PS:...studiare il passato per capire il presente e orientare un futuro migliore!
umberto marabesse
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Anche se è noto che durante la Seconda Guerra Mondiale l’intelligence tedesca aveva preso di mira il leader sovietico Josef Stalin, quanto sono andati vicini al successo? Ciò che segue narra la storia dell’Operazione Zeppelin delle SS e delle brillanti contro-mosse, conosciute come Operazione Nebbia, attuate dall’ufficiale del controspionaggio militare sovietico (SMERSH) Grigorii Grigorenko, che avrebbe poi comandato il Secondo Direttorato Principale del KGB durante la Guerra Fredda.
Molto è stato scritto e detto sul tentativo di liquidare Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale, nulla di specifico però, perché ci si è fermati al livello di speculazione o di fiction.
Il fallito assassinio del Comandante Supremo dell’Unione Sovietica, progettato dai sabotatori tedeschi, è, dopo tutto, un soggetto appassionante. E avevano pensato di ucciderlo davvero. In ogni caso, la storia della cattura dei terroristi-sabotatori è l’antefatto di una delle operazioni di maggior successo del controspionaggio sovietico, nome in codice “Nebbia”, portata a termine dal Maggiore Grigorii Federovich Grigorenko, nato a Poltava, oggi in Ucraina. Il Servizio di Sicurezza Federale russo (FSB) ha di recente declassificato questa operazione.
Perché era stata lanciata la Zeppelin?....
L’insuccesso invernale della Whermacht alle porte di Mosca e il fallimento della sua Blitzkrieg avevano costretto i servizi di intelligence tedeschi a cercare nuove opportunità. A questo proposito, nel marzo del 1942, l’Ufficio per la Sicurezza Principale del Reich (RSHA) aveva sviluppato un piano specifico, a cui era stato dato il nome in codice di “Unternehmen Zeppelin”. L’incarico di portare a termine l’operazione era stato assegnato a quattro Sonderkommandos di prima linea, collegati con gruppi operativi delle forze di sicurezza e di polizia nei territori occupati dell’Unione Sovietica, facenti parte del 6° Dipartimento. Questo comprendeva anche diversi centri di addestramento in ricognizione e sabotaggio per gli agenti che dovevano operare nelle retrovie sovietiche.
Allo stesso tempo, i Sonderkommandos Zeppelin erano tenuti a collaborare anche con gli Abwehrkommandos e gli Abwehrgruppen di prima linea. In sostanza, l’Operazione Zeppelin presupponeva l’impiego su larga scala di agenti con compiti di intelligence, sabotaggio, propaganda e incitamento alla guerriglia, allo scopo di fomentare sollevazioni armate anti-sovietiche. I piani dell’RSHA asserivano chiaramente che:
“Non possiamo limitarci a qualche decina di gruppi con attività diverse, per il colosso sovietico queste sono solo punture di spillo. Dobbiamo arrivare a qualche migliaio.
Il capo del controspionaggio di Hitler, Walter Schellenberg, si chiede, nelle sue memorie dal titolo “Il labirinto“, di che entità fosse questa operazione e quanta importanza le fosse stata attribuita.
Per questa operazione erano stati selezionati prigionieri di guerra e disertori. Dopo aver acconsentito a lavorare per l’intelligence tedesca e la conseguente verifica (della loro attendibilità), essi venivano trattati allo stesso modo dei soldati della Wehrmacht, compreso vitto e alloggio di buona qualità. Veniva loro concesso anche di viaggiare in Germania.
Una missione importante
Dopo un certo numero di gravi sconfitte, nella primavera del 1944, i Nazisti avevano incominciato a prendere in considerazione un’altra possibilità di liquidare Stalin. Dobbiamo ricordare che l’Operazione Cicero (il cui scopo era quello di assassinare i tre leaders della coalizione anti-hitleriana durante la conferenza di Teheran) era fallita. Walter Schellenberg ricorda che, nell’estate del 1944, era stato convocato al castello di Fuschi da Joachim von Ribbentrop. Durante il loro incontro, la conversazione si era spostata sulla necessità di eliminare Stalin e sull’attività del dipartimento tecnico dell’RSHA e del Servizio di Sicurezza (SD). C’era stato un colloquio con Heinrich Himmler, che aveva approvato l’operazione.
