“Una decina d’anni orsono la Cina esportava grosso modo 100 milioni di once l’anno di argento – lo esportava ‘fuori’ dalla Cina. E poi…circa da sei anni la Cina ha cominciato a diventare importatore netto di…100 milioni di once; un balzo di 200 milioni di once”: così si meraviglia uno dei massimi negoziatori di metalli, David Morgan, nel suo Morgan Report.
Fino ad oggi, il mercato dell’argento era dominato da JP Morgan, che ne deteneva nelle sue capaci casseforti qualcosa come 74 milioni di once; ha fatto qualche vendita e riacquisto, oggi è 69,4 milioni. Ma lo Shanghai Stock Exchange sta rapidamente sfidando questo primato: ne detiene 54,7milioni di once. Rapidissima salita, se si pensa che ad agosto 2015 ne aveva 7,5 milioni. Il punto è che lo Shanghai Future Exchange ne incamera 7 milioni di once al mese, laddove JP Morgan aggiunge alle sue scorte 1,3 milioni all’anno. In poche settimane, l’argentiere cinese supererà quello americano. Se non l’ha già superato.
“Lungo termine” alla cinese....
Come investimento, l’argento è buono? Fate voi: nel 1999 era a $5.33, oggi a $17. Un rialzo del 300 per cento, sì, ma in 16 anni. Nel lungo termine, diceva Keynes, saremo tutti morti: ma questo vale per un privato. Uno stato di 2 miliardi di abitanti ha un altro metro per il ”Lungo termine”. Specie se è pieno di dollari da scambiare con qualcosa di solido; se pensa che i dollari non riusciranno più a essere la moneta di riserva mondiale. Se poi una implosione del sistema monetario globale (in fondo resa inevitabile dal buco nero mondiale dei derivati, dove una flessione dell’1% può spazzar via il Pil mondiale) dovesse far volatilizzare la moneta-debito creata dal nulla, avere argento in quantità preparerebbe bene al ritorno a un sistema bimetallico.
Come noto, da qualche tempo la Cina e la Russia non fanno che accumulare oro fisico in quantità accelerata: Mosca ha comprato a febbraio altre 360 mila once, Pechino 320 mila. A fine 2015 la banca centrale russa ha annunciato la volontà di aumentare le sue riserve in oro a 500 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Un buon modo per liberarsi dei dollari e minare, alla lunga, il primato della valuta Usa come riserva mondiale. E, come nota il suddetto David Morgan, “un gold-only standard è solo un passo per (il ritorno) alla moneta fiat (senza copertura); ma se hai un sistema bimetallico è più difficile per loro (i banchieri)”.
Di fronte alle sempre più intense provocazioni Usa nel Pacifico meridionale, culminate per ora nella plateale visita di Obama in Vietnam con l’annuncio che venderà armamenti al locale regime (comunista ma tradizionale nemico di Pechino), il portavoce del ministero degli esteri di Pechino ha risposto: “La Cina non è interessata ad avere una parte in un film di Hollywood scritto e realizzato da certi responsabili militari americani”. Poi il portavoce, Hua Chunying,ha aggiunto: “Ci sono in Usa delle persone che vivono fisicamente nel XXI secolo, ma il cui spirito resta intrappolato nell’era della guerra fredda”. Reagiva a dichiarazioni bellicose di Ashton Carter, il capo del Pentagono, che si atteggia a protettore dei “paesi dell’area” “preoccupati dal militarismo cinese”. Il messaggio è chiaro: non cadiamo nelle vostre trappole, non facciamo la guerra come volete voi. Abbiamo altri modi. Puro Sun Tzu.
FEMA simula un sisma 9.0 nel West
Frattanto, la FEMA (la protezione civile Usa) il 7 giugno terrà una colossale esercitazione – di fatto cinque esercitazioni coordinate – che ha chiamato “Cascadia Rising”, e simula il seguente scenario: affrontare gli effetti di un terremoto di magnitudine 9.0 lungo la Zona di Subduzione Cascadia seguita da uno tsunami sulla costa del Pacifico: dal Canada alla California.
Magnitudine 9.0? Tsunami dal Canada alla California? vi sembra esagerato? Attenzione: la Cascadia è la vastissima linea lungo la quale due placche tettoniche, la pacifica (Juan De Fuca) e la Nord-Americana, scorrono l’una sotto l’altra; corre da Vancouver lungo la costa del Washington State e l’Oregon, e va’ fino a Capo Mendocino nella California del Nord. Per decenni i geologi hanno detto che Cascadia non fa’ paura, essendo a subduzione di una placca sotto l’altra un movimento continuo e tranquillo. Da qualche decennio s’è invece scoperto (da una foresta antica, semi-sepolta dalla sabbia nell’entroterra di Copalis Beach, Washington State) che nel 1700 – per l’esattezza il 26 gennaio – la Cascadia si è mossa, provocando un sisma titanico e uno tsunami che, appunto seppellì con il fango marino foreste intere. Probabilmente spazzò anche tribù indiane; la cosa non fu registrata in Occidente, perché nel ‘700 i bianchi erano ancora pochi in quella costa dell’America. Ma lo tsunami traversò il Pacifico e distrusse città costali del Giappone, e negli annali nipponici ne è rimasto il ricordo: uno strano tsunami per i giapponesi, perché non era stato preceduto da un sisma, come erano abituati a sapere. Il sisma era avvenuto, ma a decine di migliaia di chilometri sull’altra costa.
In confronto alla temutissima e pubblicizzata faglia di Sant’Andrea, la Cascadia è un gigante sia per lunghezza (700 miglia) sia per le potenze compresse in gioco: un terremoto qui sarebbe 30 volte superiore al Big One l’atteso grande sisma provocato da Sant’Andrea, quello che distrusse San Francisco nel 1911 (magnitude 6.7)
Un sisma fra 8 e 9 di magnitudine è nell’ordine delle cose. E dove? “La nostra ipotesi operativa – ha detto Kenneth Murph, il direttore della FEMA responsabile per la Regione X (Oregon, Washington Idaho, Alaska) – è che tutto ciò che si trova ad Ovest della Interstate 5 sarà stecchito”. E’ “la principale autostrada Interstate Highway sulla costa occidentale, parallela alla costa pacifica, si estende da sud a nord per 1381.29 miglia collegando il Canada con il Messico” (Wikipedia)
In questi ultimi mesi è stata notata una fuoriuscita di CO2 dal sottosuolo della California, ritenuto un segno premonitore. Molti vulcani dell’Anello di Fuoco si sono risvegliati, fra cui il Mount St Helen, e il Sinabunga in Indonesia che dormiva da 4 secoli. Finché eruttano, si dice, i vulcani sfogano le energie interne. Si dice.
Direte voi: che c’entra l’accapparramento cinese di argento col terremoto Cascadia? Niente naturalmente. Anche con l’intera zona est stecchita, il dollaro Usa continuerà ad essere la valuta di riserva mondiale. Sicuro.
Nessun commento:
Posta un commento