venerdì 2 novembre 2018

MAURIZIO BLONDET - LA DISTRUZIONE ULTIMA DI UNA CULTURA, E I SUOI RISULTATI.




Mentre a Rai 3 raccontano che  “in Italia c’è il fascismo”  come nel ’22, in Francia è  cominciata “The Purge”.  Orde di giovani mascherati, nella notte di Halloween, hanno inscenato in una mezza dozzina di città  immensi disordini, distruzioni: saccheggiato negozi, bruciato i cassonetti del’immondizia, infranto vetrine, distrutto bus urbani.  A Parigi, due individui di cui uno portava come maschera la testa di maiale, hanno pestato un  passante  derubandolo del Rolex.  Incendiate decine di veicoli. Hanno attaccato la polizia a sassate,  bottiglie di acido e colpi del mortaio che serve a lanciare fuochi artificiali in assalti ben organizzati. E’ accaduto a Lione, a Metz, nell’Essonne, a Rennes, a Parigi, a Strasburgo, a Poitiers: e ciò simultaneamente.  Un appello lanciato sui social giovanili invitava gli adolescenti ad emulare “the Purge”, un film americano che immagina una notte dove tutto è permesso, ammazzando  gli agenti di polizia.  L’autore del messaggio, un 19enne, è stato arrestato. La polizia dice di aver fatto almeno un centinaio di arresti:  moltissimi minorenni, fra cui una ragazzina di 13 anni. Molti hanno ammesso di aver  risposto all’appello per   The Purge, e di averlo diffuso sul web....

Colpisce la gratuità di questa violenza: i giovanissimi  (molti, ma non solo, maghrebini) non  hanno né danno alcuna motivazione, men che meno di tipo ideologico, né hanno voluto inscenare una qualche rivendicazione politica.  Indecifrabile perché afasica, questa violenza organizzata è il grado zero del teppismo nichilistico –   e   del livello intellettuale.  “E’ guerriglia urbana con  motivazioni da  Arancia  Meccanica”,   dice Alexandre Devecchio, giornalista di Le Figaro. “E’ la prima volta che un appello alla violenza prende una dimensione nazionale”-
Mentre ci sottraiamo alla tentazione di evocare la profezia di Irlmaier sulla “ grande città con l’alta torre di ferro è in fiamme, ma questo è stato fatto dalla propria gente…. Posso vedere esattamente che la città è rasa al suolo e anche in Italia sta andando selvaggiamente,notiamo qui l’emergere di una  nuova e più  generazione di barbari verticali, che la nostra società non ha civilizzato nemmeno  minimamente.

Macron è schiattato

Non è coincidenza priva di significato il fatto che Macron, si sia assentato con Brigitte per una strana vacanza privatissima in Normandia durante il ponte di Ognissanti, per quattro giorni – cosa mai avvenuta per un presidente: “Ha bisogno di essere tranquillo,  in pace, nella calma, senza funzionari del gabinetto né giornalisti alle calcagna”.  Gente del suo entourage ha  confidato a LeParisien di essere allarmata  per la sua salute: “Capelli bianchi, occhi cerchiati …  l’ha presa brutta”.  Altri lo descrivono “incapace di prendere decisioni”, tendente a chiudersi nella cerchia più ristretta degli intimi di cui è sicuro, “depresso”.  Secondo i meno simpatizzanti, “sta schiattando sotto pressione”.  Anche lui in fondo un  povero barbaro verticale, senza esperienza, carattere, né istruzione e cultura  adeguata  per il livello di potere a cui l’hanno elevato, presuntuoso  e  arrogante e poi ecco subito schiantato e tornato bambino nella braccia di Brigitte perché non regge la pressione.
Nonostante ciò, continua a ripetere che l’Europa si trova come negli ammi ’30: assediata dai fascisti.

Nel suo ultimo saggio, Dimitri Orlov  nota che, in questo occidente terminale,  il collasso sociale-culturale  sta precedendo il collasso finanziario ed economico-commerciale. Avendo provato su di sé il crollo dell’URSS, Orlov ha scritto un sardonico manuale di sopravvivenza, “Le cinque fasi del collasso”: ma in Unione Sovietica il marasma sociale e culturale è stato il fenomeno terminale, conseguenza di  tutti i precedenti:  quello finanziario, poi del commercio, poi della sfera politica.
E conclude: il fenomeno non è spontaneo. E’ voluto e artificiale.
“Finché una cultura si mantiene viva, una società può sempre essere rigenerata dopo un crollo quando le condizioni migliorino.  Quale persona sana di mente vorrebbe distruggere la cultura mentre si sforza di  mantenere anzitutto la finanza?”. La risposta: “L’oligarchia,  lo 0,01 % più ricco, con un reddito medio sui 30 milioni di dollari l’anno e un patrimonio netto superiore a 100 milioni. Una ricchezza di carta o meglio nelle memorie dei computer:  è  questa che la classe iniqua – coi politici al suo  servizio – si sforza di mantenere ad ogni costo. Anche  il costo della distruzione morale del popolo. Perché “se la cultura e la società restano intatte, il resto dell’umanità,  una volta che si renda conto che il sistema è truccato a suo danno  in favore dello 0,01%, può organizzare una rivoluzione. Ma se la società e la cultura sono minate e distrutte prima, non avranno la coesione sociale e  lo spirito pubblico necessario a questa impresa”.

