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venerdì 14 luglio 2017

Maurizio Blondet - Il vero RUSSIAGATE comincia ora, è non è quello che ci racconta la Botteri.

Il vero RUSSIAGATE comincia ora, è non è quello che ci racconta la Botteri.

Avrà pure un nome da russa, avrà pure una faccia da russa, il che ne fa una ricercata “attrice” per certe operazioni; ma Natalia Veselnitskaya, quella che ha incastrato Donald jr con la promessa di rivelargli cose sporche sulla Clinton, rivelazioni uscite  dai  servizi di Mosca,  sta emergendo come una  fierissima anti-Trump che lavora per una agenzia usata dai democratici per trovare qualcosa  di sporco contro Trump. Per Alex Jones di Infowars,  è   addirittura una “talpa” di Soros.
la “agente di Putin” ha scattato questa foto dall’interno dello studio del Sen. McCain, l’arcinemico di Trump.
Certo è che nel dicembre 2015 la  avvocatessa Veselnitskaya  postò  su  Facebook una foto che aveva preso dall’interno dell’ufficio di McCain...

Altre foto la mostrano mentre partecipa a raduni anti-Trump, come questo sotto la Tower:
Un’altra foto la mostra addirittura al Senato,  a fianco  dell’ambasciatore di Obama in Russia, Michael McFaul :  un ben noto personaggio, che durante la sua missione a Mosca dal 2011, notoriamente ha organizzato i gruppi di protesta anti-Putin,   pagandone i leader, tentando di scatenare  “primavere colorate”, di cui ha una lunga esperienza.
Con Michael McFaul, l’organizzatore delle proteste anti-Putin quando era ambasciatore in Russia.
La foto al Senato mostra la Veselnitskaya accanto all’ambasciatore – che stava rispondendo aduna audizione – otto giorni dopo che la signora aveva contattato Trump jr. facendogli ventilare – attraverso un mediatore, il  cantante Emin Agalarov –  – di avere delle cose  golose da rivelare sulla Clinton.
Quando poi il figlio di Trump ha incontrato davvero la avvocatessa, lei ha detto che c’era stato un equivoco:   lei era lì per parlare di sollevare le sanzioni  elevate dagli Usa a certi suoi ricchi clienti  oligarchi russi (infatti fa la lobbista per loro). Non aveva niente da rivelare. Ma aveva uno scambio di mail col figlio, abbastanza “compromettenti” da essere offerta ai  “grandi” media  che cercano da mesi, disperatamente , una prova della soggezione di Trump a Mosca:

Guarda ed ascolta il Video: 
Ora si apprende che l’avvocatessa a suo tempo ha ricevuto il visto di entrata e lavoro in USA da Loretta Lynch, l’attorney general di Obama, una clintoniana fanatica.  Inizialmente, il visto era stato negato per ragioni sconosciute.   Dopo però era stato concesso. Nella richiesta di visto, la Veselnitskaya  afferma di avere un contratto di lavoro regolare con la “Fusion GPS”.Cosa è la Fusion GPS?  Un’agenzia di spionaggio commerciale e politico fondata da due ex giornalisti del Wall Street Journal ,  Glenn R. Simpson e  Peter Fritsch, specializzata nel fare “opposition research”, ossia a scoprire scheletri negli armadi  per conto di  oppositori  politici  (anche quella è una professione, in USA).  Ora, risulta che durante l’ultima competizione elettorale, il Comitato Nazionale Democratico (DNC)   assoldò  la Fsuon GPS proprio per scoprire  qualcosa di sporco su Trump.
Dunque  secondo ogni evidenza, Tump  jr. è stato vittima di uno “sting”, una stangata; è stato incastrato dai democratici   di Obama e da McCain, che in questo genere di porcate non manca mai. Non che i suoi incastratori abbiano in mano molto: solo la sua mail in cui,alla proposta di incontrare l’avvocatessa   russa (che gli vien fatto credere abbia contatti coi “servizi di Putin”) lui risponde: “I love it”, ossia, mi piace!
Eppure   la mattina del 13, tutti  grandi media americani, e le radio italiane,  hanno strillato: “sulla collusione di Trump con Putin finalmente non c’è solo fumo, c’è l’arrosto”.   Ho persino ascoltato dire: “Subito dopo il contatto, Trump jr. doveva andare dall’FBI a dire che era stato avvicinato da una agente russa, ossia di un paese ostile!”.  Come se a Washington i lobbisti pagati da paesi esteri  non si dovessero incontrare mai, senza prima avvisare l’FBI….
Signori, è  bastata qualche ora per  constatare che l’arrosto è bruciacchiato.
Il vero Russiagate sta venendo fuori in queste ore, ed è il contrario di quello che ci ha raccontato per giorni la Botteri:  uno scandalo che  schizza  sui democratici e i grandi media, coinvolti nel tentativo di acccusare falsamente Trump di intesa con “la potenza ostile”.
L’abbiamo  appurato persino noi poveri blogger dall’altra parte dell’Oceano, senza i mezzi di cui dispone la Botteri. La  domanda è: ma che lavoro fa la Botteri, per 200 mila euro annui, alla RAI? La diffonditrice di bufale clintoniane, o la cronista?

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