El Papa è sul punto di cogliere un altro “grande successo” politico. Più grosso della riapertura dei rapporti fra Cuba e Washington, che il mondo ha applaudito. E’ la pacificazione della Chiesa con la Cina. L’accordo prevede il riconoscimento reciproco dei vescovi: quelli della Chiesa clandestina fedeli a Roma, e quelli della Chiesa Patriottica nominati dal Partito Comunista. L’appartenenza alla Chiesa Patriottica era stata dichiarata “Incompatibile” con la dottrina cattolica da Benedetto XVI. Adesso c’è molta fretta di “lanciare ponti”, di fatto accettare che lo stato-partito ateo metta mano nelle strutture ecclesiastiche. Gli applausi del mondo non mancheranno certo: un passo in più verso la globalizzazione delle fedi.
Stranamente, una voce non si unisce agli applausi. Quella di monsignor Joseph Zen, 84 anni, salesiano, cardinale emerito di Hong Kong. Che è stato per qualche tempo nella Chiesa Patriottica, ne è uscito ed ha sofferto le persecuzioni, le violenze di stato e il carcere, ha protestato mitemente contro la ‘pacificazione’ e i metodi con cui ‘Francesco’ la sta conducendo. A Zen si è risposto con insulti su Vatican Insider, che lo ha accusato di “guidare la ribellione” a ‘Francesco’. La risposta del cardinale Zen è stata pubblicata da Asia News. Si badi:....
Asia News non è un blog dissidente o tradizionalista; è l’organo del PIME, Pontificio Istituto Missioni Estere, una entità diretta della Chiesa, anche se ridotta a ben poco: il Concilio ha segato le gambe all’impulso missionario del Cattolicesimo (che “o è missionario, o non è”). Non siamo abbastanza al corrente della questione per dare un giudizio. Ci pare essenziale però riprendere il grido di dolore del cardinal Zen, perché è per tanti versi lo stesso che alziamo ogni giorno, tanti di noi, di fronte agli atti di El Papa. “Da tanti anni i nostri nemici non sono riusciti a farci morire. Ora ci tocca morire per mano del nostro Padre”. Guarda ed ascolta:
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“Ci tocca morire per mano del nosto Padre”
Cosa dice il cardinale?
“Oggi si presenta lo spettro di una dichiarazione proveniente proprio dalla autorità della Chiesa che dice loro [ai cattolici cinesi fedeli] di cambiare rotta. Quello che era dichiarato contrario alla dottrina ed alla disciplina della Chiesa diventerà legittimo e normale, tutti dovranno sottomettersi al Governo che gestisce la Chiesa, tutti dovranno obbedire a vescovi che fino ad oggi sono illegittimi e perfino scomunicati. Allora, hanno sbagliato per decenni questi poveri “confrontazionisti”?
Ecco, il mio appello è per preparare gli animi ad una tale eventualità, la quale una volta sembrava impossibile, ora ci si presenta molto probabile. Come fare? Accettare di tornare, come dice Vatican Insider, alla condizione catacombale.
Condizione catacombale non è condizione ordinaria. Ma quando l’ordinario è illegittimo ed il legittimo non è permesso, non c’ è altra scelta che tenere fermo al legittimo in una condizione non ordinaria.
Dunque, il mio è un appello pieno di tristezza e di dolore. Qui potrei finire il mio discorso, pregando Valente [il firmatario dell’attacco, nd.] di avere misericordia di noi, di rispettare almeno il nostro dolore e lasciarci piangere in pace nel silenzio. […] “Da tanti anni i nostri nemici non sono riusciti a farci morire. Ora ci tocca morire per mano del nostro Padre. Va bene, andiamo a morire”.
(Non avete mai notato che il bambino, anche quando riceve qualche sculacciata dalla mamma, non scappa, ma si aggrappa alla gamba della mamma, magari piangendo e gridando. Non ha dove andare lontano dalla mamma).
“Nella nostra accettazione delle disposizioni da Roma, c’ è un limite, il limite della coscienza. Non possiamo seguire quell’eventuale accordo in ciò che alla coscienza appare come chiaramente contrario all’autentica fede cattolica. Papa Francesco ha sovente difeso il diritto all’obiezione di coscienza; lui poi, un gesuita che affida anche le cose più delicate al discernimento personale, non negherà ai suoi figli questo diritto.
Questo limite della nostra accettazione la rende ancora più dolorosa. Sarà per me una vera lacerazione del cuore, tra l’istinto salesiano di devozione al Papa e l’impossibilità di seguirlo fino in fondo nel caso, per esempio, che incoraggiasse ad abbracciare l’Associazione Patriottica ed entrare in una Chiesa totalmente asservita ad un Governo ateo.
Dovremo rifiutare di fare quel passo proprio perché esso è formalmente in contraddizione con l’autorità petrina. Sì, nel caso contemplato (e in questo momento speriamo ancora fortemente che non si verifichi), noi vogliamo essere fedeli al Papa (al Papato, all’autorità del Vicario di Cristo) nonostante il Papa. […] Affidiamo al Giudice eterno di giudicare se la vera comunione reale col Papa sia la nostra o quella di coloro che gridano: “Su, pronti, tutti quanti, ad obbedire al Papa, qualunque cosa egli decida!”.
