PENSIONI IN ROSSO
Inps, patrimonio azzerato in quattro anni
Per il 2014 un buco da quasi cinque miliardi
Nonostante le riforme la
spesa continua a crescere. Pubblichiamo il bilancio di previsione
dell'Istituto, ultimo documento firmato dal presidente dimissionario
Antonio Mastrapasqua. Un'erosione da oltre quaranta miliardi, deficit
dei fondi previdenziali: a reggere il sistema sono partite Iva e
collaboratori a progetto
di DANIELE AUTIERI
L'ultima firma del presidente Antonio Mastrapasqua all'Inps è
stata anche la più sofferta.
A riportarla in calce è il documento N° 1091, registrato al
protocollo il 10 gennaio scorso, e tuttora riservato. Al suo interno è
contenuta la
Relazione sul bilancio di previsione per il 2014, un lungo rendiconto finanziario di 85 pagine dentro le
quali si trova il dato più preoccupante: nel corso dei prossimi mesi il
patrimonio dell'Istituto sarà azzerato. Secondo la Relazione di
Mastrapasqua, confermata nel quadro generale per il 2014 redatto dal
direttore generale Mauro Nori, negli ultimi quattro anni il paracadute
patrimoniale dell'Istituto è stato consumato ed è passato dai circa 40
miliardi di euro del 2009 (primo anno di gestione Mastrapasqua) ai -4,5
miliardi previsti per il 31 dicembre 2014.......di DANIELE AUTIERI
L’erosione del patrimonio Inps negli ultimi anni
Fonte: Bilanci Consuntivi Inps e Bilancio Previsionale 2014
ANNO | MILIARDI DI EURO |
---|---|
2009 | 41,5 |
2010 | 29,5 |
2011 | 24,6 |
2012 | 21,2 |
2013 | 21,4 |
Previsioni 2014 | -4,5 |
Quale futuro attende allora le pensioni degli italiani? Oltre alla perdita delle riserve, il bilancio di previsione annuncia un altro dato drammatico: l'Inps chiuderà il 2014 con un disavanzo complessivo di 12 miliardi di euro. Questo significa che le uscite supereranno di gran lunga le entrate. E non solo per l'anno in corso. Il documento 1091 prevede infatti un disavanzo ancora elevato nei prossimi anni: 10,6 miliardi nel 2015 e 10,4 nel 2016. Quanto basta per ammettere che il buco è strutturale.
L'ultimo regalo del governo. Le risultanze raccolte nel bilancio di previsione non sono un segreto per il presidente del Consiglio Enrico Letta e per i ministri delle Finanze e del Lavoro, Saccomanni e Giovannini. Consapevole della gravità dei numeri, l'esecutivo è venuto in soccorso dell'Inps prevedendo nella legge di Stabilità approvata il 27 dicembre scorso la cancellazione di alcune passività patrimoniali accumulate dall'ex-Inpdap (oggi confluito nella grande Inps) nei confronti dello Stato per un totale di 25,1 miliardi di euro.
Lo sconto sui debiti pregressi, una volta inserito a bilancio, permetterà all'Inps di riportare per qualche mese il suo patrimonio in attivo. Si tratta però di un palliativo, un semplice artificio contabile che non cambia le carte in tavola. "Quei soldi - spiega oggi Gian Paolo Patta, membro del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps - non arriveranno materialmente, ma sono solo una posta positiva da iscrivere a bilancio per far quadrare i conti. Inoltre, il regalo del governo non incide sulle cause strutturali del passivo e il suo beneficio sarà annullato nel giro di pochi mesi quando il disavanzo miliardario continuerà ad erodere le riserve dell'Istituto".
La verità va oltre i vantaggi garantiti dalla legge: il sistema non si sostiene senza l'aiuto finanziario dello Stato (ammontano a 103 miliardi i debiti dell'Inps verso il ministero delle Finanze), il deficit cresce di anno in anno e con esso le diseguaglianze.
Quanto costano i vertici dell’Inps
Fonte: Bilancio di previsione 2014 Inps
Nuovi poveri e vecchi ricchi. Nessuna operazione di
maquillage contabile è in grado di mascherare il profondo rosso
accumulato dalla maggior parte dei fondi pensione. La Relazione del
presidente rivela che alla fine del 2014 il fondo pensioni dei
lavoratori dipendenti registrerà un passivo di 119 miliardi di euro;
quello dei coltivatori diretti di 80 miliardi; quello degli artigiani di
48 miliardi. Un buco patrimoniale di quasi 250 miliardi di euro coperto
a fatica solo da due fondi: i lavoratori parasubordinati, in attivo di
96 miliardi, e le prestazioni temporanee dei lavoratori dipendenti
(quindi contributi per malattie, maternità, disoccupazione), in attivo
di 179 miliardi. "Questi due fondi - commenta Patta - sono la
cassaforte, la banca che ha permesso di portare a "soli" -4,5 miliardi
di euro il passivo del patrimonio Inps. Ma ciò significa che diverse
decine di miliardi versati dai lavoratori per il sostegno al reddito,
alla malattia e alla disoccupazione vengono in realtà utilizzati per
sanare il buco degli altri fondi previdenziali". Questa è la solidarietà
al contrario del sistema pensionistico italiano: i nuovi poveri
(collaboratori a progetto e partite Iva) pagano le pensioni ai vecchi
ricchi (lavoratori dipendenti), ultimi sopravvissuti di una stabilità
lavorativa che non esiste più.
