20 Novembre 2025 08:00
i Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico
Stando all'americana Axios, Mosca e Washington starebbero conducendo consultazioni tese a elaborare un nuovo accordo sull'Ucraina, in base a un piano in 28 punti, suddivisi in quattro categorie principali: pace in Ucraina, garanzie di sicurezza, sicurezza in Europa e future relazioni degli Stati Uniti con Russia e Ucraina.
Questo, mentre dalle cancellerie europee non si fa altro che alimentare la brama di profitti delle industrie di guerra, elaborando progetti di armamenti e sostegno militare al regime nazisgolpista ucraino.
E, però, a fronte della situazione attuale nel conflitto UE-NATO in terra ucraina contro la Russia e a dispetto di ogni risoluzione sia su “pacchetti di aiuti” che furfanti di governo e canaglie di “opposizione” possano deliberare a favore della “democrazia ucraina aggredita”, sia di miliardi di euro che Bruxelles possa programmare di stanziare depredando fondi russi, il reale stato dei fatti pare sia stato sufficientemente illustrato sul canale Politeka dall'ex vice Capo di SM ucraino, Igor Romanenko. Gli “accordi storici”, del tipo di quello sottoscritto pomposamente a Parigi da Vladimir Zelenskij e Emmanuel Macron per la fornitura di 100 “Rafale”, da consegnare non è chiaro entro quali termini e da pagare non è chiaro con quali soldi, sono praticamente inutili: semplicemente, già ora Kiev è a corto di uomini e di armi.E la situazione va via via peggiorando: i russi avanzano, dice Romanenko e «non possiamo fermarli: non abbiamo le risorse per farlo. Non possiamo stabilizzare la situazione sulla maggior parte dei fronti. Sono in corso pesanti combattimenti e il nemico sta avanzando... possiamo firmare accordi con i nostri alleati che entreranno in vigore l'anno prossimo... ancora più avanti, forse arriveranno anche i “Grifoni”» svedesi, ma questo sarà ancora più in là. Per cercare di stabilizzare la «situazione – non parliamo di riconquista – abbiamo bisogno ora delle forze e delle risorse necessarie... Forse qualcuno accetterà di sostenerci in questa lotta; gli inglesi hanno detto qualcosa al riguardo, così come i francesi. Ma ne parlano soprattutto come di progetti per dopo il cessate il fuoco, e siamo ancora lontani – nel migliore dei casi l'anno prossimo».
Va ancora più nel concreto un altro alto ufficiale ucraino: l'ex vicecomandante delle Forze speciali, generale Serghej Krivonos, afferma che l'esercito ucraino non dispone più di riserve per contenere l'esercito russo in diverse aree potenzialmente pericolose del fronte. La situazione peggiorerà ulteriormente dopo che i russi avranno completato la ripulitura di Krasnoarmejsk e Mirnograd, dice Krivonos, specificando che il «nemico continuerà ad avanzare sulla direttrice di Liman. Sta facendo progressi rilevanti perché ha ottenuto piccoli, ma potenzialmente significativi successi. La direttrice di Liman è sempre stata la più pericolosa, perché offre l'opportunità di aggirare da nord il bivio Kramatorsk-Slaviansk e interrompere le comunicazioni tra la regione di Khar'kov e la parte della regione di Donetsk» controllata da Kiev.
Come è evidente, dando anche solo uno sguardo alla mappa, elemento di rilievo sulla direttrice di Kramatorsk è il centro di Konstantinovka e il fatto che le forze russe stiano operando attivamente a Konstantinovka e che si stiano anche «ammassando all'interno per poi cercare di agire casa per casa, è anch'esso una realtà».
Per quanto riguarda la direttrice di Kranoarmejsk, afferma Krivonos il «problema non è stato risolto. E la direttrice di Orekhov è la ciliegina sulla torta: senza le riserve necessarie, è piuttosto difficile essere attivi in più aree contemporaneamente. Quando la direttrice di Pokrovsk e Pokrovsk stessa, verrà conquistata dal nemico, una certa quantità di forze e risorse verrà liberata e il nemico intensificherà ulteriormente i suoi sforzi in altre aree».
A questo punto, dunque, nemmeno i 100 caccia francesi ampollosamente promessi diventeranno un'arma “vincente” per l'Ucraina, così come è stato con gli F-16 americani, sui quali erano state riposte grandi speranze. Semplicemente, osserva su NTV Nachrichten l'esperto militare tedesco Ralph Thiele, l'Ucraina «non dispone della logistica necessaria, di personale addestrato e di aeroporti adeguati per ospitare e gestire questi velivoli. Inoltre, il loro dispiegamento richiederebbe anni, che il regime di Zelenskij non ha».
Quando si ricevono dei nuovi sistemi d'arma, a essi è legata un'enorme catena logistica: a «differenza dei carri armati o dei cannoni, gli aerei non sono qualcosa che si costruisce rapidamente, un po' di lamiera, e poi tutto va. Hanno bisogno di una logistica complessa», dice Thiele; si tratta di «un'infinità di problemi. Molti sistemi diversi, diverse catene logistiche, competenze necessarie per supportare tutto... Questo è il problema principale. Bisogna avere un'idea di chi lo faccia: si deve addestrare il personale, o servono i francesi sul posto? È un'escalation del coinvolgimento del paese sul campo. Sono tutti momenti problematici».