Secondo il nuovo piano, due agenti dovevano essere mandati a Mosca. Il loro compito sarebbe stato quello di mettere una bomba nell’auto usata dal “leader dei popoli”. La logica di questo progetto era la seguente: i sabotatori avevano un’amicizia di lunga data con uno degli autisti del garage privato del Cremlino. Però, al culmine dei preparativi per la missione, questo agente “era scomparso”.
In seguito a ciò, l’operazione per l’eliminazione del leader sovietico era stata affidata a Peter Tavrin, un pregiudicato ucraino, il cui vero nome era Shilo. Petro Shilo era uno di quelli che “fanno carriera”. Era evaso diverse volte dai campi di prigionia, cambiando non solo aspetto ma anche cognome. Shilo-Tavrin era quello che ci voleva per i servizi di intelligence, vista la sua grande esperienza: criminale di lunga data, era riuscito ad infiltrarsi nelle forze dell’ordine e, prima della guerra, aveva lavorato come investigatore nell’ufficio del procuratore regionale di Voronezh.
Nel 1941 Tavrin era stato arruolato nell’esercito ma, dopo solo quattro mesi, aveva disertato. L’Abwehr e l’SD lo avevano tenuto d’occhio nel campo dove era detenuto. Dopo una valutazione delle sue capacità, Tavrin era stato assegnato a Heinz Grafe, che era a capo di diversi programmi dell’Operazione Zeppelin. Il suo addestramento si era poi svolto nell’ambito di un programma separato nel settore di intelligence Zeppelin-Nord. Agli inizi, questo distaccamento era di stanza a Pskov, poi era stato trasferito a Riga. Visti i buoni risultati dell’addestramento, Tavrin era stato presentato a Otto Skorzeny, la superspia tedesca, che aveva valutato in modo assai positivo le sue capacità.
Subito dopo, troviamo Tavrin che abita in una casa-rifugio di Pskov, dove incontra la sua futura moglie, Lydia Shilova. Costei non era solamente sua moglie, come da storia di copertura, perché, in aggiunta ai doveri coniugali, avrebbe dovuto lavorare anche come radio-operatrice nella missione di Tavrin.
Questi sabotatori avevano ricevuto documenti falsi di ottima fattura: Tavrin era diventato Eroe dell’Unione Sovietica, Maggiore Generale e delegato della Divisione del Controspionaggio dello SMERSH (acronimo di SMERt’ Špionam, russo: СМЕРть Шпионам, “morte alle spie”) nella 39° Armata del Primo Fronte Baltico. Sua moglie, la radio-operatrice Shilova, era “diventata” sottotenente dello SMERSH.
L’operazione era così importante ed unica nel suo genere che i suoi organizzatori avevano utilizzato un aereo speciale, l’Arado-232. Questo aereo poteva volare di notte, con ogni tempo, poteva trasportare qualunque genere di unità di ricognizione e sabotaggio ed atterrare praticamente su qualsiasi superficie, montagne escluse. Nel caso di atterraggio in palude, l’aereo disponeva sotto la fusoliera di 12 paia di cingoli rivestiti in gomma. Questo velivolo era molto ben fornito, ed anche l’equipaggio veniva addestrato in modo particolare.
Tavrin avrebbe dovuto assassinare Stalin usando un’arma speciale, unPanzerknacker caricato con 9 colpi. Si trattava, in sostanza, di un lanciagranate in miniatura, il Faustpatrone. Consisteva in una canna corta assicurata con un polsino di cuoio al braccio del terrorista, e si poteva nascondere facilmente sotto un cappotto a manica larga.
Il Panzerknacker poteva penetrare con facilità una piastra corazzata spessa più di 30 mm. a 300 m. di distanza. In più, a Tavrin erano state affidate una mina magnetica con spoletta radiocomandata e diversi tipi di pistole, compreso un revolverWebley & Scott ad 8 colpi, fornito di 15 proiettili esplosivi riempiti di veleno.
