PS: << Per quale ragione due milionari in €, molto
compiaciuti di se stessi, annunciano il prossimo appuntamento,
strappandosi braccia e spiaccicandosi gelati e dolci sulla faccia? >>.... e noi paghiamo...e noi paghiamo ....!
umberto marabese
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Consigli non richiesti. La Cancellieri mi fa orrore per quello che so della sua inadeguatezza morale e politica. Ma, nel caso di Giulia Ligresti, ha rivendicato plausibili ragioni umane e perfino personali. In realtà, nel difendersi, ha mancato per non aver espresso la verità e, probabilmente, la sua intima convinzione. Giulia Ligresti non andava mandata a casa per ragioni di salute, ma perché sicuramente innocente. La Cancellieri avrebbe dovuto denunciare la violenza giudiziaria che si è abbattuta sulla donna solo per il cognome, al di là di ogni reale complicità o responsabilità diretta nelle vicende del padre. In quel caso il ministro avrebbe dovuto pretendere che il magistrato, invece dell'ordine di arresto, esibisse gli elementi probatori per giustificarlo. Nei fatti dell'inchiesta non ce n'è uno, neanche relativo a una responsabilità formale. Con il rito abbreviato è stata condannata un'innocente, facendole pagare di chiamarsi Ligresti. Con questa posizione la Cancellieri avrebbe aperto un fronte di guerra con la magistratura, ma avrebbe dato una certezza di giustizia e non di privilegio personale alla sua azione. Ripeto: non ho fiducia nella Magistratura e so che Giulia Ligresti è innocente......
***
Dall'intervista a Guido Ceronetti di Silvia Truzzi, «inviata a Siena» del Fatto: «La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia è: come stai?» Nei suoi disappunti e nei suoi malumori, il pensiero di Ceronetti coincide con il mio. In questo passaggio sommamente.
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Non so se Ceronetti avrà avuto occasione di vederlo(come non credo), ma sono certo che mostrerebbe la mia stessa reazione di disgusto per la volgarità dello spot di Fabio Fazio e Luciana Litizzetto per il Festival di Sanremo. Per quale ragione due milionari, molto compiaciuti di se stessi, annunciano il prossimo appuntamento, strappandosi braccia e spiaccicandosi gelati e dolci sulla faccia? Credono di essere spiritosi? Vogliono far ridere? Appaiono penosi e patetici. L'effetto è improbabile e ripugnante. Per denaro si fa di tutto, anche se non si vuole dire niente. Ma, se la vena comica prevale, come conciliarla con il sussiegoso perbenismo? E perché non una torta in faccia anche per Massimo Gramellini? Il modello supremo di riferimento, Enzo Biagi, non sarebbe stato al gioco.
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Domenica scorsa Giampiero Mughini insisteva sulla colpevolezza, per il reato di estorsione, di Fabrizio Corona, dimostrato da tre gradi di giudizio. Io, che non ho nessun grado di fiducia nella magistratura, condizionata da fattori politici e sociali di costume, gli avrei ricordato, per dire, che anche L'Ultimo Tango a Parigi di Bertolucci fu condannato per oscenità alla distruzione, dopo tre gradi di giudizio. Lo si guardi oggi, e si capirà il clamoroso errore giudiziario. Corona è stato condannato per ragioni (anche) politiche e (anche) morali, così come Berlusconi è stato condannato per ragioni politiche.
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Il Fatto osserva come il ministro dell'Interno Angelino Alfano si trovi davanti a un bivio: prorogare di sei mesi lo scioglimento per mafia del Comune di Reggio Calabria o avviarlo a nuove elezioni? In ogni caso un atto arbitrario, ma, nel caso di rinuncia alla proroga, sarà difficile non pensare a un favore governativo al presidente della Regione Scopelliti, già sindaco di Reggio Calabria e compagno di partito e di destino di Alfano nel Nuovo Centrodestra. L'inflessibile Alfano, che ha naturalmente prorogato anche lo scioglimento del Comune di Salemi, nella più assoluta insussistenza di motivazioni, si mostrerà indulgente e rispettoso solo nel caso di Reggio, correggendo l'errore della Cancellieri?
