martedì 20 agosto 2013

PENSANDO, PENSANDO (3)... A UNA SCUOLA DIVERSA

La 3° puntata dei pensieri di Fabrizio Caròla, l'architetto che ha coltivato idee e tecniche per la decrescita felice. Un insegnamento ripensato. di Fabrizio Caròla.
Leggi anche la 1° e la 2° puntata...:
- http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=83272&typeb=0&Loid=315&PENSANDO-
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=83671&typeb=0&Loid=315&PENSANDO-
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Tempo fa, leggendo "I Sonnambuli", un libro di Arthur Koestler che tratta della storia delle teorie sull'universo, mi colpì il fatto che personaggi come Copernico e Keplero perdevano d'un tratto quella nebulosa vaghezza nella quale le mie nozioni scolastiche li avevano relegati, per diventare bruscamente delle persone reali, concrete e umane.
Le loro teorie, le loro scoperte, i pensieri, le vicende come pure le reazioni dei contemporanei, tutto diventava chiaro e comprensibile.
Tanta chiarezza risultava dal fatto che l'autore inseriva i personaggi nel loro tempo, bene inquadrati nel contesto dell'Europa del Rinascimento, tracciando di questa un largo ma anche profondo panorama e scendendo fin nei dettagli della vita di tutti i giorni.
Da questa constatazione mi è venuto spontaneo il paragone con l'insegnamento scolastico: impariamo a scuola una gran quantità di nozioni, alcune precise altre vaghe, ma ognuna indipendente dalle altre, senza che mai vi sia un collegamento fra le varie materie; acquisiamo lo scibile umano un po' alla rinfusa, come se ci dessero pezzi di un puzzle senza l'immagine da comporre...

In una stessa giornata di studio si insegnano argomenti diversi, così slegati e lontani gli uni dagli altri (come fossero tutti fenomeni e fatti isolati) che in tutta la sua vita l'allievo non riuscirà mai a comporre il puzzle delle cose apprese né a situare i fatti, se non vagamente, nel tempo e nello spazio. Si studia per esempio l'Iliade per la letteratura, il Medioevo per la storia e l'Africa per la Geografia: come si può pretendere da un ragazzo di 12-13 anni di comprendere il valore di un poema omerico che spunta tra la Lega Lombarda e l'attuale produzione di cereali dell'Africa del Nord?
Perché, studiando Omero, non si studierebbe anche la storia greca, la geografia della Grecia e l'arte, la religione, la matematica, la filosofia di quella stessa Grecia e degli altri popoli nella stessa epoca?




In tal modo l'allievo sentirebbe, fin dall'inizio, che esiste un rapporto tra il luogo, il tempo, il pensiero e l'azione... che la religione ha una storia, che la storia ha una geografia, che la scienza ha una storia e una geografia, che l'arte ha una storia, una geografia e una religione.

Insomma io penso che l'insegnamento dovrebbe progredire per strati storici che determinerebbero una relazione orizzontale tra le varie materie.
Partendo dalla Preistoria, cioè l'epoca più primitiva, l'allievo percorrerà l'evoluzione dell'uomo sotto tutti gli aspetti e tutte le latitudini accedendo, di anno in anno a nozioni sempre più complesse, in concordanza con la sua età, cioè con l'evoluzione delle proprie capacità intellettuali. Ripercorrerà così il cammino dell'uomo, passo a passo, da una scoperta all'altra, da un'invenzione all'altra, da una battaglia all'altra e capirà il senso di questa evoluzione e alla fine, forse, riconoscerà se stesso e capirà gli altri.
Partendo da questa base ho immaginato una scuola "nuova" che potrebbe essere divisa in tre cicli fondamentali:
1° I MEZZI da 5 a 8 anni
2° LA CONOSCENZA da 8 a 16 anni
3° L'ESPERIENZA da 16 a 19 anni
1° Nel primo ciclo che dura tre anni, il bambino acquisisce i mezzi che gli saranno necessari per conoscere ed esprimersi: impara cioè a leggere, scrivere, parlare, cantare e...giocare; gli si dà inoltre la possibilità di accedere a mezzi d'espressione più soggettivi come il disegno, la musica, la scultura, la recitazione ecc...
2° Acquisiti i mezzi, il ragazzo entra nel ciclo della conoscenza cominciando, come ho già detto, dalla Preistoria a risalire la scala della conoscenza e del progresso dell'uomo fino al presente.
Questo ciclo dura otto anni e ogni anno l'allievo viene immerso completamente in un'epoca che sarà esaminata, studiata, analizzata e vissuta in una sorta di favoloso gioco di gruppo al quale contribuiranno libri, disegni, fotografie, cinema, suoni, teatro ecc.....E tutte le materie, comprese quelle scientifiche, vanno studiate nell'ottica di quell'epoca; ed ogni epoca, approfondita così in tutte le sue parti, risulta la base naturale dell'epoca seguente, secondo una sequenza logica e umana e non per un susseguirsi astratto di vicende incomprensibili.
Inoltre lo studio non va limitato da una visione nazionalistica come avviene tuttora, per cui l'Italia per gli italiani o la Francia per i francesi appaiono ai rispettivi alunni come il centro dell'Universo; va invece esteso a tutte le civiltà che si sono sviluppate parallelamente alla nostra, anche se in maniera totalmente diversa, perché se oggi l'incontro tra le varie civiltà è così spesso doloroso, ciò è dovuto più alla reciproca ignoranza che ad una vera e propria impossibilità di scambio e comunicazione.