L’SD propone, ma lo SMERSH dispone
Il trasferimento dei terroristi era avvenuto il 5 settembre 1944, nel distretto di Karmensovskii, regione di Smolensk. Ma, il tanto lodato Arado non ce la fece contro il maltempo russo. I piloti erano rimasti bloccati da una tempesta notturna e avevano scelto malamente il luogo dell’atterraggio. Come risultato, l’aereo era rimasto danneggiato e non era potuto ripartire. Dopo essere scesi dal velivolo, ed aver sbarcato una motocicletta, i Tavrin si erano diretti ad est.
I piloti tedeschi avevano deciso di far saltare l’aereo per evitare di compromettere la missione per poi attraversare le linee e ritornare con i propri mezzi. Ma le cose erano andate nel verso opposto: l’esplosione aveva attirato l’attenzione delle pattuglie di sorveglianza e del controspionaggio sovietico. I piloti furono circondati. La loro scelta fu di rispondere al fuoco, risultato: uno di loro ucciso e due catturati.
L’NKVD era riuscito ad ottenere una confessione, e in questo modo i Sovietici erano venuti a conoscenza della presenza di passeggeri sull’aereo. I Tavrin erano stati poi catturati alla periferia di Smolensk e trasferiti alla loro destinazione finale: Mosca. Stalin era stato informato personalmente dell’incidente. Aveva valutato anche il parere del controspionaggio, che suggeriva di utilizzare gli agenti catturati. Dopo il loro interrogatorio, i Sovietici avevano deciso di ingaggiare un duello radio con i Tedeschi. Questo incarico era stato assegnato al Capitano Grigorii Grigorenko, mentre la supervisione generale era stata posta nelle mani del Maggiore-Generale G. Utekhin, del Maggiore-Generale V. Baryshnikov e del Colonnello-Generale V. Abakumov.
Il Capitano Grigorenko contro il Reichsführer Himmler
Gregorii Federovich Grigorenko era nato il 18 agosto 1918 nella città di Zenkov, nella regione di Poltava, oggi Ucraina, in una famiglia di impiegati statali. Dopo le scuole superiori, pur avendo in programma di dedicarsi all’agricoltura, si era iscritto alla Facoltà di Fisica e Matematica dell’Istituto Pedagogico di Poltava. Laureatosi nel 1939, Grigorenko aveva accettato l’invito di lavorare negli organi governativi. Aveva iniziato la sua carriera come Assistente Commissario alle Operazioni nel cosiddetto Dipartimento Speciale di Konotop. Nel 1940, Grigorenko era stato chiamato a prestare servizio militare. Nello stesso anno era diventato Assistente Ufficiale alla Sicurezza del Dipartimento Speciale nella 151° Divisione di Fanteria dell’NKVD nel Distretto Militare di Kharkov.
Fin dall’inizio della guerra, Grigorii Grigorenko aveva partecipato alle varie battaglie in qualità di ufficiale addetto alla sicurezza del Dipartimento Speciale nella 4° Brigata Aerea dell’NKVD del Distretto Militare di Kharkov. In agosto, però, era stato ferito gravemente. Dopo le dimissioni dall’ospedale era stato inviato al Dipartimento Speciale della Brigata Sminatori al Fronte di Stalingrado.
Nel 1942, dopo aver terminato il corso di formazione per alti ufficiali alla Scuola Superiore dell’NKVD, era stato inviato al settore controspionaggio dell’NKVD, un dipartimento responsabile della neutralizzazione delle attività spionistiche e sovversive dei Tedeschi. Si era unito ad un gruppo di agenti operativi nell’Ufficio Centrale, il cui compito era quello di diffondere false informazioni via radio all’intelligence tedesca usando agenti catturati. Fra i loro compiti c’era quello di infiltrare i servizi segreti di Hitler, ottenere informazioni sulle future azioni sovversive contro l’Unione Sovietica, adottare le debite misure per la loro localizzazione, come pure ingannare l’alto comando tedesco, disseminando false informazioni sulle reali intenzioni delle forze sovietiche.
