PS: Questi "lestofanti" sono al sicuro, oggi più di ieri....con il "regale regalo di Re Giorgio" hanno anche la maggioranza in senato...ergo!
In tre hanno contribuito con il "Pil" al benessere, d'Italia con risultato = a..."o"... ma con stipendio o pensione o stipendio più pensione in maniera abbondante....tanto li votate lo stesso!
umberto marabese
-------------------
È il 2006 l’allora sindaco di Siena Maurizio Cenni si riunisce con
l’onorevole Alberto Monaci, il presidente della provincia Fabio
Ceccherini e il segretario provinciale della Margherita Graziano
Battisti. Strategie politiche? No. Trovare un accordo sulla governance
di Mps? Sì. L’opera va a buon fine. E con l’ok della Margherita guidata
da Battisti, Giuseppe Mussari va a guidare la banca e Gabriello Mancini
prende il suo posto in Fondazione.
D’altronde Ceccuzzi da un lato e Mussari dall’altro erano diventati
due uomini forti per aver detto no all’operazione Bnl sostenendo i
veltroniani contro i dalemiani. Ma è sbagliato pensare che equilibri
siano definitivi. Il lavoro di sintesi della politica prosegue al giro
successivo e diventa ancora più complesso.
«Nel 2009 si decise di portare i componenti del consiglio di Mps da
10 a 12 per rispettare le proporzioni del consiglio regionale e di
quello provinciale» racconta l’allora segretario Ds Franco Ceccuzzi (e
sindaco di Siena dal maggio 2011 al maggio 2012) mentre viene sentito
dai pm senesi nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisizione di
Antonveneta. «I componenti del cda indicati dalla Fondazione erano uno
dell’opposizione, due dell’ex Margherita e tre dell’area ex Ds......
Comunicai queste scelte a Walter Veltroni e lui si limitò a prendere
atto. In quel periodo si parlava molto di un ampliamento della banca e
su questo presero pubblicamente posizione Fassino, D’Alema e Chiti».
Come dire, se il manuale Cencelli non si riesce ad applicare alla realtà
è meglio cambiare la realtà. A gennaio del 2012 Ceccuzzi telefona a
D’Alema e a Bersani (segretario del Pd) di quest’ultimo riferisce: «Ho
detto che avevo una posizione di rottura con il passato e ho chiesto il
sostegno per l’operazione che avrei dovuto fare. Bersani mi disse che
avevo il sostegno del partito».
Notare che è lo stesso Bersani (non un omonimo) di quello che
dichiarò di voler sbranare tutti coloro che avessero osato accusare i
democratici di interessarsi al Monte Paschi. E D’Alema è lo stesso che
ha preso il telefono per chiamare Alessandro Profumo e sondare la sua
disponibilità per la presidenza e che in passato esprimeva le proprie
idee di governance bancaria a Ceccherini e che si confrontava con Franco
Bassanini sulle opportunità di crescita dell’istituto. Insomma, lo
stesso schema Cencelli applicato in questi giorni per il dopo Mancini.
2 – «D’ALEMA PARLÒ CON PROFUMO PER CONVINCERLO AD ACCETTARE»
Da “Libero”
Il giorno 5.10.2012 al Palazzo di giustizia di Siena è comparso
Franco Ceccuzzi (sindaco di Siena dal maggio 2011 al maggio 2012).
«Quale segretario provinciale dei DS nel 2006 ho partecipato a diverse
riunioni nel corso delle quali si è raggiunto un accordo concernente la
governance della banca e della Fondazione. Ricordo che il presidente
della banca Fabrizi non poteva essere riconfermato… Si aprì una
discussione su chi doveva essere il successore.
Le ipotesi sul tavolo erano due: la prima vedeva Mancini presidente
della banca e un esterno alla città amministratore delegato, ma fu
subito accantonata. La seconda prevedeva, invece, la nomina dell’avv.
Mussari a presidente della banca e di Gabriello Mancini a presidente
della Fondazione.
Questa seconda ipotesi fu quella che raccolse i maggiori
consensi(…)Vi furono anche alcune prese di posizione da parte di uomini
politici quali Fassino, D’Alema e Chiti che auspicavano un ampliamento
della banca (…)».
«Conosco Graziano Costantini. All’epoca era rappresentante della
Confesercenti ed era persona vicina al Pd. Fu nominato nel Cda della
banca. Nel 2009 ci fu una discussione sul numero dei componenti del Cda
di Mps che venne portato da 10 a 12. Fu aumentato tale numero per
rispettare le proporzioni esistenti in Consiglio comunale e in Consiglio
Provinciale.
Non ricordo chi propose il nome di Costantini quale componente del
Cda: ero comunque d’accordo con la sua nomina. Alle riunioni in cui si
discusse del rinnovo erano presenti l’onorevole Monaci, Ceccherini,
Cenni, Bezzini e Alessandro Piccini. All’esito i componenti del Cda
indicati dalla Fondazione erano così ripartiti: un componente
dell’opposizione, due componenti dell’area ex Margherita e tre
componenti dell’area ex Ds». (…)«Comunicai a Veltroni, che si limitò a
prendere atto, le scelte effettuate». (…)
«Agli inizi del gennaio 2012 ho avuto alcuni colloqui con l’on.