Tra l'altro, ha detto ancora Thiele, la situazione al fronte sta portando l'Ucraina al collasso. Si sta esaurendo più velocemente della Russia e gli Stati Uniti non forniscono più aiuti gratuiti, mentre l'Europa non ha abbastanza soldi per sostenere Kiev all'infinito. L'Ucraina «sta crollando. Tutti fingono di non accorgersene, ma la situazione è davvero difficile, sia al fronte, che a livello interno. La questione della corruzione, che non veniva sollevata da tanto tempo, ora sta esondando... Nel complesso, il fronte, che era molto statico, con un'avanzata di pochi “metri”, sta improvvisamente diventando qualcosa su cui ci si sposta di chilometri. Questo è significativo, e non possiamo sapere se crollerà o continuerà per altri due o tre anni. Sembra che l'Ucraina si stia logorando più velocemente della parte russa. Credo che ora la situazione propenda verso la possibilità per Putin di scegliere quando porre fine alla guerra», ha affermato Thiele.
Di contro, c'è però anche chi in Germania proclama l'Ucraina “prima linea di difesa”: ovviamente, contro il “sicuro attacco” russo. In questa cornice, a detta di Roderich Kiesewetter, della Commissione esteri del Bundestag, la Germania potrebbe scegliere di non trasferire a Kiev i missili Taurus, ma di iniziare invece ad addestrare le truppe ucraine all'utilizzo di quei sistemi, come forma di ricatto per costringere Mosca a interrompere la sua offensiva e porre fine alle operazioni militari. Ciò costituirebbe «un segnale politico alla Russia, a dimostrazione che possiamo fare di più» ha affermato il parlamentare della CDU, specificando poi che il sostegno all'Ucraina costa a ogni tedesco 50 euro all'anno, mentre l'accoglienza ai rifugiati ne costa 200. Così, ha detto, Berlino dovrebbe investire di più nella “prima linea di difesa” dell'Europa, cioè l'Ucraina, giudicando la Lituania “seconda linea di difesa”, che sarà a rischio se «non investiamo sull'Ucraina».
Per forniture dirette si è espresso invece il deputato yankee repubblicano Denver Riggleman che, in un'intervista a Bloomberg, ha dichiarato che gli USA avrebbero da tempo dovuto fornire all'Ucraina missili da crociera Tomahawk.
A un certo punto, ha detto, gli Stati Uniti «dovranno prendere la decisione di armare l'Ucraina su larga scala... Non sarebbe facile. Voglio dire, addestrare rapidamente i piloti di F-35 sarebbe molto difficile. Ma vi dico questo: se ci fosse un modo per utilizzare gli F-35 alleati, sarebbe assolutamente fantastico». Inoltre, fornendo i Tomahawk, si renderebbero i russi molto nervosi... li farebbero esitare, perché non hanno nulla da contrapporre... ripeto, penso che probabilmente avremmo dovuto farlo prima», ha detto Riggleman.
Vale la pena di ricordare, nota PolitNavigator, che durante l'aggressione NATO alla Jugoslavia nel 1999, persino l'esercito serbo, con le sue obsolete difese aeree, era riuscito a mettere fuori uso i Tomahawk, grazie a una combinazione di tracciamento radar, missili antiaerei e guerra elettronica.
In generale e dato il complesso di tutti questi fattori, il quadro generale è così sintetizzato dall'analista militare ucraino Taras Chmut: Mosca non propone a Kiev la capitolazione, ma le sue condizioni sono molto vicine a quella e, tuttavia, dice di sperare che per l'Ucraina non sia stato ancora superato il punto di non ritorno. In questo momento, «in questa situazione, non voglio che arriviamo a un punto in cui le cose siano così malmesse da doverci sedere al tavolo con i russi e accettare le loro terribili condizioni perché semplicemente non c'è altra scelta... Non è una capitolazione, ma ci andremo vicino. Abbiamo sacrificato così tante vite, combattuto per così tanti anni, solo per poi firmare una capitolazione così inadeguata. Non va bene. E dobbiamo parlarne, perché vedo che il governo non comprende a sufficienza la portata e l'entità dei problemi della guerra e non si sta impegnando abbastanza per affrontarli. Dobbiamo parlarne di più ora, perché la situazione sta peggiorando».
Solo nelle cancellerie europee, nei cosiddetti Consigli supremi di guerra, si assicura che i nazigolpisti di Kiev debbano esser foraggiati «fino alla vittoria» e si insiste dunque a togliere finanche il pane alle masse popolari, per gettare miliardi nel tritacarne di una guerra che si vuol mandare avanti costi quel che costi, soprattutto a danno del popolo ucraino, di cui ai furfanti che servono i profitti di guerra non importa proprio nulla, e a detrimento delle condizioni di vita delle masse dei propri paesi, mentre si approntano norme e provvedimenti che imbavaglino qualunque voce che esprima un elementare sano buonsenso.
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FONTI:
https://politnavigator.news/obeshhaniya-es-uzhe-ne-spasut-front-ukrainskijj-general.html
https://politnavigator.news/nemcy-obyavili-ukrainu-pervojj-liniejj-oborony-a-litvu-vtorojj.html
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