“Fuori dalle regole”. “Non nell’interesse dell’Italia”. Bruxelles fa muro contro la proposta del segretario Pd Matteo Renzi di far salire il deficit al 2,9% del pil per cinque anni in modo da recuperare 30 miliardi con cui ridurre le tasse...
Se il portavoce diJean Claude Juncker si è limitato a un gelido “non commentiamo le parole di persone al di fuori della cerchia di governo”, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici sono invece entrati nel merito. Mentre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è sottratto alle domande spiegando: “Mi sembra che siano temi per la prossima legislatura”...
“Stare al 2,9% sarebbe fuori dalle regole di bilancio, non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme”, ha risposto Dijsselbloem a chi gli chiedeva cosa pensi dell’idea messa nero su bianco da Renzi nel libro Avanti. “Sono sempre aperto a rendere le regole più efficienti, efficaci, ma non possiamo unilateralmente dire “le regole non sono per me quest’anno e per i prossimi cinque””, ha aggiunto. “Questa non è una decisione che una nazione può prendere da sola”. Moscovici ha argomentato che “l’interesse dell’Italia è continuare a ridurre il deficit per ridurre il debito che pesa sulle generazioni future e impedisce di finanziare i servizi pubblici“. Renzi, nel suo libro, ha a dire il vero evocato, senza entrare nei dettagli, un piano per la riduzione del debito attraverso “un’operazione sul patrimonio che la Cassa depositi e prestiti e il ministero dell’Economia e delle Finanze hanno già studiato”. Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità di trasferire a Cdp quote in società partecipate, cosa che nominalmente ridurrebbe il debito. In ogni caso, ha spiegato il commissario, “ogni euro consacrato al servizio del debito è un euro tolto all’istruzione, per gli ospedali, per la sicurezza”. Il francese, in linea con Juncker, ha poi rimarcato di avere rapporti solo con “gli interlocutori legittimi di oggi, cioè Gentiloni e Padoan, con cui ho una relazione estremamente costruttiva e positiva”. Mentre “è da un anno che non ho scambi col mio amico Matteo Renzi”.
“Vorrei davvero che l’Italia resti quello che è: un partner affidabile, credibile e impegnato nella zona euro”, ha avvertito poi il commissario. “Ci serve un’Italia al centro della zona euro, che rispetta le regole che sono intelligenti e che sono applicate in maniera intelligente e flessibile nel suo caso”. Ma, ha rincarato, “l’Italia è veramente il Paese che non può lamentarsi delle osservazioni della Commissione, essendo il solo Paese che ha beneficiato di tutta la flessibilità del Patto: investimenti, riforme, terremoti“. Clausole di flessibilità invocate proprio dal governo Renzi.---
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