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PS: <<....il segnale è da allarme rosso: “Nella prospettiva dell’Italicum, le notizie che arrivano dal ballottaggio sono tutto fuorché rassicuranti per il Pd. Il Pd pare non avere capacità attrattiva. Centrodestra e civiche invece catalizzano i consensi di chi sta all’opposizione del Pd. è devastante”. E qui finiscono i numeri. E si apre il dibattito...>>
umberto marabese
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Una batosta. Con una pesante, pesantissima indicazione “nazionale”. Perché non solo i ballottaggi confermano il trend delle regionali, col Pd che va peggio della Ditta di Bersani. Ma raccontano anche altro. E cioè che, al secondo turno, i candidati del centrosinistra riportano a votare il loro elettorato, ma hanno scarsa capacità di attrazione. E in linea di massima si produce una dinamica per cui il Pd, al secondo turno, perde perché tutte le “opposizioni” confluiscono sul candidato che sfida il Pd. In chiave nazionale, di Italicum, si intravede una roulette russa col voto grillino che confluisce a destra e col voto di destra che confluisce verso i Cinque stelle, quando l’avversario è il Pd.
Andiamo con ordine, partendo dai dati complessivi. Nei 13 comuni capoluogo sopra i 13mila si partiva da 7 (governati dal centro-sinistra) a 6 (governati dal centrodestra). Finisce col centrosinistra a 4, il centrodestra a 7 e due civiche che vincono a Fermo e Nuoro. Dei 7 però il centrosinistra riesce a “riconfermarne” solo due (Lecco e Macerata). Riconquista Mantova e Trani. Ma perde Venezia, Arezzo, Fermo e Nuoro. Federico Fornaro, senatore del Pd, viene considerato un “Celso Ghini”, il mitico uomo dei numeri del Pci, dei tempi moderni. ...
All’Huffington Post consegna la sua prima analisi del voto, attraverso i dati del primo turno. In questi 13 comuni il Pd, che aveva ottenuto il 23 per cento di media nella precedente tornata amministrativa, passa al 19,1. Di fatto perde un elettore su 4. Mentre i candidati passano dal 41,4 al 36.
All’Huffington Post consegna la sua prima analisi del voto, attraverso i dati del primo turno. In questi 13 comuni il Pd, che aveva ottenuto il 23 per cento di media nella precedente tornata amministrativa, passa al 19,1. Di fatto perde un elettore su 4. Mentre i candidati passano dal 41,4 al 36.
Va un po’ meglio nei comuni sopra i 15mila, ma non capoluoghi. Qui la sinistra-sinistra aveva 4 sindaci, ora ne ha 2, il centrosinistra ne aveva 26 e rimane a 26 anche se soltanto 12 sono riconfermati. Il centrodestra passa da 33 a 25. Il centro da tre a uno. Le civiche da 6 a 15. E i grillini, dove vanno al ballottaggio, vincono sempre. Cinque vittorie a cinque stelle. A Gela, città del presidente della Regione Rosario Crocetta il sindaco uscente del Pd Angelo Fasulo è stato travolto dal candidato dei Cinque Stelle Domenico Messinese, che ha preso il 64,5 per cento. Ad Augusta la candidata grillina Cettina di Pietro ha vinto contro un cartello di liste civiche.. Vittoria dei Cinque Stelle anche nei comuni di Venaria Reale (Torino), Porto Torres (Sassari) e Quarto (Napoli), primo comune conquistato in Campania da Beppe Grillo. A Quarto ha vinto contro le civiche, mentre a Venaria Reale contro il Pd. Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Roberto Falcone, al primo turno aveva ottenuto il 17,3, al secondo si è infatti imposto con il 69,1 per cento.
Ed è proprio in questi dati la “chiave” politica del voto, pensando all’Italicum, la legge elettorale per le politiche che prevede il ballottaggio. Se i cinque Stelle vanno al ballottaggio, vincono. Il che significa che sul candidato grillino confluiscono tutti i voti delle opposizioni al Pd. Ma anche quando vince il centrodestra si produce la stessa dinamica. Il Pd non solo restringe i suoi confini elettorali (andando peggio delle Ditta) ma al secondo turno conferma i voti del primo. È percepito come un partito di “sistema” e contro si uniscono nell’elettorato tutte le opposizioni al Pd.
Ecco i numeri di Venezia. Al primo turno Casson prende 46.298 voti (38,01 per cento), Luigi Brugnano, sostenuto da Forza Italia e civiche prende 34.790 voti (28,56) mentre il candidato della Lega Gian Angelo Bellatti 14.482 (11,89) e il grillino Davide Scano 15.348 (12,60). Al secondo turno Casson, di fatto, conferma il risultato del primo con un lieve incremento (47.838), mentre Brugnano raccoglie bene 54.405 voti. Dunque ha una forte capacità espansiva: anche sommati tutti i voti del candidato leghista va oltre. È la stessa dinamica che si produce ad Arezzo. Matteo Bracciali, il pupillo di Maria Elena Boschi, al primo turno prende 18.919 voti (44,21), Alessandro Ghinelli, candidato di tutto il centrodestra – Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega – ne raccoglie 15.393 (35,98). Mentre Massimo Ricci, candidato dei Cinque Stelle 3.879 (9,06). Al secondo turno confluiscono tutti i voti delle opposizioni al Pd su Ghinelli che arriva a 18.651. Mentre il candidato del Pd ha addirittura una lieve flessione rispetto al primo turno 18.043.
Comparando i dati del primo e del secondo turno, il trend è confermato ovunque. Negli 11 comuni dove si è andati al ballottaggio il centrosinistra va al ballottaggio in tutti e 11 e prende esattamente gli stessi voti: un totale di 145.385 al primo, 145.358 al secondo. Soltanto in tre casi prende più voti al secondo, a Lecco e Mantova (dove vince), e Chieti (dove perde). A Venezia, come visto, aumentano di poco. Il centrodestra va al ballottaggio in 8 comuni e passa dai 93.018 voti del primo turno ai 130.515. Una bella cifra. Aumenta di 37.497 voti. Considerando la storica disaffezione degli elettori del centrodestra, poco inclini ad andare al votare al ballottaggio, è un chiaro segnale di confluenza delle opposizioni . Altro dato: il Pd va contro le liste civiche in tre casi e perde a Nuoro e Fermo mentre vince a trani. A Fermo la civica raddoppia da 4.255 a 10.067 e a Nuoro passa da 4.219 a 10.482 (raddoppia e qualcosa di più).--------------------
http://www.huffingtonpost.it/2015/06/15/matteo-renzi-comunali_n_7586200.html?1434381947&utm_hp_ref=italy
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