domenica 2 febbraio 2014

Scudo fiscale, dopo la fiducia la ghigliottina. E Soro interviene sulle assenze nel gruppo

speranza_gasparri_poveri.jpgPS: <<La coerenza del Pd: nel 2009 era contro la "ghigliottina": nella foto: Speranza, capogruppo pd alla Camera, il "Gasparri dei poveri".>>
umberto marabese
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"Era il 30 settembre 2009, al governo c'era Berlusconi e sullo scranno più alto di Montecitorio siedeva Gianfranco Fini. In aula si discuteva il decreto sul tanto discusso Scudo fiscale (che poi passò grazie all'assenza di 32 deputati, 24 del pd tra cui D'Alema, al momento della votazione della fiducia, ndr). Le opposizioni (allora Pd e Idv) alzarono le barricate, praticando un ostruzionismo selvaggio con l'intento di far decadere il decreto. Cosa che mandò su tutte le furie Fini. Nell'ultima capigruppo prima del voto l'ex presidente della Camera minacciò la ghigliottina. "E' una precisa responsabilità del presidente della Camera dei deputati avere la deliberazione dell'Aula prima della decadenza del decreto", disse in quell'occasione, auspicando "una intesa di metodo per un percorso di lavoro fino al voto finale, evitando il ricorso alla ghigliottina". Apriti cielo. L'opposizione protestò duramente, chiedendo a Fini di non fare ulteriori forzature e di consentirle di esercitare i suoi diritti. "Sarebbe davvero imperdonabile se si applicasse la ghigliottina per la prima volta nella storia su di un provvedimento vergognoso del quale nessun italiano, neanche quelli che sostengono la maggioranza, ha bisogno", affermò l'allora capogruppo Pd alla Camera, Antonello Soro, riferendosi alla minaccia di Fini. "Lo stesso presidente Fini - spiegò Soro - ha condiviso il termine anomalia oggettiva cui cui si definisce questo decreto per la sua natura e per il suo processo normativo. Per questo auspichiamo che il presidente Fini non applichi la ghigliottina, consentendo all'opposizione di avvalersi di tutte le sue prerogative". Le stesse prerogative che oggi il Pd nega alle opposizioni." Qelsi-------

La notizia data dal sito ufficiale del pd nel 2009: leggi

L'intervista del capogruppo PD alla Camera, le dichiarazioni di Bersani e Sarubbi, gli errori sugli assenti

