giovedì 4 marzo 2021

M5S, Rousseau lancia il manifesto Controvento: «No poltrone, sì ribelli». Cinque Stelle: «È guerra»

 



L’associazione guidata da Davide Casaleggio si smarca dalle scelte di Beppe Grillo e del M5S. «Vogliamo ripartire, essere codice etico, smetterla di fare i moderati».

Franco Stefanoni

Un manifesto «per tornare a volare alto e diventare codice etico per la nostra azione». Senza pensare alle poltrone, senza sventolare bandiere, smettendola di fare i moderati, ma con idee ribelli. L’Associazione Rousseau guidata da Davide Casaleggio scende in campo dal Blog delle Stelle e su Facebook annunciando la nascita del Manifesto ControVento, la cui presentazione ufficiale è prevista per il 10 marzo. «È arrivato il momento di riattivare i motori e cominciare la nostra corsa controvento», è una delle frasi. Un «atto di guerra, stavolta si è passato il segno», dicono a caldo nel M5S, i cui vertici si dicono all’oscuro dell’iniziativa. Il manifesto spiega infatti d’ispirarsi anche alle idee di Beppe Grillo (insieme a quelle di Dario Fo, Adriano Olivetti, Francesco d’Assisi, Mahatma Ghandi, Giorgio Gaber e Gianroberto Casaleggio padre di Davide), ma la strada presa da Casaleggio jr è contrapposta a quella di Grillo. I sì di quest’ultimo si scontrano infatti con i no del figlio del co-fondatore dei Cinque stelle.

«Ritornare a volare»

Nei giorni in cui le tensioni nel M5S sembrano arrivate al massimo per le divergenze su quale futuro dare al Movimento (Grillo è per Giuseppe Conte leader, mentre Casaleggio resta fedele al direttivo a cinque votato dagli attivisti), e sui rapporti tra Cinque Stelle e piattaforma Rousseau, l’associazione si smarca definitivamente. «Dobbiamo sfidare il vento del “si è sempre fatto così”», è scritto, «dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con tutte le idee e dobbiamo decidere se essere dei segnavento degli umori del momento o se correre controvento e ritornare a volare». Per poi ammonire: «Dobbiamo anteporre le idee alle persone, le riforme alle poltrone, l’esempio personale al cambiamento che vogliamo vedere negli altri». A fronte dei problemi di pagamenti da parte degli eletti, degli espulsi, dei contratti contestati, dei paventati scioperi dei contributi nei confronti di Rousseau, di ipotesi di sganciare i Cinque Stelle dall’associazione, di richieste di disiscrizioni (senza lasciare il M5S però), il lancio del manifesto contiene annunci come: «Non è più tempo di accontentarsi. Non è più tempo di limitare l’immaginazione. Non è più tempo di avere sogni moderati. È tempo di confronto, di idee ribelli, di sogni che non siano bollati di utopia da chi non ha capacità, voglia o coraggio di realizzarli».

«Alla fine è stato Casaleggio a dirci addio»

Mentre Grillo dal suo blog rivendica la scelta di appoggiare Draghi al governo e Conte nel M5S, carica di peso il fatto di avere ottenuto un ministero per la Transizione ecologica, parla di papa Francesco e di rivoluzione Mite, il mondo Cinque Stelle inizia a fare i conti con quanto deciso da Casaleggio. Immediate le reazioni tra i parlamentari M5S. «Mi pare chiaro che l’associazione #Rousseau abbia deciso di spiegare le vele e andare per conto suo. Buona fortuna!». Ha scritto su Twitter il deputato M5S e presidente della commissione Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli. Il deputato Gianluca Vacca, ex sottosegretario alla Cultura nel primo governo Conte, ha dichiarato all’Adnkronos: «Il post di poco fa sembra un attacco al Movimento. A questo punto credo che non ci siano più margini di ricomposizione della frattura, sempre più insanabile». Per Nicola Morra, senatore M5S espulso per il no alla fiducia al governo Draghi: «...vola solo chi osa farlo», citando Luis Sepulveda. Mentre Stefano Patuanelli, ministro alle Politiche agricole, a LaPresse dice: «Auguri a Rousseau. Il movimento non va di bolina ma col vento in poppa e con Conte». Seguito da Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera: «Penso che sia arrivato il momento che le strade si dividano. L’ho sempre detto, lo sostengo da diverso tempo. Si doveva arrivare a una risoluzione del contratto. Avevamo sempre posto la questione con il think tank Parole Guerriere. Le ingerenze sono diventate insopportabili». Duro il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia: «L’addio alla fine ce lo ha dato lui, la nascita del manifesto ControVento parla chiaro e va in quella direzione. Rousseau è un partito politico nel M5S che lavora contro il Movimento e con i soldi dei suoi parlamentari».


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