Doppie tessere, doppi gruppi e doppia morale nel partito del rigore. Fassino mantiene tre incarichi, Lubatti due. I democratici Bresso e Stara restano in gruppi consiliari autonomi. E le regole?
Fatta la legge, trovato l’inganno. Il Pd si costituisce, si autoregolamenta, si legittima agli occhi dei propri elettori e attivisti. Eterni dibattiti per redigere uno statuto condiviso, ma alla fine resta tutto immutato. In Piemonte non si contano i casi di doppi incarichi, doppie tessere, doppie morali. Tutto ebbe inizio l’aprile scorso, quando è proprio Lo Spiffero a porre i riflettori sulla doppia candidatura alle allora imminenti elezioni amministrative di Silvio Viale, radicale, inserito a Torino nelle liste del Partito democratico a sostegno di Piero Fassino e nella lista Legalizziamo Milano per Giuliano Pisapia. E’ il terremoto: l’onorevole Stefano Esposito ne chiede il depennamento e l’ala cattolica del partito prende la palla al balzo e lo segue a ruota. Il segretario regionale Gianfranco Morgando si sente di dover fare chiarezza e invia a tutti gli iscritti una missiva nella quale si specifica che «Sono escluse dalla registrazione nell’anagrafe degli iscritti e nell’albo degli elettori del Pd le persone appartenenti ad altri movimenti politici o iscritte ad altri partiti politici o aderenti, all’interno delle assemblee elettive, a gruppi consiliari diversi da quello del Partito democratico...continua: http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=5&id=1777
PS: Mi viene in mente le solite risposte sul Governo nazionale di Berlusconi:<<...maggioranza ampia, forte e sopratutto coesa...>>.
Una buona giornata da umberto marabese
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