Migranti, Austria convoca vertice senza Ue e Grecia
Vienna riunisce i paesi balcanici per varare misure restrittive nei
confronti dei richiedenti asilo. Controlli del Belgio ai confini con la
Francia.
Migranti ai confini (ansa)BRUXELLES -
L'Austria sfida ancora l'Ue. Dopo aver definito "legali" i tetti
introdotti sull'accoglienza ed il transito dei richiedenti asilo, i
ministri austriaci Sebastian Kurz e Johanna Mikl-Leitner hanno invitato
domani a Vienna gli omologhi di Albania, Bosnia, Bulgaria, Kosovo,
Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Molte di queste
capitali stanno già seguendo l'esempio dell'Austria quanto a misure e
controlli restrittivi e l'incontro di domani, ha tutte le
caratteristiche di un contro-vertice, sia perché sono stati platealmente
tagliati fuori Commissione Ue, presidenza olandese di turno, e Grecia,
sia perché per giovedì a Bruxelles, era già stata organizzata una
colazione di lavoro con i Balcani e la Turchia.
Il premier greco Alexis Tsipras ha accolto con grande disappunto la
notizia del vertice convocato dall'Austria. Il portavoce dell'esecutivo
Ue Natasha Bertaud ha espresso "preoccupazione" per il formato irrituale
della riunione, mentre il commissario Dimitris Avramopoulos ed il
ministro dell'Interno olandese Klaas Dijkhoff hanno ammonito: "Tutti gli
Stati membri agiscano in uno spirito congiunto di solidarietà e
responsabilità". In serata, Avramopulos ha scritto al ministro austriaco
sollecitandola a "riconsiderare le misure unilaterali".....
La preoccupazione della Grecia è giustificata. Dopo il rafforzamento dei
controlli alle frontiere dei Paesi della rotta balcanica, ed in
particolare a quella macedone - dove nell'area di Idomeni le autorità di
Atene hanno portato via a bordo di bus centinaia di migranti rimasti
bloccati dopo i controlli - il rischio di crisi umanitarie è più vicino.
Bruxelles ha chiesto a "tutti" sul percorso "di preparare piani di
emergenza". E anche l'Unhcr guarda preoccupato "il caos" che si sta
creando in vari punti delle frontiere.
Il primo ministro ceco Bohulasv Sobotka, facendosi portavoce anche degli
altri tre Paesi di Visegrad (Ungheria, Slovacchia, Polonia) è tornato a
caldeggiare il rafforzamento della frontiera tra Macedonia e Grecia,
dove molti Stati stanno inviando contingenti di rinforzo. Rafforzano la
Macedonia e non la Grecia, fanno osservare fonti Ue.
Nel timore che i nuovi controlli producano cambiamenti di rotte, il
ministro dell'Interno albanese Saimir Tahiri si è incontrato con
Avramopoulos in cerca di rassicurazioni. Perché nonostante un calo del
40% di arrivi di migranti a gennaio rispetto a dicembre registrato da
Frontex, i flussi dalla Turchia, già a febbraio sono risaliti, e sembra
che il Paese della Mezzaluna non stia collaborando come dovrebbe.
In queste ore una missione della Commissione è ad Ankara, per capire
come andare avanti. Il piano d'azione Ue-Turchia sarà al centro del
vertice straordinario dei leader dei 28 col premier Ahmet Davutoglu,
fissato per il 7 marzo. Prima di allora è impensabile che la Commissione
europea presenti le sue proposte per una revisione del Regolamento di
Dublino. Intanto il direttore esecutivo di Frontex avverte sul futuro
che attende l'area Schengen: il numero di arrivi nel 2016 sarà pari a
quello del 2015.
Il Belgio, intantoi, ha deciso di introdurre i controlli alle frontiere
con la Francia per evitare che i migranti sgomberati dalla Giungla di
Calais cerchino riparo sul suo territorio. Ma il tribunale
amministrativo di Lille ha rinviato la decisione sulla legittimità dello
smantellamento della tendopoli, e anche l'ultimatum ai migranti è
slittato.
Il rischio è che nell'area portuale di Zeerbrugge ne arrivino a
migliaia, avverte il ministro dell'Interno belga Jan Jambon, che sul
confine ha inviato 250-290 poliziotti al giorno.
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