Bersani e con l’on. D’Alema aventi ad oggetto la situazione della banca e
del la Fondazione. Ho rappresentato loro la vicenda e la mia presa di
posizione, che era di rottura con il sistema passato. Ho chiesto loro
sostegno politico per l’operazione che da lì a qualche mese sarebbe
stata fatta. L’on. Bersani mi disse che avrei avuto il sostegno del
partito» (…)
«Con l’on. D’Alema parlai anche della nomina del presidente della
banca. Avevamo già avuto un primo abboccamento con Profumo, il quale,
però, aveva delle remore.
Sapendo di un rapporto di conoscenza con l’on. D’Alema gli chiesi di
potere parlare con Profumo per convincerlo ad accettare l’incarico.
L’incontro con D’Alema si svolse a Roma nella sede della fondazione
Italianieuropei. Ricordo che, mentre tornavo a Siena, D’Alema mi
telefonò dicendomi che aveva parlato con Profumo, il quale mostrava
ancora alcune perplessità».
Il giorno 4.10.1012 al Palazzo di Giustizia di Siena è comparso Cenni
Maurizio (sindaco di Siena dal 2001 al 2011). «Ricordo di avere avuto
colloqui relativi alle nomine di Mancini e Mussari con il Presidente
della Provincia, con il segretario provinciale dei Ds che, se mal non
ricordo, all’epoca era Franco Ceccuzzi, con il segretario cittadino dei
Ds. Non ricordo, ma non posso escludere, di avere avuto incontri con
l’on. Alberto Monaci o con Graziano Battisti della Margherita. Non ho
avuto incontri con esponenti della politica nazionale e non mi fu
riferito se vennero informati (…)».
«Devo dire che le diverse anime dei Ds erano fortemente interessate
alla gestione di Banca Mps» (…) «Per quanto concerne le nomine del 2009
e, in particolare, le conferme di Mancini alla Presidenza della
Fondazione e di Mussari alla Presidenza della banca devo dire che avevo
espresso l’idea che si dovesse azzerare tutto e che dovessero essere
cambiati i vertici della Fondazione.
Fui tacciato, anche sulla stampa, da esponenti del Pd locale, tra cui
ricordo Elisa Meloni, di non fare gli interessi della città. Mi trovai
isolato. Con le diverse interlocuzioni avute con Ceccuzzi, Bezzini e con
altri esponenti del PD, di cui al momento non ricordo il nome, avanzai
questa proposta che fu bocciata».
Il giorno 4.10.2012 alle ore 9.45 al Palazzo di Giustizia di Siena è
comparso Ceccherini Fabio (Presidente della Provincia di Siena dal 1999
al maggio 2009). «Nel 2006 il Presidente di Mps Fabrizi non è stato
riconfermato alla presidenza della banca. Ricordo che vi furono alcune
riunioni nelle quali si discusse a chi affidare la presidenza della
banca e, conseguentemente, quella della Fondazione. Avanzai la proposta
di nominare amministratore delegato della banca Stefano Bellaveglia
indicando Gabriello Mancini quale presidente.
Ritenevo che l’avv. Mussari dovesse ancora per un mandato mantenere
la presidenza della Fondazione. La mia proposta fu bocciata e si decise
di nominare Mancini presidente della Fondazione e Mussari presidente
della banca. Devo dire che non fui contrario a questa soluzione » (…)
«Ricordo di avere avuto dei colloqui, concernenti tali nomine, con
Maurizio Cenni, Sindaco di Siena, con Franco Ceccuzzi e con l’on. Franco
Bassanini, eletto nella circoscrizione di Siena. So, per averne parlato
con l’on. Bassanini, che delle nomine erano stati informati i
responsabili nazionali dei Ds, anche se non sono in grado di indicare
chi fu informato. Se mal non ricordo medesima informazione mi diede
Ceccuzzi.
Gabriello ManciniGabriello Mancini
Anche in tal caso non ricordo se mi disse chi era stato informato a
livello nazionale »(…) «Vi era certamente interesse, ma non ingerenza da
parte dei responsabili nazionali dei Ds, in ordine alle scelte
riguardanti la banca. Posso dire che coloro che maggiormente erano
attenti al territorio e alla banca erano l’on. Bassanini e l’on.
Giuliano Amato. Ricordo di avere avuto in più occasioni dei colloqui
anche con l’on. Massimo D’Alema.
Egli esprimeva le sue perplessità sulle modalità di governance della
banca, affermando che il sistema di nomine della Fondazione e,
conseguentemente della banca, era di tipo medievale, perché troppo
legato agli enti locali. Auspicava un’apertura della banca, un suo
maggiore rendimento sul territorio nazionale e una politica industriale
che fosse più attenta alle esigenze del mercato. In tali colloqui facevo
presente all’on. D’Alema che, invece, era opportuno che la banca
rimanesse legata al territorio. I colloqui con l’on. D’Alema li colloco
in un periodo sia antecedente sia successivo al 2006»(…)
«Ho saputo dell’acquisizione di banca Antonveneta da parte di Banca
Mps direttamente dall’avv. Mussari. Ricordo di avere ricevuto una
telefonata con cui Mussari mi informava che stava per firmare o che
aveva appena firmato il contratto per l’acquisto di Antoneveneta.
Ricordo che quel giorno, dopo alcune ore, la notizia divenne di dominio
pubblico».
dagospia
Nessun commento:
Posta un commento