I fautori del “dialogo” lo elimianno all’interno
Continua il cardinale:
“Ho detto che l’eventualità di un accordo inaccettabile si presenta probabile. Ho detto che ancora adesso scongiuriamo che il fatto non si verifichi. Dunque non c’è niente di certo ancora. Allora, perché, mi si dirà, tanta eccitazione?
È proprio vero, non sappiamo niente di sicuro, siamo tenuti completamente all’oscuro. Sappiamo che i contatti si stanno moltiplicando, ma non sappiamo niente di ciò che trattano in quei colloqui. Noi sappiamo che i contatti [col regime] si moltiplicano, ma non sappiamo niente di quel che si tratta in quei colloqui. I contatti non ufficiali esistevano anche prima”, spiega il cardinale, ma i vescovi cinesi erano tenuti al corrente del dialogo e ne potevano discutere. Oggi è diventata tutta una questione segreta tra Santa Sede e Pechino; “estremo sgarbo”, dice, e continua:
“ Estrema deviazione perfino dalla tradizione di correttezza della Curia Romana! […] C’ è ancora un cinese “a Roma”, ma sembra che sia di disturbo. Lo hanno esiliato a Guam. È triste constatare che i grandi promotori del dialogo lo eliminano all’interno della Chiesa.
In questa mancanza assoluta di comunicazione, si cerca di congetturare e indovinare, mettendo insieme frammenti di notizie da qua e là. […] Il quadro che si riesce a tratteggiare non incoraggia per niente. Sembra proprio che la direzione è quella che temiamo.
[…]
“ Sono la voce dei senza voce non solo per protestare contro le autorità comuniste. Lo sono anche per fare certe domande alle autorità romane. In questi anni, continuamente sono stati posti atti direttamente contro la dottrina e la disciplina della Chiesa. […]
“Nelle dittature non c’è il compromesso, c’è solo l’assoluta sottomissione, schiavitù ed umiliazione. I comunisti cinesi, dopo aver ucciso centinaia di migliaia, magari non hanno più bisogno di ucciderne tanti. Regna lo “stato di violenza”, completo diniego dei più fondamentali diritti umani. […] Un prete della comunità clandestina, quarantenne, di nome “Pace”, molto dotto e zelante, stimato ed amato da tutti quelli che lo conoscono, è morto misteriosamente ai primi di novembre 2015. La pubblica sicurezza del Governo dice di aver trovato il suo cadavere in un fiume ed affermano che lui si è suicidato, ma non forniscono nessun indizio che possa chiarire la vera causa della morte.
[…] “Come si può sperare che, mentre la libertà di parola è negata in tutta la Cina, sia a noi concessa?” Il 7 Luglio di 4 anni fa ha mostrato al mondo l’assurdo principio della politica religiosa in Cina: “Chi vuol amare la patria deve rinnegare la sua coscienza religiosa.” Il grande, rispettato Vescovo Aloysius Jin, S. J. di Shanghai doveva rinnegare la sua coscienza […]. Egli non si è sentito di sottomettersi a questa ulteriore umiliazione.
Ma oggi risulta che in tutti i simili casi il consiglio dato dall’alto è di umiliarsi, di accondiscendere, di cedere, di arrendersi…[…]
O Signore, non hai detto a Pietro “confirma fratres tuos!”?
Persecuzioni silenziose
Sarà applauditissimo, El Papa, dal Mondo quando la Chiesa si pacificherà con il regime cinese. Come è stato applaudito – dal Mondo – per Cuba, per la ‘enciclica ecologica’, per le aperture alla Comunione ai divorziati, per i gay. Tutte queste aperture hanno come contraltare le chiusure, le brutalità, e le vere persecuzioni che il cardinal Zen mitemente denuncia. Come i Francescani dell’Immacolata, soppressi per mano del proprio Padre; come (ci dicono) decine di preti che vengono perseguitati da propri vescovi perché si ostinano a insegnare la dottrina, o perché (come è permesso) dicono la Messa in latino. Poche di quelle persecuzioni emergono sui media (che ovviamente le approvano): così Don Massimiliano Pusceddu che per aver citato San Paolo a proposito degli omosessuali ed aver criticato le affermazioni della sala stampa vaticana a proposito di Pannella è stato invitato dal suo vescovo (Cagliari) ad un ‘congruo’ periodo di silenzio.
Più spesso sono persecuzioni silenziose e spietate, occulte e vigliacche: il vescovo “presta” un sacerdote scomodo a un’altra diocesi, la quale dopo un poi’ lo rimanda; e il vescovo di prima non lo accetta più. Lo lascia senza parrocchia, senza status definito, nel Nulla – senza motivare, classico stile Bergoglio – e senza mezzi economici: il prete non viene più stipendiato da nessuno. So di preti che son tornati a vivere dalla vecchia mamma; so di altri – grandi infaticabili ricostruttori e diffusori della fede – che sono “nel mirino del Vaticano” e stanno per essere messi nel nulla e insieme, alla fame.
