Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ieri mattina, all’alba della Giornata della Memoria – un tempismo perfetto, direi – la Polizia di Stato, la Digos, ha bussato alla porta di un giornalista, Cesare Sacchetti, blogger, titolare di un seguitissimo (oltre quarantamila followers) canale su Telegram. Qui sotto trovate due messaggi scritti dal collega. Perché Sacchetti ha meritato l’attenzione degli sgherri di Lamorgese e di un regime che si avvia a segnare un nuovo record verso il basso, in ciò che concerne l’infamia, dopo l’adozione del Green Pass, la discriminazione verso chi non vuol fare da cavia, le minacce di un membro del governo ai cittadini, la compravendita dei giornali e delle televisioni, le collusioni con Big Pharma e la lista potrebbe continuare. A quanto pare all’origine del blitz poliziesco ci sarebbe questo tweet. Ditemi voi se in quello che una volta era un Paese libero un comportamento del genere è ammissibile.
Carissimi, sono CESARE SACCHETTI GIORNALISTA…
purtroppo stamattina non ho avuto un piacevole risveglio. Mi sono svegliato con gli uomini della Digos che sono venuti ad eseguire un decreto di sequestro del mio cellulare. La mia “colpa” è stata quella di aver fatto il mio lavoro di giornalista libero e indipendente e di aver riportato ciò che fonti qualificate mi hanno detto in merito alle condizioni di salute di Mario Draghi. I magistrati che hanno avviato questo procedimento mi contestano una “prevedibile istigazione ad una reazione nel contesto eversivo antigovernativo NO VAX” per via della pubblicazione di “notizie false”. Sarebbe interessante sapere che razza di reato è quello che presume una immaginaria reazione nel contesto eversivo antigovernativo NO VAX ,e soprattutto sarebbe altrettanto interessante sapere perché quello che ho scritto sarebbe falso visto che il diretto interessato non ha detto nemmeno una parola al riguardo. Fino a prova contraria, avere delle opinioni e riportare delle notizie che in nessun modo contengono un incitamento alla violenza, è consentito in uno stato di diritto. Mi rendo conto però che non siamo in uno stato di diritto, ma in un regime. Scriverò un articolo dettagliato in merito a questa vicenda e lo pubblicherò nel mio blog e nel mio canale Telegram. Vi chiedo di avere pazienza perché non ho la disponibilità del mio telefono cellulare e per un po’ usero il computer. Quello che vi chiedo di fare è di non lasciarvi andare in nessun modo allo sconforto. Queste intimidazioni finiranno molto presto. La giustizia sarà ristabilita. Se questo regime pensa di intimidirmi e intimidirci così, si sbaglia di grosso. La nostra determinazione e resistenza potrà soltanto crescere e diventare ancora più forte.
IN FEDE…
E più tardi:
Vi aggiorno il prima possibile con un articolo più esaustivo sulla vicenda di stamane. Intanto alcuni legali mi hanno fatto sapere che sarebbero stati violati i miei diritti di difesa e che tutta la procedura è alquanto anomala, se non chiaramente intimidatoria. Vi faccio notare anche la tempistica al riguardo. Non appena ho iniziato a smascherare le psy-op della falsa controinformazione, caso Biscardi e fantomatica terza guerra mondiale, gli attacchi contro di me, già in corso da tempo, sono incrementati esponenzialmente. Questo canale è nel mirino perché non è controllato dal potere come purtroppo moltissimi altri canali qui su Telegram che purtroppo per il 90% sono ormai disinformazione controllata dal sistema. Quello accaduto stamane è la mossa della disperazione di un regime che oggi ha commesso il suo errore più grande.
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