Nel 1943 il Capitano Grigorenko era stato trasferito al 3° Dipartimento del Controspionaggio Principale, SMERSH, al Commissariato per la Difesa del Popolo (NKO), specializzandosi nel doppio gioco radiotelegrafico con il nemico. Prima dell’incidente con Tavrin, Grigorenko aveva già fatto esperienza (in questo campo) con la partecipazione all’operazione Enigma (Zadadka). Era perciò lui la persona a cui dare l’incarico di gestire la disinformazione via radio di Tavrin.
La Nebbia avviluppa lo Zeppelin
Il 27 settembre 1944, sotto la supervisione di Grigorienko, Tavrin aveva portato a termine la sua prima trasmissione radio. Aveva inviato al Centro Tedesco un messaggio riguardante il suo arrivo. I giorni passavano ma Berlino rimaneva silenziosa. Un mese dopo i Tedeschi avevano risposto, confermando la ricezione del cablogramma e chiedendo notizie dell’aereo e dell’equipaggio dell’Arado. Come risposta, era stato inviato in Germania il seguente messaggio:
“Mi trovo alla periferia di Mosca, nel villaggio di Lenino, Via Kirpichnaia, 26. Fatemi sapere se avete ricevuto l’altro mio messaggio riguardante l’atterraggio. Ancora una volta faccio richiesta per un operatore radio con esperienza. Inoltrate il messaggio con calma. Salutatemi tutti L.I.”
Dopodiché la risposta era arrivata quasi immediatamente: “Il vostro compito è quello di infiltrarvi saldamente a Mosca e di prepararvi a portare a termine la vostra missione. In più dovrete riferire sulla situazione a Mosca e al Cremlino.”Grigorenko aveva informato i suoi superiori che i Tedeschi avevano abboccato all’amo. Era così iniziata l’operazione in codice Nebbia (Tuman).
L’avvio di contatti reciproci non era una garanzia assoluta di successo. L’Abwehr e l’SD erano tutt’altro che stupidi, e Tavrin avrebbe potuto e dovuto essere controllato. Grigorenko aveva deciso che l’obbiettivo principale avrebbe dovuto essere quello di far credere che Tavrin facesse un ottimo lavoro, allo scopo di convincere i Tedeschi ad abbandonare i loro tentativi di creare, addestrare ed inviare, con una missione simile, un altro gruppo terrorista, all’insaputa dei Sovietici. In più, Grigorenko aveva suggerito di convincere Berlino a porre altri agenti sotto la supervisione di Tavrin.
L’intelligence tedesca aveva ricevuto questo messaggio radio: “Lavorare a Mosca si è rivelato più difficile del previsto. Sto cercando altre persone che vogliano lavorare. Ditemi per favore che cosa è successo alla famiglia di Lydia”. Era poi arrivata la seguente risposta: “Ci sono amici che lavorano nelle vicinanze. Vorresti incontrarli per un aiuto reciproco?”
La proposta aveva sollevato il dubbio che Tedeschi stessero preparandosi a verificare se Tavrin stesse operando sotto la sorveglianza dell’NKVD. A Tavrin era stato fatto rispondere astutamente: “Voi ne sapete di più. Se questo può servire a sveltire la mia missione, allora sono d’accordo.”
Per diversi mesi, Grigorenko e lo SMERSH avevano messo nel sacco i servizi di intelligence tedeschi. Si era nel 1945 e i Tedeschi avevano incominciato ad aggrapparsi alle opportunità ed alle speranze più esili, una delle quali era la morte di Stalin. Il Centro sollecitava Tavrin ad accelerare le operazioni e lui mandava telegrammi dicendo che le cose procedevano bene: “In questi momenti difficili, vi confermo la mia dedizione. Porterò avanti gli incarichi ricevuti, vivendo con la speranza della vittoria”. Nel gennaio del 1945 i Tavrin avevano ricevuto un radiogramma che diceva:
“Petr e Lydia…Vinceremo. Probabilmente la vittoria è più vicina di quanto si possa pensare. Aiutateci e non dimenticate il nostro giuramento. Kraus”.
