Maurizio Blondet
Alcuni media accusano l’artista serba Marina Abramovic d’essere satanista. Io, che ho scritto sul satanismo un libro accademico di 700 pagine – Satanism, a Social History – considero quest’accusa ridicola”.
E’ Massimo Introvigne –a cominciare così la difesa di Marina Abramovic, la ‘performer’ che – risulta da certe mail – ha invitato i due fratelli Podesta (vedi Pizzagate) ad un suo rituale che chiama “Spirit Cooking”.
Una vera arringa difensiva, quella di Introvigne, che trovo in un sito inglese, a cui rimando. Un pezzo quasi incredibile per improntitudine.
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Introvigne sente il bisogno di scagionare la Abramovic; perché, lo sa lui. Certo che è molto cambiato negli ultimi tempi, da quando ha lasciato Alleanza Cattolica – un gruppo tradizionalista – al termine di un lungo percorso come “studioso di esoterismo”, neocon filo-israeliano, incaricato dalla Lituania (sic) a rappresentare all’OSCE la “lotta contro il razzismo, xenofobia, discriminazione”, per finire da ultimo a fare il papista bergogliano, estensore di liste di cattolici “tradizionalisti” che secondo lui sono ostili a “Francesco”....
L’articolo è, in ogni caso, profondamente interessante, rivelatore più del nostro papista che della maga cara ai Podesta. Introvigne è pieno di simpatia per la cosiddetta artista, la stima, vuol farci sapere che la conosce bene: “Recentemente ho partecipato ad una conferenza all’università di Belgrado sull’esoterismo di Marina Abramovic”. Quindi, se della signora si parla in università, si vede che è rispettabile. Introvigne avvicina la sua arte a quella di Mondrian, dell’Arte Povera. Ne stima la “spiritualità”. Ricorda che un prozio della artista è stato patriarca della Chiesa Serba, “sicchè non possiamo escludere l’elemento cristiano nella formazione della sua spiritualità”. Vero è che i genitori di Marina, invece, erano nella cerchia interna al vertice del regime comunista yugoslavo; però tranquilli, “studi recenti hanno confermato che dentro il Partito Comunista Yugoslavo si coltivavano seriamente interessi esoterici e parapsicologici…Questo è l’ambiente in cui Marina è cresciuta” – e dove ha potuto ulteriormente nutrire la sua “spiritualità” di altri ingredienti.
“Lei ha sempre dichiarato che le sue prestazioni hanno un contenuto terapeutico”. Una guaritrice. “In un modo più discreto, in attività meno pubbliche, ella ha elaborato quel che chiama Metodo Abramovic, che guarisce attraverso qualcosa che, ancora una volta, opera artistica e rituale allo stesso tempo. Il metodo usa quarzo, cristallo ed altre pietre sacre, magneti, ricerca delle linee energetiche della Terra, e un’antica tecnica orientale come contare grani di riso”.
Un metodo che “è stato segreto per decenni”, nel corso dei quali la Abramovic ha dato “lezioni sul Metodo a clienti privati, fra cui Lady Gaga”, quell’angelica creatura.
Come vedete, nulla di sinistro. Ma non monocorde, sia chiaro. “Abramovic è anche interessata alla Santeria ed ha collaborato con il guaritore spiritista brasiliano John of God, ed ha servito come medium spiritista”.
Non staremo qui a chiederci, da provincialotti, se la Santeria e lo spiritismo non abbiano qualche aspetto maleodorante – siamo uomini di mondo. Anzi ci tranquillizza apprendere da wiki che “John of God”, Joao de Deus,al secolo Joao de Faria, è un “chirurgo psichico”; ancorché ritenuto da certuni un ciarlatano arricchito, compie interventi chirurgici paranormali guidato dalle sue Entità protettrici, quindi si resta nel rasserenante ambito sanitario.
Andiamo avanti: le “performances” chiamate Spirit Cooking, con “sangue di maiale sui muri”? Sono solo “scherzi beffardi”, ci informa il Sociologo….”per gli insiders, gli inizati, la Abramovic alludeva, a volte in modo ironico, a varie tradizioni esoteriche orientali ed occidentali, senza necessariamente approvarle”, ci assicura il Massimo.
“Ancora una volta: non è satanismo”, assevera reciso il grande studioso della Lettonia.
