Il piano di sorveglianza sanitaria sulle popolazioni residenti nei pressi dell'impianto del Gerbido non offre alcuna garanzia. Non sarà in grado di rilevare aumenti significativi (del 10-15%) di eventuali sostanze inquinanti. E costa 2 milioni.
Tra le “garanzie” che le amministrazioni locali hanno proposto in relazione alla costruzione dell’inceneritore del Gerbido, alle porte di Torino, è sempre stato enfatizzato il Progetto di sorveglianza sanitaria sulla popolazione residente nelle vicinanze dell’inceneritore del Gerbido che sarà condotto dall’Asl TO3, dall’Asl TO1 e dall’Arpa. Un piano che dovrebbe rappresentare una garanzia per la salute dei cittadini, al punto che alcuni sindaci in riunioni del Comitato locale di controllo hanno protestato perché non erano stati coinvolti gli abitanti delle loro comunità.
In realtà, tale studio – pur condotto, a quanto sembra, con criteri scientificamente ineccepibili - non offre alcuna sicurezza, proprio per la natura stessa della rilevazione in grado di accertare eventuali sostanze tossiche (diossine e PCB in particolare), solo se si presentano in quantità molto elevata. Lo sostiene Carlo Proietti che, prima di essere un politico (è capogruppo della lista civica di Grugliasco Democratica), è un autorevole specialista in medicina del lavoro. «Un ipotetico aumento dei livelli di assorbimento di diossine e PCB dell’ordine del 10-15% in soli tre anni, è un fatto di assoluto rilievo. Soprattutto in una zona dove negli ultimi 60 anni l’inquinamento ambientale (e conseguentemente l’assorbimento di sostanze tossiche da parte degli esseri umani) è stato estremamente rilevante. Il problema è che il Progetto di sorveglianza sanitaria non è in grado di accertare aumenti di questo livello», spiega.....
Ma in cosa consiste tale programma? «Nel prossimo periodo saranno sottoposte ad accertamenti sanitari 196 persone residenti nella zona in cui è prevista una maggiore ricaduta delle emissioni dell’inceneritore e altrettante persone residenti in un’area che sarà poco interessata da questo inquinamento. Il primo gruppo sarà la “popolazione esposta” ed il secondo sarà il “gruppo di controllo”. Al di là di un accurato controllo della salute di carattere generale, saranno determinati i livelli di assorbimento di una serie di metalli pesanti con analisi di diverse matrici biologiche (sangue o urine). Per due sottogruppi di 50 persone saranno determinati anche i livelli delle diossine e dei PCB. E dopo 3 anni saranno efffettuati i medesimi controlli per rilevare e valutare i cambiamenti intervenuti. I risultati saranno disponibili tra circa quattro anni».
«Per quanto ci è dato di capire – continua il dottor Proietti - lo studio ha basi scientifiche robustissime ed è stato progettato da professionisti altamente qualificati. Occorre anche dire che la qualità scientifica dello studio è stata sottoposta al vaglio di tre professionisti di fama internazionale, tra cui il professor Benedetto Terracini, “padre” dell’epidemiologia dei tumori in Italia. Ma per stessa ammissione di coloro che condurranno le rilevazioni un aumento dei livelli di assorbimento di diossine e PCB dell’ordine del 10-15% non potrà essere registrato. Allora, se il Progetto di sorveglianza sanitaria non è in grado di accertare aumenti di questo livello, possiamo solo asserire che questa sorveglianza sanitaria non s’ha da fare». A voler essere maliziosi verrebbe da pensare che uno studio di questo tipo abbia come obiettivo dimostrare – a priori - che “non è stato documentato un aumento”, tralasciando il fatto che le caratteristiche consentono, appunto, di accertare solamente aumenti estremamente rilevanti. «Oserei dire, aumenti di entità tale da non essere prevedibili».
Nessun commento:
Posta un commento