Il radio-inganno dell’Operazione Fog era continuato fino alla resa della Germania. Uno degli ufficiali anziani dell’Ufficio per la Sicurezza Principale del Reich aveva riferito che, negli ambienti dell’Operazione Zeppelin, si parlava spesso di Tavrin. Era considerato importante e si pensava che avrebbe portato alla Zeppelin onore, distinzione e maggior potere nelle operazioni di intelligence.
Dopo il completamento dell’Operazione Nebbia, tutti i partecipanti avevano avuto riconoscimenti da parte dello stato, mentre Grigorenko veniva riconosciuto come un vero professionista delle contro-operazioni sulle radio clandestine. Lo stesso Gregorii Fedorovich aveva considerato questa operazione come un esempio di scontro di intelletti fra i due servizi segreti più potenti, quello sovietico e quello tedesco. Ed era stata l’Unione Sovietica a mostrare la sua totale superiorità. Questo agente del controspionaggio aveva portato a termine con successo 183 contro-operazioni radio.
Epilogo: la nebbia si dirada
Dopo la guerra, Grigorenko aveva lavorato per un certo periodo all’intelligence militare, era poi diventato capo del 14° Dipartimento del Primo Direttorato Principale del KGB (servizi di intelligence esteri). Nel 1962, sulle basi del suo dipartimento, era stato costituito il 2° Servizio del KGB (controspionaggio estero), da lui diretto con successo dal 1962 al 1969. Dal 1969 al 1983 Grigorii Fedorovich è stato al vertice del servizio di controspionaggio dell’Unione Sovietica, il 2° Direttorato Principale del KGB. Ha sviluppato e messo a punto un complesso sistema di misure operative intercorrelate per gestire tutti gli elementi che caratterizzano l’attività di contro-intelligence. Infatti, è proprio per merito del suo sistema che possiamo parlare di una “età dell’oro” del controspionaggio. All’epoca, sotto la direzione di Grigorenko, diversi agenti dei servizi di intelligence stranieri venivano scoperti ogni anno.
Fra gli agenti della CIA presi con le mani nel sacco c’è stato il Secondo Segretario del Ministero degli Esteri A. Ogorodnik (nel famoso film “La TASS è autorizzata ad annunciare…“, Grigorenko viene rappresentato come un generale, impersonato da M. Gluzskii), A. Nilov, V. Kalinin, i membri del GRU Filatov e Ivanov, l’impiegato dell’areonautica Petrov, l’ufficiale del KGB Armen Grigorian, l’impiegato dell’Aeroflot Kanoian, il rappresentante del Ministero per l’Industria Chimica Moskovtset, lo scienziato Bumeister, l’impiegato della Vneshtorgbank Kriuchkov e molti altri. Sotto la leadership di Grigorenko sono presi con le mani nel sacco ed espulsi dall’Unione Sovietica i funzionari della CIA Vincent Crockett, Martha Peterson, Richard Osborne e un certo numero di altre spie che lavoravano a Mosca sotto copertura diplomatica. Non stupisce che Grigorenko abbia scritto un libro intitolato “Sottoterra si possono trovare solo topi”, che, alla fine degli anni ’70, era diventato un best-seller.
Nei suoi ultimi anni di lavoro per il KGB, è stato uno dei rappresentanti del Segretario Generale Yuri Andropov. Nel 1983, il brillante Colonnello Generale Grigorenko, che era stato una minaccia per la CIA, veniva trasferito, come Vice-Ministro, al Ministero per le Costruzioni Meccaniche Generali. Sembra che, dopo la morte di Andropov, qualcuno non volesse che Grigorenko continuasse a dirigere il KGB.
Le sue qualità personali si sono manifestate in pieno nelle sue azioni da presidente della Vetkon, l’Associazione Veterani del Controspionaggio, creata su sua stessa iniziativa. Si è spento il 19 maggio 2007, all’età di 88 anni.
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Articolo tradotto dal Russo da Nina Kouprianova, pubblicazione a cura di Espionage History Archive, il 4 Settembre 2015
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it
Articolo tradotto dal Russo da Nina Kouprianova, pubblicazione a cura di Espionage History Archive, il 4 Settembre 2015
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it
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