Difatti “il 666 e gli altri simboli ‘sinistri’ sono usati dalla Abramovic in modo scherzoso, una punzecchiatura alle critiche evangelico-fondamentaliste che ritengono ogni occultismo ed esoterismo come satanico”, il che è “ovviamente senza senso”. Come le idee di “quei cattolici per cui New Age, Halloween e ogni concepibile movimento esoterico” sono “satanismo”. Che stupidi!
Si privano così della benefica comprensione dell’arte della Abramovic. Lo sperma usato nello Spirit Cooking? “E’ un’implicito riferimento a Crowley, ma rituali con sperma non sono unici di Crowley…Mircea Eliade ha dimostrato che risalgono a fonti indiane e cinesi e di scuole esoteriche occidentali, per lo più molto distanti dal satanismo […] La Abramovic conosce queste scuole esoteriche, ma non è d’accordo con esse. Di fatto, ella crede che i loro metodi non funzionano”.
Ma tutto questo non è satanismo, insiste il Massimo. Perché – è l’autore del tomo di 700 pagine che ve lo conferma con rigore scientifico – “un gruppo satanista è un gruppo che dà culto alla figura chiamata Diavolo o Satana nella Bibbia”. E la Abramovic non lo fa. Anzi: “In un capitolo del mio libro ho spiegato perché anche Crowley non era satanista”.
Benissimo, ora abbiamo capito. Lo stesso Satana non è, tecnicamente, un satanista (“Io non sono marxista”, ghignava Marx).
Si resta senza parole. Se è uno studioso delle religioni, a Introvigne non può sfuggire che una cosa è la ritenzione del seme di certe tradizioni tantriche, e ben altro l’uso dello sperma in ricette e fatture di streghe; non può non cogliere che tutti gli elementi del “Metodo” (maiuscolo) Abramovic richiamano sistematicamente il lato Oscuro; la forza ‘sottile’ di certi simboli – le corna di caprone, il sangue, il latte di donna e lo sperma – – che sono evocazioni; che mirano a soggiogare il potere magico di infetti residui psichici di morti, dei klippoth, che sono prossimi alla negromanzia.
Non può essere così stupido, Introvigne. Quando l’ho conosciuto non lo era; né puo’ averlo reso tanto stupido e rozzo l’esperienza lèttone (o si dice lettòne?). Dunque non resta che una spiegazione, purtroppo: che menta sapendo di mentire. La malafede.
La capziosità, artificiosità dei suoi argomenti a discarico della serba, salta purtroppo all’occhio. Oltretutto, sorvola completamente sullo sfondo di perversione sessuale orrenda, la pedofilia di cui i fratelli Podesta, amici e clienti della Abramovic, sono accusati ormai palesemente dalla voce pubblica. Della sua protetta, vuol far sapere che sa tutto; di quelli, non sa niente. Nemmeno un commento sulla pizzeria Comet Ping Pong con il suoi affreschi di donne nude che reggono teste tagliate di bambini, o dei quadri che il fratello di Podesta si tiene in casa…
Eppure sarebbero una ghiotta occasione per “studioso di religioni” e conoscitore di “esoterismi”, nonché grande accusatore di “bufale” sul web. Strano, i Podesta non li difende.
Sicché torna la domanda: perché ha voluto scrivere questa difesa? Sostenere senza pudore che le “tecniche” della Abramovic mirano “a mobilitare ciò che è positivo e luminoso nella tua vita e nelle energie della Terra”, quando è così evidente che non è certo la Luce quella che viene evocata con residui cadaverici?
Perché ha voluto invitarsi nel discorso pubblico rovente sulla corruzione profondissima del circolo dei Clinton per dimostrare che non è satanista? Con una simile arrampicata sugli specchi, che non gli fa onore?
Scorgiamo un motivo possibile alla fine del suo pezzo: Introvigne sente l’urgenza di combattere ”i populisti”. Infatti: “Non c’è dubbio – scrive – che i politici populisti amano dipingere i loro avversari come appartenenti a gruppi segreti coinvolti nell’occulto”. Pensate, questi stupidi già nel 19 mo secolo scatenarono “campagne contro la Massoneria, accusata – falsamente – di adorare il Diavolo”.
