specie in situazioni estranee alle determinazioni
assunte dalle Camere, e cioè al di fuori dei casi di negazione della
fiducia o di successiva revoca della stessa": così recita la
mozione sulla parlamentarizzazione della crisi di Governo, tutt'ora
vigente. C'è solo un modo per arginare questa deriva: il Paese ha
bisogno di un nuovo Presidente della Repubblica e di elezioni al più
presto." Riccardo Fraccaro, M5S Camera
Leggi la mozione del 1991 calpestata da Napolitano:
http://www.riccardofraccaro.it/wp-content/uploads/2014/02/060-mozione-su-parlamentarizzazione-crisi-di-Governo.pdf
......
"Siamo di fronte ad una crisi extraparlamentare, derivante dalle
faide interne ad un partito fuori controllo, che deve necessariamente
essere formalizzata con un passaggio alle Camere. Negare questa
procedura significa calpestare il Parlamento. Il Presidente della
Repubblica continua ad abusare del proprio ruolo e vuole collezionare un
nuovo capo d'accusa per l'impeachment. Il 15 gennaio 1991 è stata
infatti approvata una mozione che impegna espressamente il Governo,
qualora intenda rassegnare le dimissioni, a darne previa comunicazione
motivata alle Camere. Da allora in poi la parlamentarizzazione della
crisi è sempre stata rispettata da tutti i capi di Stato, con la sola
eccezione di Giorgio Napolitano. È la terza volta che infrange questo
principio durante il suo doppio mandato. Per Re Giorgio gli atti di
indirizzo politico approvati dalle istituzioni democratiche sono carta
straccia, obbedisce solo ai suoi capricci da padre padrone. Napolitano
non può espropriare il Parlamento dal ruolo che la Costituzione gli
riconosce, "Leggi la mozione del 1991 calpestata da Napolitano:
http://www.riccardofraccaro.it/wp-content/uploads/2014/02/060-mozione-su-parlamentarizzazione-crisi-di-Governo.pdf
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