Via vai al Nazareno di volti noti e aspiranti candidati prima della chiusura degli elenchi. La direzione che dovrà dare il via libera definitivo è stata spostata alle 16 perché ancora all'interno manca l'intesa. E l'incontro della sottosegretaria in Trentino è stato annullato e riprogrammato per la prossima settimana.
Non è bastata la riunione notturna con Andrea Orlando e Michele Emiliano. E neppure i giorni di trattative, in corso tuttora, tra Matteo Renzi e la minoranza del partito. Quando mancano poche ore alla direzione dem che deve dare il via libera alle liste è caos dentro il Partito democratico. Tanto che la presentazione della candidatura di Maria Elena Boschi a Bolzano, prevista inizialmente per questo pomeriggio, è slittata a lunedì prossimo. Il problema è innanzitutto la spartizione dei nomi a seconda dei collegi e delle appartenenze. Intanto fonti del partito hanno confermato che correrà con i dem anche il condirettore di Repubblica Tommaso Cerno....
In particolare lo scontro è con i leader della minoranza. Le riunioni sono iniziate dopo l’una di questa notte e fino alle quattro del mattino, a quanto si apprende, è andato avanti il lavoro al Nazareno. Ma la trattativa è tuttora in corso, perché la proposta della segreteria è stata giudicata “insufficiente” dalla minoranza. La proposta prevederebbe, a quanto si apprende, attorno ai 15 seggi sicuri per l’area Orlando e tra i 6 e i 7 per la componente di Emiliano. Matteo Renzi è al lavoro con i big del partito (Martina, Rosato, Guerini): i nodi non sono stati tutti sciolti, in particolare quello dello spazio in lista per le minoranze interne. Ma anche sui renziani calerà di certo la scure, come dimostra il caso Goram Gutgeld, il padre degli 80 euro e consigliere economico di palazzo Chigi che non sarà ricandidato. Al Nazareno bisogna fare i conti con la realtà: lo schema su cui li lavora è quello di circa 200 parlamentari eletti nella prossima legislatura a fronte degli oltre 370 attuali. Un taglio notevole, cui va aggiunto anche il problema dello spazio da trovare ai nomi della società civile che saranno il lista, i posti da riservare agli alleati, i big (da Fassino ai ministri Martina e Delrio) da portare in Parlamento. Intanto nelle scorse ore il deputato Roberto Giachetti ha detto che rinuncerà a candidarsi al plurinominale, ma correrà solo per il collegio uninominale. “Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute”, ha scritto in una lettera aperta pubblicata su Facebook. “Ti chiedo di lasciarmi libero di giocarmela senza paracadute, senza reti di protezione, senza garanzie. Io e la mia città, io ed il territorio dove vivo da 50 anni, io ed il mio amore per la mia città e per la politica”.
Il malessere emerge soprattutto tra gli orlandiani: la proposta del segretario viene giudicata “non accettabile sul piano dei numeri, della distribuzione territoriale e per il tentativo di scegliere anche i nomi all’interno dell’area Orlando”. I numeri prospettati da Renzi, secondo gli esponenti della minoranza, non rispecchierebbero gli equilibri congressuali. Ma dalla maggioranza del partito si fa notare che un “sacrificio” nelle candidature sarà richiesto a tutti, dal momento che la pattuglia parlamentare del Pd è destinata ad assottigliarsi rispetto a questa legislatura. Di primo mattino è ripreso il lavoro sulle liste al Nazareno e nuovi contatti sono previsti con la minoranza e gli alleati della coalizione.
Alla sede del Pd da stamattina è un via vai di volti noti, dirigenti, parlamentari, aspiranti candidati. Tra gli altri, da poco è arrivato Gianni Cuperlo mentre in mattinata si era vista la prodiana Sandra Zampa. Tra gli altri, sono entri e usciti dal Nazareno, la segretaria regionale campana Assunta Tartaglione, il sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto, il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, il sindaco di Pesaro e responsabile Enti locali Matteo Ricci.---
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