Vittorio Feltri. L'idea fissa di Enrico: spremere gli italiani...tasse...tassse....tasssse!
Bisogna riconoscere che come rinvia Letta non rinvia nessuno, e penso anche all'Imu. Egli è un fuoriclasse della dilazione. Forza Italia, per solidarietà verso Silvio
Berlusconi assediato dai giudici e in procinto di andare in galera,
comunica che i propri parlamentari rassegnano le dimissioni. I quali si lanciano: rinunciamo alla
cadrega, siamo compatti. La notizia suscita scalpore, indignazione,
rabbia eccetera nella sinistra. Esterrefatto, il capo dello Stato si
affretta a dire: le elezioni anticipate ve le sognate. Tutta roba
scontata. Ciò che fa impressione è altro: i progressisti si mettono le
mani nei capelli. Perché? Se cade il governo - affermano - siamo
rovinati: cosa diranno la Ue e gli Stati Uniti, dove Enrico Letta si è
appena recato col cappello in mano per raccattare due dollari allo scopo
di rinvigorire l'economia patria? Ma chissenefrega - verrebbe spontaneo
replicare - dell'Europa e degli americani, che non mollano mai un
centesimo, semmai ci spennano e chiedono favori? Transeat.......
Poniamo che il premier sia costretto a farsi da parte. Sai che
disastro. Il suo è un esecutivo talmente sciapo che averlo o non averlo
l'è istess, per dirla alla lombarda. Da quando si è insediato, eccelle
soltanto nel manifestare buone intenzioni. Facciamo questo, facciamo
quello; e non combina nulla. L'ultima prodezza all'insegna del tiriamo a
campare l'ha sfornata ieri. Udite udite: l'aumento dell'Iva non ci
sarà. O meglio: è rimandato a gennaio. Bisogna riconoscere che come
rinvia Letta non rinvia nessuno, e penso anche all'Imu. Egli è un
fuoriclasse della dilazione. Si ispira, evidentemente, ai sacri principi
di Giulio Andreotti: non risolvere oggi un problema che potrai
risolvere domani o mai.
L'imposta sul valore aggiunto dunque non cresce subito; in compenso
rincara immediatamente la benzina perché occorre recuperare il mancato
maggiore introito. Come se il prezzo del carburante non incidesse nelle
tasche dei cittadini, dei consumatori e dei produttori. Qui non è
necessario un bocconiano per spiegare un concetto elementare: se
cancelli una tassa e ne metti un'altra uguale, il risultato non cambia.
Qualsiasi cretino è capace, per fare soldi, di inasprire i tributi.
Un
qualunque lavoratore che incassi ogni mese 1.200 euro è consapevole che
non può spenderne 1.300 se non accumulando debiti. Di conseguenza, per
non uscire dal budget, taglia le spese sottoponendo se stesso e la
famiglia a pesanti sacrifici. Letta invece, come d'altronde i suoi
trenta o quaranta predecessori, non taglia niente, neanche le proprie
unghie e, pur di non spremersi le meningi, se gli serve un miliardo lo
preleva a noi.
Un tipo del genere anche se lo perdiamo non scoppiamo a
piangere. Intendiamoci, non ce l'abbiamo con lui, povero ragazzo. Ci
limitiamo a segnalare la sua inconsistenza di statista e anche di
ragioniere. E a ricordargli che Mario Monti almeno parlava di spending
review, cioè revisione della spesa. Non l'ha neppure cominciata, ma
l'idea di realizzarla ce l'aveva. Letta non sa manco che cosa sia. E
dovremmo pregarlo di restare?
FONTE: http://www.ilgiornale.it/news/interni/lidea-fissa-enrico-spremere-italiani-954067.html
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