Avrà pure un nome da russa, avrà pure una faccia da russa, il che ne fa una ricercata “attrice” per certe operazioni; ma Natalia Veselnitskaya, quella che ha incastrato Donald jr con la promessa di rivelargli cose sporche sulla Clinton, rivelazioni uscite dai servizi di Mosca, sta emergendo come una fierissima anti-Trump che lavora per una agenzia usata dai democratici per trovare qualcosa di sporco contro Trump. Per Alex Jones di Infowars, è addirittura una “talpa” di Soros.
Certo è che nel dicembre 2015 la avvocatessa Veselnitskaya postò su Facebook una foto che aveva preso dall’interno dell’ufficio di McCain...
Un’altra foto la mostra addirittura al Senato, a fianco dell’ambasciatore di Obama in Russia, Michael McFaul : un ben noto personaggio, che durante la sua missione a Mosca dal 2011, notoriamente ha organizzato i gruppi di protesta anti-Putin, pagandone i leader, tentando di scatenare “primavere colorate”, di cui ha una lunga esperienza.
La foto al Senato mostra la Veselnitskaya accanto all’ambasciatore – che stava rispondendo aduna audizione – otto giorni dopo che la signora aveva contattato Trump jr. facendogli ventilare – attraverso un mediatore, il cantante Emin Agalarov – – di avere delle cose golose da rivelare sulla Clinton.
Quando poi il figlio di Trump ha incontrato davvero la avvocatessa, lei ha detto che c’era stato un equivoco: lei era lì per parlare di sollevare le sanzioni elevate dagli Usa a certi suoi ricchi clienti oligarchi russi (infatti fa la lobbista per loro). Non aveva niente da rivelare. Ma aveva uno scambio di mail col figlio, abbastanza “compromettenti” da essere offerta ai “grandi” media che cercano da mesi, disperatamente , una prova della soggezione di Trump a Mosca:
Guarda ed ascolta il Video:
Dunque secondo ogni evidenza, Tump jr. è stato vittima di uno “sting”, una stangata; è stato incastrato dai democratici di Obama e da McCain, che in questo genere di porcate non manca mai. Non che i suoi incastratori abbiano in mano molto: solo la sua mail in cui,alla proposta di incontrare l’avvocatessa russa (che gli vien fatto credere abbia contatti coi “servizi di Putin”) lui risponde: “I love it”, ossia, mi piace!
Eppure la mattina del 13, tutti grandi media americani, e le radio italiane, hanno strillato: “sulla collusione di Trump con Putin finalmente non c’è solo fumo, c’è l’arrosto”. Ho persino ascoltato dire: “Subito dopo il contatto, Trump jr. doveva andare dall’FBI a dire che era stato avvicinato da una agente russa, ossia di un paese ostile!”. Come se a Washington i lobbisti pagati da paesi esteri non si dovessero incontrare mai, senza prima avvisare l’FBI….
Signori, è bastata qualche ora per constatare che l’arrosto è bruciacchiato.
Il vero Russiagate sta venendo fuori in queste ore, ed è il contrario di quello che ci ha raccontato per giorni la Botteri: uno scandalo che schizza sui democratici e i grandi media, coinvolti nel tentativo di acccusare falsamente Trump di intesa con “la potenza ostile”.
L’abbiamo appurato persino noi poveri blogger dall’altra parte dell’Oceano, senza i mezzi di cui dispone la Botteri. La domanda è: ma che lavoro fa la Botteri, per 200 mila euro annui, alla RAI? La diffonditrice di bufale clintoniane, o la cronista?
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