“I grandi promotori del dialogo lo eliminano all’interno della Chiesa”; come dice monsignor Zen. I cattolici tornano a conoscere la persecuzione, stavolta “per mano del loro Padre”.
Il nostro ha fretta cogliere il “successo” cinese, come ha fretta di dissolvere la Chiesa eucaristica nel protestantesimo. E’ almeno lecito protestare? E’ almeno lecito chiedere perché? In base a quale progetto – se non è quello della creazione della ‘religione unica universale’ globalizzata? Chiedere come mai la sua elezione è stata salutata dal Grande Oriente, che ha visto in lui – ancora sconosciuto ai più- il Papa con cui nulla sarà più come prima? Deve rispondere,El Papa – e invece non risponde.
Vuole il governo mondiale
Come mai già il giorno dopo la sua elezione Gustavo Raffi, il gran maestro del Grande Oriente d’Italia, già esultava e proclamava con un comunicato ufficiale – ufficiale della Massoneria – che con lei a San Pietro “Nulla sarà più come prima”? Che la sua elezione era ” il ritorno della Chiesa-Parola rispetto alla Chiesa- istituzione”, ossia la predicazione senza Sacramenti di salvezza? Come mai Raffi era così sicuro che lei sul soglio di Pietro, “ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità”? L’umanità del futuro? L’Uomo Nuovo orizzontale e senza resti di sacralità e “superstizioni” suprannaturaliste? E perché lei ha accettato questo saluto ed auspicio senza prenderne minimamente le distanze?
In quale senso precisamente, in Polonia, ai giovani della GMG ha dichiarato che devono “credere in una nuova umanità”? Perché ritiene che gli spetti in qualità di Pontefice di promuovere , come nella enciclica evoluzionista-ecologista Laudato Si, l’esigenza di “una vera Autorità politica mondiale” per “garantire la salvaguardia dell’ambiente e regolamentare i flussi migratori” – Cosa c’entra questo con la missione di Pietro, di annunciare la salvezza eterna attraverso Cristo e i sacramenti?
“Tutte le divinità sono una”.
Vorremmo sapere se Eugenio Scalfari, il miliardario fondatore di Repubblica, ha espresso correttamente il pensiero di El Papa quando ha scritto, il 31 luglio su Repubblica, a proposito delle aperture papali verso l’Islam: “ Questa affermazione del Papa cattolico è motivata da una verità talmente ovvia da essere sconvolgente: per chi crede in Dio ce n’è uno solo e unico. Le religioni del mondo sono molte, ma la loro differenza è soltanto nelle dottrine, nelle Sacre Scritture e nella liturgia, ma il Dio è unico, unico è il Creatore dell’universo che non può che amare le sue creature. Questa è la verità di papa Francesco, che lo spinge a riunire tutti i cristiani come primo passo avanti e nel contempo a predicare l’affratellamento con le altre religioni, cominciando da quelle monoteistiche ma non soltanto. [….] Per un cristiano Cristo è Amore ma questo è vero per l’unico Dio, del quale Cristo è un’articolazione che c’è anche nel Dio di Mosè e in quello di Allah, nel Brahma, nel Buddha, nel Tao, in tutte le divinità che sono una soltanto, plasmata dalla storia degli uomini che la pensano. Questo predica Francesco. Dopo Paolo, i padri dei primi trecento anni di storia cristiana e dopo Agostino di Ippona, non c’era stato altro Papa cattolico che innalzasse il pensiero religioso fino a queste altezze”.
Sono le altezze della religione generale umanitaria, le altezze auspicate dalla Massoneria, la spiritualizzazione senza soprannaturale funzionale al Nuovo Ordine Mondiale. Si riconosce in queste parole, Francesco? Lo chiediamo visto che ha scelto Scalfari come suo confidente, suo interprete autorizza e autore ufficiale, e non ha mai smentito quello che ha scritto, anzi l’ha sempre confermato.
Dobbiamo sapere, ‘Francesco’, se sottoscrive e fa’ sue le parole: “Per un cristiano Cristo è Amore ma questo è vero per l’unico Dio, del quale Cristo è un’articolazione che c’è anche nel Dio di Mosè e in quello di Allah, nel Brahma, nel Buddha, nel Tao, in tutte le divinità che sono una soltanto, plasmata dalla storia degli uomini che la pensano”. Lo dobbiamo sapere, perché il suo amico ed interprete Scalfari lo attibuisce a lei – a lei personalmente.
Ora, questo è il credo del cosiddetto “esoterismo” massonico. Che è anche un ateismo, come ha ben chiaro Scalfari: Dio esiste perché “gli uomini lo pensano”, come costruzione del pensiero, e sopravvive finché sopravvive l’umanità che creda a un qualunque dio.
E’ questa la sua fede, persecutore di credenti? Ciò spiega perché lei non si inginocchia davanti al Santissimo, ma sì davanti ad ‘immigrati e carcerati’? E questa la sua gnosi? Che ‘Cristo’ non esiste se non nella ‘umanità’ ma non nel Pane consacrato? Abbiamo bisogno di sapere.
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