Un palestinese, detenuto nella base militare di Sde Teiman, circondato da soldati israeliani. Con i militari c’è anche un cane, che si avvicina più volte al prigioniero. I membri dell’IDF alzano gli scudi antisommossa, la visibilità è limitata. Ma si possono intuire i maltrattamenti. Il prigioniero riporta fratture alle costole, emorragie interne. E anche una lacerazione rettale.
Oggi, quel video diffuso nel 2024 ha delle conseguenze nell’ambiente militare di Israele.
Nel mirino c’è la procuratrice generale dell’esercito, Yifat Tomer-Yerushalmi. Secondo le accuse, la massima autorità legale dell’IDF non è coinvolta direttamente negli abusi di Sde Teiman ma è accusata di aver autorizzato la consegna del filmato a un giornalista e di aver tentato di ostacolare le indagini. Il 31 ottobre la donna si era dimessa, poi si era aperto il giallo su una sua improvvisa sparizione, infine è arrivato l’arresto.Le indagini su quanto accaduto nel carcere di Sde Teiman avevano portato inizialmente all’arresto di nove soldati israeliani. L’arresto aveva scatenato le proteste di centinaia di attivisti e politici dell’ala estremista, che avevano chiesto la liberazione dei militari, sostenendo che il video fosse falso. Lo scorso febbraio, una corte militare ha incriminato formalmente cinque di quei soldati, riservisti incaricati della sorveglianza dei detenuti palestinesi a Sde Teiman.
Il caso – e secondo alcune inchieste giornalistiche non sarebbe l’unico – mette in risalto la gestione dei detenuti e l’atteggiamento generale dei militari israeliani nei confronti dei palestinesi. I prigionieri palestinesi sono 11.100, il numero più alto dalla Seconda Intifada. Lo scorso ottobre, Israele ne ha liberati 2.000 nell’ambito dell’accordo con Hamas. L’organizzazione palestinese ha a sua volta consegnato i corpi di due ostaggi israeliani uccisi, mentre altri risultano ancora dispersi.
Ma la vicenda della procuratrice mette anche in evidenza le tensioni nelle Forze di Difesa israeliane, già finite sotto i riflettori dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. L’arresto della procuratrice è significativo: quel filmato evidentemente non sarebbe dovuto uscire e se è uscito è probabile che l’ambiente militare israeliano non sia particolarmente coeso.
Ma non è solo il video a scuotere Israele. Si aggiungono anche le tensioni politiche nel governo di Tel Aviv e le proteste in Israele contro Benjamin Netanyahu. Secondo il primo ministro, la pubblicazione del video ha causato “enormi danni all’immagine dello Stato di Israele e dell’IDF” e ha rappresentato “il più duro attacco propagandistico contro Israele“.
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