Il punto è, spiega, che oggi “la paura dell’occulto diventa paura delle elites”. Ecco dunque Introvigne che sente l’urgenza, l’impulso generoso e disinteressato di difendere le “elites” le tecnocrazie, le oligarchie non-votate il cui potere occulto (non occultista) è minacciato dai “populismi”. Così ne approfitta per far pubblicità ad una conferenza che terrà presto alla sessione annuale della American Academy of Religion di San Antonio, Texas, dove una sezione è dedicata alla “Paura dell’Occulto” – una paura che l’uomo di mondo e politicamente corretto deve deridere – e dove lui, il Massimo, terrà una conferenza sul tema “Paura dell’Occulto e Politica”, per attaccare i “populisti”. Insomma quelli che hanno sconfitto Hillary Clinton e il suo circolo correttissimo e potentissimo.
El Papa usa lo stesso metodo
E qui potremmo congedarci da questo obliquo arrampicatore sugli specchi. Senonché ce lo impedisce una certa consonanza di metodo dialettico, obliquità e capziosità, che ci ha colpito nei giorni scorsi. Dove? In una omelia di Santa Marta, di quelle che “Francesco” tiene per attaccare i suoi nemici interni con artificiose letture del Vangelo.
Si sa che adesso El Papa è pieno di rabbia contro i quattro cardinali che gli hanno chiesto di chiarire – a loro e ai fedeli – i “dubia” sulla sua pseudo-enciclica dove lui, con Kasper, vuole ammettere alla Comunione i divorziati risposati che continuano a vivere more uxorio. Sono ancora valide le norme del matrimonio cattolico? La dottrina secondo cui chi va’ con una donna che non è la moglie, commette adulterio, non è in grazia di Dio e non può accedere all’Eucarestia?
Invece di rispondere a tali domande con un sì o un no – cosa che “Francesco” non può e non vuol fare – egli attacca ogni giorno i cardinali; e lo fa senza nominarli, subdolamente, con tendenziose parabole. Il 12 dicembre, a Santa Marta, per l’ennesima volta, se l’è presa contro gli “intellettuali della religione” che strumentalizzano la legge “intellettualistica, sofisticata, casistica”, ma dimentica di quella del Signore, i “sedotti del clericalismo”, ovvero “i chierici che si sentono superiori, che si allontanano dalla gente”, che non hanno tempo per ascoltare “i poveri, i sofferenti, i carcerati, gli ammalati”e i divorziati.
Come esempio della insensibilità dei clerici, ha preso Giuda. Sì, “ha peccato di brutto, eh!”. Però poi “si è pentito”, tanto che, come racconta il Vangelo, “è andato ridare le monete” ai Farisei. E cosa hanno fatto questi “chierici che si sentono superiori”? Mica l’hanno perdonato, il povero Giuda bisognoso di misericordia. Han detto: “Arrangiati come tu puoi! È un problema tuo!”. “E lo hanno lasciato solo: scartato!”.
Conclusione del Bergoglio: “Il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori”. Tale è la lezione che ne trae “Francesco”. “Questi avevano dimenticato cosa fosse un pastore. Erano gli intellettuali della religione, quelli che avevano il potere, che portavano avanti la catechesi del popolo con una morale fatta dalla loro intelligenza e non dalla rivelazione di Dio”.
Ecco, Francesco ha sentito ancora una volta l’urgenza di insultare i cardinali a cui non vuol rispondere. D’accordo. Ma perché farlo usando una lettura così falsa, capziosa, e se non da ignorante, da disonesto, del Vangelo?
Anzitutto: Giuda non chiede perdono ai farisei, quando riporta loro il denaro dicendo “Ho peccato perché ho tradito il sangue innocente”. Sperava, lo sciagurato, che restituendo il prezzo del tradimento, il tradimento potesse essere non-avvenuto? Ma sapeva che non erano certo i “dottori della legge”, gli “intellettuali della religione”, che avevano il potere di perdonarlo. E non se l’erano mai arrogato, del resto.
Uno solo poteva perdonarlo, e lo avrebbe perdonato se si fosse gettato ai suoi piedi: Gesù, il Verbo incarnato. Che in quelle ore pendeva da una croce, in agonia, e aveva già – in quella condizione di totale impotenza – salvato ed assolto uno dei ladroni. Giuda poteva gettarsi sotto quella croce, implorando: Salvami, Signore! non lo fece. “Gettate le monete nel tempio, andò a impiccarsi”.