USCITE ORGANI DELL'ENTE | COSTI |
---|---|
Compensi fissi e oneri del Presidente | 220.000 € |
Compensi fissi membri del Consiglio di indirizzo e vigilanza, e degli altri comitati | 409.500 € |
Oneri per emolumenti fissi membri del collegio dei sindaci | 2.403.000 € |
Rimborso spese al Presidente | 45.000 € |
Gettoni di presenza e rimborso spese membri dei comitati regionali | 423.710 € |
Rimborso spese membri collegio sindacale e al magistrato Corte dei Conti delegato | 35.300 € |
Rimborso spese membri del Consiglio di indirizzo e vigilanza, e degli altri comitati | 607.841 € |
Totale uscite per gli organi dell’ente | 4.144.351 € |
La situazione patrimoniale dei principali fondi previdenziali
Fonte: Bilancio di previsione 2014 Inps
CATEGORIE | MILIARDI DI EURO |
---|---|
Lavoratori dipendenti | -119,4 |
Coltivatori diretti | -80,1 |
Artigiani | -48,2 |
Commercianti | 1 |
Parasubordinati | 96,7 |
Gestione speciale dipendenti della Pubblica amministrazione | -37,7 |
Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti | 179,9 |
Totale gestioni previdenziali | -3,8 mld |
Lo strano caso del trasporto aereo. Nella foresta pietrificata dei fondi pensione, ci sono alcune partite più intricate di altre. Il fondo speciale per il sostegno al reddito e all'occupazione del personale impiegato nel settore del trasporto aereo appare - a tutti gli effetti - come un classico fondo di solidarietà. Eppure i contributi vengono versati solo in minima parte dai lavoratori. Il grosso del sostegno finanziario arriva da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco che ogni cittadino paga quando acquista biglietti aerei in Italia. L'imposta è stata prevista la prima volta nel decreto legge del 31 gennaio 2005, mentre con la legge 166 del 2008 il contributo è salito da 1 a 3 euro. Scrive la Corte dei Conti nella sua ultima relazione del novembre 2013: "Una gestione di sostegno, istituita originariamente sullo schema dei fondi di solidarietà e quindi in autofinanziamento, si è tramutata in una singolare gestione quasi totalmente alimentata da risorse pubbliche, con una quota assolutamente irrilevante di contribuzioni proprie". Nel 2012, a seguito delle denunce della Corte, una nuova legge ha disposto la cancellazione del fondo, ma la sua attività è stata nuovamente prorogata fino alla fine dello scorso anno e oltre.
La Corte dei Conti lancia l'allarme. Il trasferimento interno di risorse finanziarie per coprire i buchi di alcuni fondi non è sfuggito alla Corte dei Conti. Antonio Ferrara, il magistrato delegato della Corte presso l'Inps ha ribadito nella sua relazione annuale: "La tenuta dei fondi e quindi del bilancio generale dell'Istituto continua a poggiare principalmente sugli avanzi economici della gestione dei parasubordinati e su quelli patrimoniali delle prestazioni temporanee, e si fonda su un meccanismo di prestiti interni che rappresentano tuttavia il frutto di mere operazioni contabili e si traducono in corrispondenti iscrizioni di crediti finanziari correnti". L'equilibrio finanziario del sistema pensionistico italiano si regge quindi su "mere operazioni contabili", che tappano un buco momentaneo, ma aprono una voragine sul futuro, quando il popolo dei collaboratori a progetto busserà alle porte dell'Inps per avere la pensione che gli spetta.
Quanto incide la spesa pensionistica sul Pil
Fonte: Bilanci Inps e Bilancio di previsione 2014
Il futuro è incerto. Oltre il caso Mastrapasqua
piombato sul tavolo di Enrico Letta e del ministro Enrico Giovannini e
concluso con le dimissioni del presidente, c'è una questione molto più
delicata da risolvere: quella del riequilibrio dei conti. È questo il
primo dossier che attende il nuovo presidente, chiamato a mettere mano
sul disavanzo dei numeri e sull'imbarazzo degli squilibri sociali tra
una gestione previdenziale e l'altra. Purtroppo le aspettative sui costi
non gli vengono in soccorso. Rivela il bilancio di previsione: dal 2010
alla fine dell'anno in corso la spesa pensionistica è continuata e
continuerà a salire. Era l'11,5% del Pil nel 2010 e sfiorerà il 16% al
31 dicembre 2014. Radiografia di un Paese più vecchio. E più ingiusto.
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/02/04/news/pensioni_in_rosso-77656551/ANNO | INCIDENZA % |
---|---|
2010 | 11,50 % |
2011 | 11,51 % |
2012 | 11,60 % |
2013 | 16,21 % |
2014 | 15,94 % |
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