Le assenze in Aula? “Davanti a una legge vergognosa, di cui vorremmo parlare, non mi sembra il punto politico”, risponde Antonello Soro, capogruppo Pd a Montecitorio in un’intervista a l’Unità.....
E spiega che il Pd “con cento voti di margine rispetto alla maggioranza”, non segue la strategia di una “prevalenza numerica. Siamo impegnati in una battaglia durissima usando l’ostruzionismo per far decadere il decreto”, mentre il presidente della , Gianfranco Fini ha annunciato il ricorso lla “ghigliottina“ ovvero all’interruzione forzosa del dibattito per andare al voto: “Siamo contrarissimi, sarebbe la prima volta nella storia parlamentare, e verrebbe usata per una legge ingiusta, incivile e inefficace di cui si vergognano anche quelli che saranno costretti a votare a favore”.
Sulle polemiche suscitate dal'ipotesi che due giorni fa il PD avrebbe potuto bloccare la conversione del decreto con lo scudo fiscale, se fosse stata più massiccia la sua presenza in aula alla Camera al voto sulle pregiudiziali di costituzionalità ribadisce: “Non affidiamo ai numeri le nostre battaglie politiche, sarebbero perse in partenza. Le affidiamo agli argomenti quando è possibile, e agli strumenti che consentono all’opposizione di pesare di più quando ci sono i decreti legge. Siamo impegnati in una battaglia durissima contro questa legge vergognosa e non abbiamo scelto la strategia di una prevalenza numerica in aula sapendo che abbiamo cento voti di margine rispetto alla maggioranza che, peraltro, ha a disposizione anche sottosegretari e ministri. Abbiamo scommesso sul ricorso agli strumenti che ci consentono di arrivare fino a sabato. Ora mi pare importante vedere se il presidente della Camera utilizzerà la “ghigliottina“ ma siamo contrarissimi, sarebbe la prima volta nella storia parlamentare e verrebbe usata per una legge di cui si vergognano anche quelli che saranno costretti a votare a favore”.
Per questo il PD punta sull’ostruzionismo, con dichiarazioni di voto e illustrazione di ordini del giorno che, secondo il regolamento, potranno far decadere il decreto se non sarà convertito entro sabato.
E Soro ribadisce: “In tutta la legislatura il Pd ha la percentuale più alta di presenze rispetto ad altri gruppi. A parte i malati, non giustifico mai gli assenti e non l’ho fatto in questa occasione, ma se noi avessimo avuto anche soltanto dieci deputati in più il governo ne avrebbe fatti arrivare venti dai ministeri. Alzare in questo momento una polemica nei confronti dell’opposizione mentre il governo mette in essere questa gigantesca schifezza, mi sembra per davvero il trave e la pagliuzza. Contro questa legge-vergogna occorrerebbe creare dissenso verso il governo, e consenso per l’opposizione. Invece un pezzo di sinistra, forse intristita dall’assenza dal Parlamento perde di vista i bersagli veri”.
Intanto il voto finale dell'Aula della Camera sul decreto correttivo del provvedimento anticrisi, che comprende fra l'altro la misura dello scudo fiscale, slitta dalle 15 di oggi alle 13 di domani. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo, nel corso della quale è stato lo stesso presidente della Camera Gianfranco Fini a proporre lo slittamento del provvedimento, sul quale ieri in tarda serata il governo ha incassato la fiducia.
Fini ha confermato di voler mettere in pratica la ghigliottina parlamentare denunciata da Soro, ossia l'imposizione del voto finale anche se il dibattito e l'esame degli ordini del giorno non saranno stati ultimati. Questo per dare tempo al presidente della Repubblica di valutare il contenuto del decreto che scade alla mezzanotte di sabato 3 ottobre.
E nel frattempo non si arrestano le critiche dell'opposizione nei confronti del provvedimento. "E' una vergogna, un luogo di menzogne a ripetizione", ha detto Pierluigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd. "Ci guadagneranno i molto ricchi e furbi, un certo numero di criminali e il sistema bancario che maneggerà un bel po' di soldi", ha spiegato. Non solo. "Chi paga le tasse ne pagherà di più", ha assicurato, "perché le tasse si alzano alla fine dei condoni". "Siamo ridotti a questo - ha proseguito - ad abbonare i reati per tirar su un po' di soldi e poi decidere a quali bisogni primari destinarli. L'anno prossimo si metterà una tariffa per i reati? Un tot per l'omicidio, un tot per il furto o lo stupro, uno esce e così finanziamo la sanità: è un discorso aberrante che dovrebbe suscitare una reazione più netta e non solo da parte dell'opposizione".