3° Finito il secondo ciclo, l'allievo è ora un giovanotto di 16 o 17 anni con una solida cultura alle spalle; fra poco si inserirà nella vita degli adulti e dovrà scegliere un'attività attraverso la quale esprimersi e dare il suo contributo alla collettività.
Il terzo ciclo ha dunque come obiettivo di preparare il giovane a questo ingresso nella vita e permettergli di operare una scelta cosciente del proprio avvenire.
Durante tre anni l'allievo prenderà conoscenza di tutte le attività del mondo moderno; scoprirà cos'è un medico, un avvocato, un architetto o un giornalista; conoscerà il meccanismo di una banca, di un partito politico o di una cooperativa; sarà informato di come funziona o come si governa una nazione e una società per azioni; visiterà ospedali, cantieri, laboratori, industrie, aziende agricole ecc.....
Alla fine di questo ciclo il giovane è pronto per scegliere e affrontare la specializzazione, cioè l'università, la scuola tecnica, il lavoro e la vita.
Per concludere, io propongo una scuola viva, perché la scuola deve essere viva, interessante e divertente; il ragazzo deve svegliarsi la mattina con l'ansia di saperne di più...
La curiosità, il desiderio di sapere, sono caratteristiche fondamentali dell'uomo e si manifestano con forza nel bambino, ma la scuola fino ad ora, invece di esaltare la curiosità naturale, la smorza sostituendola con una noia profonda e facendo dello studio un penoso dovere laddove dovrebbe essere un gioco allegro e appassionante.
In una scuola nuova non dovrebbero esserci né voti né coercizioni di sorta perché l'interesse e il gioco del sapere dovrebbero essere incentivi sufficienti e perché la selezione avverrà poi nella vita o nelle università, laddove entrano in gioco precise responsabilità professionali.
 
NOTE BIOGRAFICHE SU FABRIZIO CARÒLA
"A me l'architettura non interessa. A me piace farla."
La biografia di Caròla sembra tratta da un romanzo. Figlio di un'importante famiglia napoletana si diploma - nel 1956 - alla Ecole Nationale Supérieure d'Architecture "La Cambre" di Bruxelles, fondata da Henry Van de Velde.
L'ambiente di formazione risulta determinante per la definizione di un approccio "fisico" al progetto, un'architettura legata al fare, all'azione concreta del costruire.
Ma Caròla, non è solo un architetto, è un nomade alla costante ricerca di nuove strade, votato alla sperimentazione e alla scoperta. Proprio questa attitudine lo spinge negli anni 60' verso l'Africa, un territorio a lui sconosciuto. In principio il Marocco dove partecipa alla ricostruzione post terremoto dell'ospedale di Agadir, poi la Mauritania, paese in cui realizza il suo progetto più importante, il Kaedi Regional Hospital, per il quale riceve nel 1995 l'Aga Kahn Award for Architecture - un edificio a cupole ribassate collegate da corridoi in grado di ospitare stanze per malati e residenze per i familiari, dove si concentrano tutti gli aspetti di un pensiero e di un modo d'agire sostenibile - e infine il Mali dove scopre e studia l'architettura sub-sahariana passando gran parte della sua vita.
(Per leggere il resto delle interessanti note su Caròla, leggi qui: http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/nel-mondo/fabrizio-carola-africa-cupole-terra-cruda-architetto-napoletano-090.html)

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