5 Settembre 2016
Da Rassegna di Arianna del 3-9-2016 (N.d.d.)
Ѐ stata un’estate ricca di guai per Soros. Prima wikileaks smaschera l’operazione “Panama
Papers”fornendo prove del fatto che sia USAID che Soros abbiano finanziato ed assistito non solo il
gruppo di giornalisti investigativi autori dello scandalo, ma anche la campagna di informazione nei media e
nei giornali sia europei che americani. Alla fine tutto lo scandalo non era altro che uno dei modi per
attaccare Putin e indebolire la sua immagine tra i russi. Operazione miseramente fallita, in Russia si è
parlato pochissimo dello scandalo. Il governo russo tra l’altro ha costruito negli ultimi due anni forti
anticorpi contro la propaganda sorossiana, bandendo le ONG collegate alla Open Society Foundation di
Soros bollate come “Indesiderate” dalla procura generale di stato. È invece riuscita la farsa in Europa,
dove nonostante non ci fossero prove certe del coinvolgimento di Putin nello scandalo, le prime pagine dei
maggiori quotidiani e riviste titolavano “Scandalo Panama Papers” mettendo come immagine la faccia del
presidente russo. Tutto inutile anche in questo caso, le popolazioni europee sono drogate da decenni dalla
propaganda antirussa, non ci fanno più caso. Poi arriva nel bel mezzo dell’estate la portata principale, lo
scandalo DCleaks, provocato da un gruppo di “hacktivisti” americani autodefinitisi lottatori per la libertà di
espressione, i diritti umani e per il governo del popolo, i quali hanno hackerato 2576 file collegati alle
società di Soros riuscendone a smascherare le malefatte commesse in tutto il mondo. I file sono tutti
leggibili nel sito soros.dcleaks.com. Nella home del sito viene spiegato il motivo dell’hackeraggio :
<<George Soros è un magnate ungherese-americano, investitore, filantropo, attivista politico e autore di
origine ebraica. Guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni
rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni. A causa sua e dei suoi burattini gli
Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno
succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca
che sponsorizza il partito democratico,....
Hillary Clinton, centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere
a hiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros e le organizzazioni correlate
Vi presentiamo i piani di lavoro, le strategie, le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno
luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo>>. Il personaggio George Soros risulta
essere di particolare interesse per chi intenda studiare come la parte più ricca della popolazione mondiale
riesca a costruire un’egemonia culturale affine ai propri interessi ed al loro mantenimento. Chi osserva
con particolare attenzione i fatti geopolitici ricorderà certamente come Soros abbia agito dagli anni 90′ in
poi nei paesi dell’ex Unione Sovietica provocando le cosiddette “rivolte colorate” attraverso la
diffusione capillare di ONG con la funzione di propaganda e di formazione di nuove classi dirigenti, e
attraverso l’acquisto di quotidiani e televisioni. Stesso tipo di azioni sono state perpetrate nella
Romania di Ceausescu, nelle repubbliche della ex Jugoslavia e continuano ad esserlo tutt’oggi nei paesi
Arabi, basti pensare a come i “caschi bianchi”, finanziati da Soros, agiscono in Siria diffondendo false
immagini di persone civili morte, uccise secondo la loro impostazione dai russi o dal presidente siriano
Assad. Immagini che passano sui nostri telegiornali, ignorando il fatto che vengano puntualmente smentite
dai familiari delle vittime i quali dichiarano che i morti delle foto in realtà erano combattenti o ribelli. Questi
fatti sono ormai storia, invece lo scandalo DCleaks è così interessante poiché per la prima volta emerge in
modo palese come le società di Soros esercitino forti influenze in Europa e negli Stati Uniti. Elencherò
brevemente alcune parti dei documenti più emblematici. Si legge in un rapporto 2015/2016 della Open
Society European Policy Institute che l’obbiettivo principale è quello di “influenzare i decision-
makers” ovvero coloro che prendono le decisioni, indicando come priorità: applicare procedure di
infrazione verso i paesi UE che non accolgono immigrati fornendo prove ed argomenti alla Commissione
Europea, “individuare strategie per far accettare ai cittadini il fenomeno dell’ immigrazione”, “mappare
l’influenza della Russia in Europa”, “sviluppi chiave nelle ultime 48 ore della crisi dei migranti in Europa”
addirittura formulando piani triennali su come gestire il problema, “monitorare ed influenzare il dibattito
sulla crisi Ucraina in Germania”.
Per tutti questi programmi, così come per influenzare le elezioni europee, sono state spese
diverse centinaia di migliaia di euro al mese, perfettamente descritte da tabelle di budget preventivi e
consuntivi consultabili sul sito. Ingenti quantità di denari risultano essere donate ad associazioni come
Arcigay, Human Right Watch, Amnesty International. Anche la campagna elettorale di Hillary Clinton è
stata profumatamente finanziata, addirittura 650.000 euro sono stati donati ad associazioni legate alla
chiesa come Pico o FPL, con lo scopo di indirizzare i cristiani contro Donald Trump, nel documento c’è
scritto: “Pico e FPL lavoreranno per spostare i paradigmi e le priorità nazionali nel periodo che precede la
campagna presidenziale 2016″. In uno studio su come la crisi economica influenzi la partecipazione
politica si legge: “l’avversità in campo economico stimola apatia perché i cittadini sono più preoccupati a
risolvere i propri affari privati”. Ma, come si evince dai documenti pubblicati, l’azione delle società di
Soros si spinge ben oltre, arrivando addirittura ad individuare eurodeputati, politici ed altri uomini di
spicco in Europa con idee affini alla “Open society” da finanziare, ne sono stati individuati 226 solo al
parlamento europeo. Per l’Italia alcuni dei “prescelti” sono: Cecile Kyenge ex ministra oggi deputata
europea, Barbara Spinelli, leader di “Altra Europa con Tsipras” e il sindacalista Sergio Cofferati, tra i più
grandi difensori dell’articolo 18, giusto per farsi un idea di quali figure in Italia avrebbero dovuto opporsi
al Jobs Act. Un personaggio come Soros fa riflettere parecchio, fa capire che per mantenere
l’egemonia culturale del “pensiero unico” servono quantità di denaro illimitate. Come potrebbe
essere costruita un’alternativa abbastanza forte, senza miliardi e con l’aggravante dell’ estrema
frammentazione che caratterizza lo scenario italiano?
Luca Pinasco
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