Le caserme no! Scusa Marco, ma mi dimetto
Caro Direttore,
vengo con questa mia a presentarti le irrevocabili dimissioni dovute allo stato di prostrazione-consunzione che mi impedisce di occuparmi delle vicende della politica senza accusare sintomi di rigetto associati a fastidiose manifestazioni cutanee. Come sai ho cercato di farmi forza davanti alla millesima riproposizione del Ponte sullo Stretto. Ho stretto i denti quando il governo ha deciso di delegare la questione del salario minimo al Cnel, ente inutile che tutti credevano abolito dal secolo scorso. Sulle concessioni balneari, di cui sentiamo parlare dallo sbarco di Enea sui nostri lidi, ho trattenuto il respiro per non urlare.
Ma quando ho letto su Repubblica il seguente titolo: “Nordio, caserme per svuotare le celle”, volevo piangere. Credimi, non sono il solo a non poterne più della impudenza verbale di un ministro (e di tanti suoi colleghi) che messo di fronte alla tragedia di due giovani donne che si sono tolte la vita nel silenzio dell’istituzione carceraria (non si chiamavano Cospito) ha la faccia tosta di dire “che lo Stato non abbandona nessuno”. E che non pago di ciò ripropone due fake news al prezzo di una. La “detenzione differenziata”, per alleviare gli effetti del sovraffollamento e consentire ai detenuti meno pericolosi di espiare la pena, nientemeno, con un “fine davvero rieducativo”. E le “caserme dismesse”, vendute come la geniale soluzione per dare alloggio ai rieducandi.
Nordio sa perfettamente che le innumerevoli volte che si è parlato di trasformare gli edifici militari in residenze per detenuti erano tali gli ostacoli – giuridici, burocratici, progettuali, finanziari – che si è ritenuto più conveniente lasciar perdere. Infatti, quando è stato interrogato sulle risorse necessarie, ha risposto: “Bisogna chiedere a Giorgetti”. Poi, però leggiamo che “il sorriso sul suo volto dura un secondo e lascia spazio subito, di nuovo, al pensiero delle morti”. Senza parole.
Mentre a Torino avveniva questa scempio di verità, a Bolzano il Tg Rai regionale ci mostrava il marziale sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove Hohenzollern Sigmaringen che, dopo aver passato in rassegna un picchetto della polizia penitenziaria, ha annunciato che il nuovo carcere della città (di cui si parla dai tempi di Francesco Giuseppe) difficilmente si farà nel luogo stabilito poiché “restano ostacoli da superare”.
Caro Marco, come diceva Magda: non ce la faccio piùùù.
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