Introduzione: Un'articolo scritto finalmente da un giornalista/scrittore che, dall'inizio della "guerra" della NATO alla Libia, è andato sul posto per descrivere la verità e non pagato per influenzare negativamente il mondo intero. Da non perdere anche se è abbastanza lungo.
La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza»
George Orwell, La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico, in 1984 (parte II, capitolo 9)
di Paolo Sensini.
La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza»
George Orwell, La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico, in 1984 (parte II, capitolo 9)
di Paolo Sensini.
Sono ormai trascorsi più di due mesi da quando è scoppiata la cosiddetta «rivolta delle popolazioni libiche». Poco prima, il 14 gennaio, a seguito di ampi sollevamenti popolari nella vicina Tunisia, veniva deposto il presidente Zine El-Abidine Ben Ali, al potere dal 1987.
È stata poi la volta dell’Egitto di Hosni Mubarak, spodestato anch’egli l’11 febbraio dopo esser stato, ininterrottamente per oltre trent’anni, il dominus incontrastato del suo paese, tanto da guadagnarsi l’appellativo non proprio benevolo di «faraone». Eventi che la stampa occidentale ha subito definito, con la consueta dose di sensazionalismo spettacolare, come «rivoluzione gelsomino» e «rivoluzione dei loti». La rivolta passa quindi dalla Giordania allo Yemen, dall’Algeria alla Siria. E inaspettatamente si propaga a macchia d’olio anche in Oman e Barhein, dove i rispettivi regimi, aiutati in quest’ultimo caso dall’intervento oltre confine di reparti dell’esercito dell’Arabia Saudita, reagiscono molto violentemente contro il dissenso popolare senza che questo, tuttavia, si tramuti in una ferma condanna dei governi occidentali nei loro confronti. Solo il re del Marocco sembra voler prevenire il peggio e il 10 marzo propone la riforma della costituzione.
Due mesi in cui, una volta poste in standby le vicende di Tunisia ed Egitto, tutti i grandi media internazionali hanno concentrato il loro focus sull’«evidente e sistematica violazione dei diritti umani» (Risoluzione 1970 adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’onu il 26 febbraio 2011) e sui «crimini contro l’umanità» (Risoluzione 1973 adottata dal Consiglio di Sicurezza il 17 marzo 2011) perpetrati da Gheddafi contro il «suo stesso popolo».
Una risoluzione, quest’ultima, priva di ogni fondamento giuridico e che viola in maniera patente la Carta dell’onu. Si tratta insomma di un vero e proprio pateracchio giurisprudenziale in cui una violazione ne richiama un’altra: la «delega» agli Stati membri delle funzioni....continua....
PS: Nulla da aggiungere.
Un saluto da Umberto Marabese.
Un saluto da Umberto Marabese.
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