Pierluigi Bersani ha risposto in conferenza stampa a una domanda sulle assenze. “Questi qui se li mangiano tutti i voti. quando questa maggioranza ha avuto incidenti di percorso, ha sempre trovato gli strumenti parlamentari per rimediare”. La colpa è della legge elettorale, “la madre di tutte le questioni”, ha sottolineato, perché “la vera deformazione che sta avvenendo in questa democrazia e’ la nomina dei parlamentari”.
Andrea Sarubbi, deputato del PD, è intervenuto sul suo blog per rispondere alla critiche di tanti lettori. Ecco un estratto del suo post: “Lo scudo fiscale passerà per colpa del Pd”: la notizia, fatta girare da Sinistra e libertà, è arrivata anche a mia madre, che stamattina non riusciva a spiegarsi come mai – visto che noi eravamo assenti al momento del voto – io fossi rimasto in Aula ieri sera fino a mezzanotte. Se non sono riuscito a convincere neppure mamma, con voi sarà durissima, ma ci provo lo stesso. Partiamo dai fatti. Il decreto arriva in Aula lunedì, e ci iscriviamo a parlare in parecchi; martedì si votano le pregiudiziali di costituzionalità (poste proprio da noi, dall’Idv e dall’Udc) e non passano per 52 voti.
Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 267
(La Camera respinge).
Poi ci sono quattro deputati (uno del Centrodestra, tre del Centrosinistra) che sono presenti anche nel resoconto parlamentare ma non vengono conteggiati perché la tastiera del voto non funziona. Riassumendo: della maggioranza (Pdl, Lega, Mpa, parte del gruppo misto) votano in 268 su 343 (78,1%); dell’opposizione (Pd, Udc, Idv, parte del gruppo misto) votano in 218 su 287 (75,9%). Se avessimo votato tutti, non c’è dubbio, li avremmo mandati sotto ed avremmo fermato il decreto; sullo scudo fiscale, invece, temo che avrebbero trovato un modo di ripresentarlo sotto altre forme. Una cosa analoga era già avvenuta con il ddl sicurezza, quando molti colleghi dell’Idv e soprattutto dell’Udc erano impegnati in campagna elettorale; stavolta, le assenze maggiori le abbiamo fatte registrare noi (57 su 214: il 26,6%), rispetto all’Udc (8 su 38: 21%) ed all’Idv (2 su 26: 7,7%) ed è giusto che ne paghiamo il prezzo in termini mediatici, anche se di solito viaggiamo sull’84% e se il motivo di queste assenze è naturalmente un fatto straordinario come il congresso. Ciò significa che i miei colleghi assenti siano giustificati? No, perché i deputati devono innanzitutto fare i deputati. Ma ci sono dei momenti – a me forse capiterà martedì, quando sarò con Dario Franceschini a Genova per un incontro sui nuovi italiani e non esiste un aereo che torni a Roma prima delle 16.30 – in cui, magari, perdi qualche votazione non perché sei un fannullone, ma perché accanto al mandato parlamentare hai anche un ruolo politico, che in certe occasioni (non tantissime, per la verità) sei chiamato a svolgere. Capisco dunque la polemica strumentale di Sinistra e libertà, ma ci tengo a ribadire che – anche in questa occasione, e nonostante il momento particolare che stiamo vivendo – il Pd sta facendo il suo dovere, con una battaglia parlamentare che ci vedrà impegnati fino alle 13 di domani, quando Fini ha già stabilito che la discussione verrà chiusa. Siamo qui, insieme agli altri partiti di opposizione, anche in seduta notturna.
Verò è che l’articolo di ieri de Il Fatto conteneva alcune imprecisioni: Francesco Rutelli, essendo senatore non poteva votare alla Camera, Ermete Realacci viene erroneamente menzionato fra i deputati assenti alla votazione sullo scudo fiscale . Non è così, era presente e ha votato contro, ma non ha funzionato il sistema di votazione elettronico. Come accade in casi come questo, Realacci ha segnalato la disfunzione al segretario d’Aula e il suo voto è stato correttamente registrato, come chiunque può verificare sul resoconto della seduta del 29 settembre visionabile sul sito della Camera dei Deputati.
Inoltre l’articolo de "Il Fatto Quotidiano" contiene un errore sulle assenze che sarebbero state determinanti, come segnalatoci su PdNetwork da sposerò piersilvio: “l’articolo riporta che i votanti sono stati 485 e la maggioranza era 242, a favore sono stati 267 del PDL e 215 delle opposizioni. Poi riporta che se avessero votato 27 del PD sarebbe stato respinto lo scudo, qui c'è l'errore, infatti se avessero votato i 27 assenti la maggioranza sarebbe passata a 256 e il PDL ne ha presi 267 e quindi sempre di più dei 215+27=242. Se poi avessero votato tutti i deputati PD assenti avremmo superato la maggioranza di 2 voti, ma vien da se, che, per la probabilità, sarebbe aumentata anche la presenza in aula dei componenti la maggioranza. Tradotto,come dice l'articolo, questa è disinformazione”.

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