Sento giusto giusto su Radio 24 un tale, che viene presentato come “il giornalista Daniele Ranieri del Foglio”, negare che le forze siriane anti-Assad siano terroristi; e ancor più che siano armati e finanziati da Usa e Israele. Naturalmente la menzogna è dimostrata dai numerosi video, in cui l’esercito lealista siriano in avanzata per chiudere Aleppo, esibisce interi arsenali di armi e munizioni Made in Usa.
Guarda ed ascolta il Video:
Molto più interessante la figura del ‘giornalista’ dalle cui labbra pende Radio 24 per diffondere le menzogne . Daniele Ranieri, sapete chi è? E’ il giovinotto che, il 31 luglio 2014 ha infiltrato le celebri Greta e Vanessa – amiche sue – oltre la frontiera siriana, dove le due sono state ‘rapite’ da una brigata Liwa al Tawid, e per il cui riscatto il nostro amato governo ha pagato si dice 11 milioni. Finanziando di fatto la guerriglia.
Daniele Ranieri non era solo amico delle due. Era con loro quella notte in cui (dicono) d’esser state rapite. Misteriosamente, lui non è stato rapito; secondo la versione ufficiale “è riuscito a scappare e a dare l’allarme”.
Ranieri è noto per aver attribuito alle truppe di Assad massacri commessi invece dai jihadisti, amici suoi. Ciò non impedisce che gli scoop del Nostre vengano ripresi dal tg di Mentana a La Sette, ed altri siti israeliani…
“Ranieri è uno che entra in Siria accompagnandosi a personaggi e a gruppi armati dell’opposizione molto pericolosi. Si tratta spesso di fazioni radicali che nessuna persona di buon senso, soprattutto in questo frangente del conflitto in Siria, dovrebbe frequentare. Sono queste le fonti di cui si avvale per scrivere i suoi articoli. Lì, in quell’inferno, ha condotto le due ragazze bergamasche, affascinate dalla Rivoluzione”.
Ed ecco da Megachip:
“Daniele Raineri, che ha importanti rapporti con i gruppi armati dell’opposizione, molti dei quali sono considerati dagli esperti internazionali delle organizzazioni terroristiche, ha raccontato i giorni del rapimento in un articolo pubblicato sul giornale diretto da Giuliano Ferrara.
Ovviamente la sua è una versione completamente ripulita da tutte le circostanze che possono mettere in cattiva luce le due ragazze.
Nel suo resoconto non c’è alcuna traccia delle reale intenzioni di Marzullo e Ramelli, descritte come due volontarie che volevano portare assistenza alla popolazione civile. Le intercettazioni del Ros dei Carabinieri, così come riportate da Il Fatto Quotidiano, mostrano un’altra realtà: nessun tipo di cooperazione e volontariato, il desiderio delle due ragazze era prima di tutto quello di aiutare i combattenti, molti dei quali sono pericolosi fondamentalisti che hanno compiuto nell’area intorno ad Aleppo atroci crimini. Quello che le due ragazze non dicono, dopo tutto ciò è che afferma Raineri nei suoi articoli, è che in quell’area non è il “regime” a commettere i massacri ma proprio gli uomini con i quali loro, a vario titolo, hanno intrattenuto rapporti pericolosi. Gli stessi uomini che le hanno rapite e che, presumibilmente, hanno intascato un riscatto di molti milioni di euro.
Raineri sostiene che a ordinare il rapimento sarebbe stato Abdallah al Amni, comandante di al Nusra, ramo siriano di al-Qa’ida. Il racconto di Raineri è pieno di punti interrogativi: non è vero che al momento del rapimento si trovava con le due ragazze, nella casa del capo dei ribelli della zona, ma a 25 chilometri di distanza, in compagnia di un yemenita che afferma di essere il cugino di Anwar al Awlaki. Un yemenita in Siria di questi tempi non può che svolgere azioni che poco hanno a che fare con azioni umanitarie. È inquietante che un giornalista italiano, che entra ed esce da quel paese con l’aiuto di brigate armate in guerra, anche di matrice jihadista, si accompagni con un uomo che oggi viene considerato, come ricorda giustamente Il Fatto Quotidiano, l’ispiratore della tragedia di Charlie Hebdo in Francia”.
Raineri sostiene che a ordinare il rapimento sarebbe stato Abdallah al Amni, comandante di al Nusra, ramo siriano di al-Qa’ida. Il racconto di Raineri è pieno di punti interrogativi: non è vero che al momento del rapimento si trovava con le due ragazze, nella casa del capo dei ribelli della zona, ma a 25 chilometri di distanza, in compagnia di un yemenita che afferma di essere il cugino di Anwar al Awlaki. Un yemenita in Siria di questi tempi non può che svolgere azioni che poco hanno a che fare con azioni umanitarie. È inquietante che un giornalista italiano, che entra ed esce da quel paese con l’aiuto di brigate armate in guerra, anche di matrice jihadista, si accompagni con un uomo che oggi viene considerato, come ricorda giustamente Il Fatto Quotidiano, l’ispiratore della tragedia di Charlie Hebdo in Francia”.
Che sia giornalista certo no. Resta il vago sospetto che si sia messo d’accordo con le due Vanesse ed i suoi amiconi per far cacciare i milioni al governo italiota – ben felice di obbedire. Scrive sul Foglio e da’ servizi a Mentana in veste di Sayan? Cazzaro o semplicemente Khazaro? Chi lo sa.....
Nessun commento:
Posta un commento