PS: << Come va a finire >> ...un po', anzi, un po' troppo presuntuoso o veggente come il mago Otelma...?
(di Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano del 7 Aprile 2018) –
Problema. Posto che i 5Stelle vogliono l’accordo soltanto col Pd o con Matteo Salvini, ma non vogliono vedere Silvio Berlusconi, sennò i loro elettori li linciano; posto che il Pd, per dirla con lo staff di Sergio Mattarella, risulta finora “non pervenuto” e, salvo improbabili miracoli last minute, continuerà a non pervenire fino alla definitiva cancellazione per mano di Matteo Renzi che lavora a un nuovo partito alla Macron (casomai non bastassero quelli esistenti); posto che Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di sganciarsi da Silvio Berlusconi per non spaccare la coalizione e restare il leader della prima coalizione anziché del terzo partito, disposto anche a un premier “terzo” che non sia né lui né Luigi Di Maio; posto che Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di allearsi con i pericolosi “pauperisti e giustizialisti” a 5Stelle; posto che dunque l’unica combinazione possibile prima del ritorno al voto è centrodestra più 5Stelle meno Berlusconi: come far sparire Berlusconi dal centrodestra senza spaccare il centrodestra? Possibili soluzioni, con eventuali relative controindicazioni....
1. Berlusconi entra nella maggioranza con Lega e 5Stelle e anche nel governo con uomini suoi, i quali però parteciperanno ai Consigli dei ministri mascherati e dunque irriconoscibili, grazie ad appositi cappucci neri forniti direttamente dall’anziano leader, che ne conserva uno stock ancora in buono stato dai tempi della P2. Così Alessandro Di Battista potrà continuare le sue pubbliche letture della sentenza Dell’Utri davanti alla villa di Arcore. Il rischio è che i ministri berlusconiani incappucciati vengano scoperti al primo Cdm, quando chiederanno la grazia per Marcello Dell’Utri.
2.Berlusconi entra nella maggioranza con Lega e 5Stelle, ma non nel governo, cioè non piazza alcun ministro e regala i suoi voti gratis con l’appoggio esterno (più di quanto già non sia esterno uno che non può metter piede in Parlamento), nella speranza che gli elettori dei 5Stelle non lo notino in base al principio “lontan dagli occhi lontan dal cuore”. Siccome però il suo concetto di “gratis” è piuttosto restrittivo e il suo concetto di “cuore”, anche per via della prossimità, coincide con quello di “portafogli”, il Caimano si riserva di far bocciare tutte le norme che contravvengano gli ideali più alti del partito.
E cioè quelle in materia di mafia, camorra, ’ndrangheta, corruzione giudiziaria e non, frode fiscale, falso in bilancio, falsa testimonianza, prostituzione minorile e non, monopoli televisivi, assicurazioni, a meno che non siano pro anziché anti. Col rischio concreto di essere riconosciuto.
3. Berlusconi non entra né nella maggioranza né nel governo con Lega e 5Stelle, ma resta all’opposizione. Però partecipa ai consigli dei ministri sotto il tavolo travestito da stalliere (di cui conserva ancora il costume di scena ottimamente conservato). Il problema è che, da quella posizione, potrebbe molestare le ministre e farsi subito sgamare.
4. Berlusconi entra nel governo e nella maggioranza, ma a intermittenza, cioè solo nei giorni pari. Così i ministri dei 5Stelle possono partecipare ai Cdm in quelli dispari senza mai incontrare i ministri forzisti. C’è però un inconveniente: i grillini dei giorni dispari troverebbero la monnezza lasciata nella stanza dai forzisti dei giorni pari, e potrebbero sospettare qualcosa.
5. Berlusconi non entra né nella maggioranza né nel governo M5S-Lega, ma scrive lui con l’inchiostro simpatico tutti i decreti e i disegni di legge governativi, che poi passa a Salvini perché li ricopi con la sua calligrafia e che poi ricontrolla per eliminare gli errori di grammatica e di sintassi, per ridarli infine a Salvini affinché li trasmetta a Di Maio. Resta da capire chi corregge gli ulteriori errori di grammatica e di sintassi aggiunti da Di Maio.
6. Berlusconi non entra nella maggioranza, ma resta all’opposizione del governo M5S-Lega. Però delega a rappresentarlo nel nuovo esecutivo alcuni ministri del nuovo partito macroniano di Renzi (ribattezzato Micron, per via delle dimensioni e soprattutto del consenso elettorale). Il quale, com’è noto, è molto più affidabile per gli affari di Mediaset dello stesso Berlusconi e dei suoi ministri. Così oltretutto nessuno potrà mai sospettare il benché minimo conflitto d’interessi. Qui però il pericolo è che, sparito dalla scena o almeno dalla vista Berlusconi, gli elettori dei 5Stelle notino di più i leghisti salviniani e non riescano a cogliervi differenze rilevanti rispetto ai berlusconiani: sia per l’identico tasso di inquisiti, soprattutto al Sud, sia per le simili impostazioni ideali. Se poi a qualcuno venisse la curiosità di sapere come si portarono i leghisti sulla famosa mozione del 2011 “Ruby nipote di Mubarak”, scoprirebbero che se l’erano bevuta anche loro. E se si fossero scordati come votò la Lega sulle 60 leggi vergogna, avrebbero la conferma che le votò tutte, nessuna esclusa, senza nemmeno una punta di bruciore di stomaco; anzi, alcune le scrisse direttamente la Lega (il Porcellum di Calderoli, l’ordinamento giudiziario di Castelli, il reato di immigrazione clandestina e la schiforma delle pensioni di Maroni e così via). E magari si domanderebbero in che senso Forza Italia è cattiva e la Lega è buona. Sempreché, nel frattempo, non abbiano perso la vista. E pure la memoria.---
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