“Il capitalismo prospera coi vizi, non con le virtù”

Altri hanno già notato che questo capitalismo terminale, post-68 e post-borghese, ha subito una  metamorfosi fatale.  Non è più il liberismo preconizzato da Adam Smith, dove  gli egoismi perbene si presume concordino nel mantenere una società virtuosa  e utilitaria in base al tornaconto di ciascuno (la mano invisibile del mercato). No, il nuovo capitalismo  ha come  filosofo e  nume teorico un personaggio che era vissuto qualche decennio prima: Robert De Mandeville (1670-1733).  Questo olandese, che  si trasferì nel Regno Unito per farsi adepto di una società segreta chiamata Hellfire Club,   che radunava personaggi dell’alta società inglese usi a pratiche innominabili. E’ lui che scrive la celebre satira “La favola delle Api – ovvero Vizi privati e pubbliche virtù”,   dove proclama che  alla prosperità capitalista, non sono necessarie le virtù, ma i vizi. Lussuria, vanità, invidia, le prostitute, i mezzani, fanno girare il denaro, danno lavoro agli orefici e ai tessitori di broccati:
“Invano cercate di accoppiare la grandezza di una nazione con la probità. Non vi sono che dei folli, che possono illudersi di gioire dei piaceri e delle comodità della terra, di vivere bene a loro agio, e nello stesso tempo di essere virtuosi. Abbandonate queste vane chimere! Occorre che esistano la frode, il lusso e la vanità, se noi vogliamo fruirne i frutti”.
Impossibile non vedere che  al contrario del capitalismo borghese  di prima, perbenista, questo ultimo promuove attivamente il vizio, e con estrema determinazione:   ha sdoganato e legalizzato l’aborto, la licenza sessuale, i “diritti dei sodomiti” –  legalizza il gioco d’azzardo e  depenalizza la tossicodipendenza – e infine mina la cultura di ogni società con l’immigrazione di massa di  uomini culturalmente estranei ed ostili, distruggendone la coesione sociale che può rendere possibili le rivoluzioni.
L’Unione Europea e i suoi mantenuti sono, apertamente, parte di questo progetto di distruzione morale. Ludivine Richecoeur, insegnante di lingue a  Roma ed attivista politica, ha riportato in un suo tweet questo passo di un manuale  di formazione per gli insegnanti di lingue estere:  “Le sfide di Babele, insegnare le lingue nelle società complesse”, autore Paolo Balboni
Qui l’intero passo, che rivela il progetto compiuto di trasformazione di bambini italiani in europei:


Come risposta, un  altro lettore ha postato due pagine  di un libro di testo PER LE ELEMENTARI  in Finlandia:
I popoli, sotto questa pedagogia, non restano sani. Sono stati corrotti e si vede, non possono più reggersi sul livello della civiltà.
Come ha notato Michel Houellebcq:   “Nella storia recente di Francia, c’è qualcosa che appare non un suicidio, ma vero assassinio. E l’autore di questo assassinio non è difficile da scoprire: è l’Unione Europea. Il mondo occidentale, nel suo insieme, si suicida; ma all’interno del mondo occidentale, l’Europa ha scelto un modo di suicidio particolare, che comprende il fatto di assassinare le nazioni che la compongono”.

.
Come andrà a finire? Dimitri Orlov:
“Via via che continuerà il collasso culturale, l’oscurità si abbatterà sulle  popolazionid dei paesi guidati dagli oligarchi. Ma che possiamo fare? Se tutto quel che resta è assistere alla morte della luce,  allora dovremo anche essere riconoscenti.  Riconoscenti per le tenebre, perché nasconderanno gli orrori innominabili che avranno luogo allora. Una volta che questi orrori saranno trascorsi, noi saremo sempre riconoscenti per l’oblio misericordioso – che è quel che avviene ai popoli  che subiscono un collasso culturale. Sono dimenticati da tutti”.---

Nessun commento:

Posta un commento