Da sempre la dottrina insegna che il peccato imperdonabile di Giuda non fu l’aver consegnato il suo Maestro ai nemici; fu la convinzione che il suo peccato era così grande, che l’Onnipotente non poteva perdonarlo. Un peccato di superbia. Giuda è anche forse il solo di cui la dottrina ci dà la certezza che egli sia, eternamente, nelle gelide tenebre esteriori, “là dove non è che pianto e stridor di denti”. Lo desume dalla frase che Cristo disse alla fine della Cena, dopo che Giuda, preso il boccone, uscì nella notte. “Sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
Per nessun altro Gesù ha detto parole così gravi. Al punto che la critica anticlericale le cavalca: perché allora l’ha fatto nascere, se è Dio così buono? E la risposta non po’ essere che l’inchinarsi davanti alla sapienza divina e ai suoi rapporti col mysterium iniquitatis.
Ma il punto, qui, è che “Francesco” strumentalizzi un passo così tremendo delle Scritture per dare un calcetto negli stinchi ai quattro cardinali, consumare la sua meschina vendettuccia . E lo fa in un modo così rozzo, da non lasciare che due alternative: o è ignorante, o è disonesto. Perché oltretutto usa la Scrittura con tale goffaggine, che il suo argomento potrebbe essere rovesciato a favore dei suoi nemici ecclesiastici. Sono “vanitosi, superbi, orgogliosi”? “intellettuali della legge”, “clericali” che scartano “il popolo umile e povero che ha fede nel Signore”? Sono Farisei? Ebbene – potrebbero ritorcere gli accusati: proprio per questo non siamo noi a poter assolvere i divorziati che vanno a letto con la seconda moglie; solo Cristo può assolverli. Vediamo dunque: cosa dice Cristo del matrimonio?
Ahimé, Cristo è più duro dei Farisei, che – al contrario di quel che dice Bergoglio – erano di manica più larga. Con loro sgomento, cambia addirittura la legge di Mosé, che ammetteva il ripudio. “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio. Non sono più due, ma una sola carne. L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto”.
E’ un ordine tassativo e sgradevolissimo per “i poveri, gli scartati, i pubblicani, i peccatori”, di cui Francesco si fa’ difensore contro i “farisei” di oggi. Lo era anche allora. Tanto che, a nome del “popolo umile che teme il Signore” di tutti i secoli avvenire – ed anche del sottoscritto – “i discepoli gli dissero: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» (Matteo, 19 – 10). E Lui: “Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. E si mette a parlare di quelli che “si fanno eunuchi per il regno di Dio”.
Invece “Francesco” darebbe la Comunione ai divorziati. Lui non li condanna. Assicura che i Farisei non erano pastori, “si ergevano a tali davanti al popolo umile e scartato, che soffriva ingiustizie e condanne ma che conosceva il vero pentimento anche senza aver compiuto la legge”. Capito l’allusione?
Anche “il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori”, evidenzia Francesco. “Questi avevano dimenticato cosa fosse un pastore”. Lui e Kasper invece se lo ricordano, come si fa il pastore: si assolve sempre. Si capisce benissimo che lui, Francesco, assolve anche Giuda. “Il povero Giuda traditore” ma “pentito“.
Che poi, scusate, se Bergoglio è più misericordioso di Cristo, come mai è così vendicativo da aver trasformato il Vaticano in un “regno del terrore”? Seguiremmo tutti le sue nuove dottrine e nuove letture del Vangelo, se lui le praticasse almeno un po’ lui.
Il lettore che ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui avrà notato, spero, la consonanze: Introvigne assolve la strega Abramovic, “Francesco” , riabilita Giuda. Entrambi lo fanno con atletiche arrampicate sugli specchi e sofismi subdoli. Entrambi, hanno uno scopo obliquo e non dichiarato: Francesco insultare ancora una volta i cardinali a cui non vuol rispondere onestamente e direttamente; Introvigne, proteggere “le elites” dai “populisti” che ne minacciano il potere occulto. E’ lo stesso Introvigne che difende “Francesco” dai suoi critici “tradizionalisti”, stilandone liste per esporli al ludibrio di Repubblica, La Stampa e simili alleati di El Papa. E’ proprio vero: Dio li fa e poi li accoppia. Solo che forse in questo caso, Dio c’entra poco.
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