma in realtà da diversi giorni il Vaticano è proiettato su un’altra udienza: quella di domani (mercoledì 10 giugno) con Vladimir Putin. Sembra che il leader della Federazione Russa approfitterà dell’incontro per chiedere che sia tolto il blocco del governo ucraino ai controversi aiuti russi destinati ai territori orientali: quelli contesi con i «ribelli» filo-Mosca. Non solo. Nei giorni scorsi il patriarca ortodosso Ilarione ha ribadito discretamente l’apprezzamento per la linea equilibrata e indipendente del Vaticano: un riconoscimento condiviso evidentemente dal Cremlino, del quale l’ortodossia è l’interfaccia religiosa.L’intervistarilasciata dal presidente russo al Corriere è stata analizzata con la massima attenzione in Segreteria di Stato; e, riferiscono nella cerchia papale, piuttosto apprezzata. Quella frase di Putin, «io non sono un aggressore», a molti sarà parsa sorprendente, sullo sfondo del conflitto in Ucraina. In realtà, per la Santa Sede, Putin rimane un interlocutore inevitabile, e ritenuto prezioso, per arginare il terrorismo islamico in Medio Oriente, e non solo. Per questo, nonostante le pressioni degli Stati Uniti, del governo di Kiev e di un’Europa riluttante, il Vaticano continua a non schierarsi contro la Russia sulla questione ucraina...continua a leggere...
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