press@vittoriosgarbi.it
http://www.ilgiornale.it/news/interni/992860.html
umberto marabese
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Consigli non richiesti. La Cancellieri mi fa orrore per quello che so della sua inadeguatezza morale e politica. Ma, nel caso di Giulia Ligresti, ha rivendicato plausibili ragioni umane e perfino personali. In realtà, nel difendersi, ha mancato per non aver espresso la verità e, probabilmente, la sua intima convinzione. Giulia Ligresti non andava mandata a casa per ragioni di salute, ma perché sicuramente innocente. La Cancellieri avrebbe dovuto denunciare la violenza giudiziaria che si è abbattuta sulla donna solo per il cognome, al di là di ogni reale complicità o responsabilità diretta nelle vicende del padre. In quel caso il ministro avrebbe dovuto pretendere che il magistrato, invece dell'ordine di arresto, esibisse gli elementi probatori per giustificarlo. Nei fatti dell'inchiesta non ce n'è uno, neanche relativo a una responsabilità formale. Con il rito abbreviato è stata condannata un'innocente, facendole pagare di chiamarsi Ligresti. Con questa posizione la Cancellieri avrebbe aperto un fronte di guerra con la magistratura, ma avrebbe dato una certezza di giustizia e non di privilegio personale alla sua azione. Ripeto: non ho fiducia nella Magistratura e so che Giulia Ligresti è innocente......
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Dall'intervista a Guido Ceronetti di Silvia Truzzi, «inviata a Siena» del Fatto: «La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia è: come stai?» Nei suoi disappunti e nei suoi malumori, il pensiero di Ceronetti coincide con il mio. In questo passaggio sommamente.
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Non so se Ceronetti avrà avuto occasione di vederlo(come non credo), ma sono certo che mostrerebbe la mia stessa reazione di disgusto per la volgarità dello spot di Fabio Fazio e Luciana Litizzetto per il Festival di Sanremo. Per quale ragione due milionari, molto compiaciuti di se stessi, annunciano il prossimo appuntamento, strappandosi braccia e spiaccicandosi gelati e dolci sulla faccia? Credono di essere spiritosi? Vogliono far ridere? Appaiono penosi e patetici. L'effetto è improbabile e ripugnante. Per denaro si fa di tutto, anche se non si vuole dire niente. Ma, se la vena comica prevale, come conciliarla con il sussiegoso perbenismo? E perché non una torta in faccia anche per Massimo Gramellini? Il modello supremo di riferimento, Enzo Biagi, non sarebbe stato al gioco.
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Domenica scorsa Giampiero Mughini insisteva sulla colpevolezza, per il reato di estorsione, di Fabrizio Corona, dimostrato da tre gradi di giudizio. Io, che non ho nessun grado di fiducia nella magistratura, condizionata da fattori politici e sociali di costume, gli avrei ricordato, per dire, che anche L'Ultimo Tango a Parigi di Bertolucci fu condannato per oscenità alla distruzione, dopo tre gradi di giudizio. Lo si guardi oggi, e si capirà il clamoroso errore giudiziario. Corona è stato condannato per ragioni (anche) politiche e (anche) morali, così come Berlusconi è stato condannato per ragioni politiche.
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Il Fatto osserva come il ministro dell'Interno Angelino Alfano si trovi davanti a un bivio: prorogare di sei mesi lo scioglimento per mafia del Comune di Reggio Calabria o avviarlo a nuove elezioni? In ogni caso un atto arbitrario, ma, nel caso di rinuncia alla proroga, sarà difficile non pensare a un favore governativo al presidente della Regione Scopelliti, già sindaco di Reggio Calabria e compagno di partito e di destino di Alfano nel Nuovo Centrodestra. L'inflessibile Alfano, che ha naturalmente prorogato anche lo scioglimento del Comune di Salemi, nella più assoluta insussistenza di motivazioni, si mostrerà indulgente e rispettoso solo nel caso di Reggio, correggendo l'errore della Cancellieri?
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