PS: << Intervista all'ex presidente
della Repubblica. "Il referendum sulle trivelle è un'iniziativa
pretestuosa, è legittimo astenersi. Lo prevede la Costituzione".
Sull'eventualità di una spallata a Renzi: "Basta elezioni anticipate e
guerriglie per far cadere i governi">>...iscritto al GUF (Gruppo Universitario Fascista)...al tempo del "fascismo", dalla parte del PCI , ma mai iscritto, al tempo del partito Comunista Italiano: uno che si adatta a tutte le stagioni!
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di GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA - Nello studio al quarto piano di Palazzo Giustiniani, Giorgio Napolitano ha sulla scrivania i ritagli dei giornali con i resoconti sul voto finale della riforma costituzionale. Una riforma che continua a sostenere a spada tratta. "Gli allarmi per la democrazia e per la libertà sono usati al solo fine di bloccare un rinnovamento da lungo tempo atteso e dalle parti più diverse considerato necessario. Che giunge già con grave ritardo". Conferma di aver ricevuto l'invito a guidare i comitati per il Sì al referendum di ottobre, ma "non è essenziale - dice l'ex presidente della Repubblica - chi potrebbe essere il primo alfiere dello schieramento per il Sì. Quello che conta è una ricca aperta e concreta ricerca di argomenti sul merito della riforma". Non sa se andrà a votare domenica sul quesito anti-trivelle per via di una trasferta a Londra. "L'astensione però è un modo di esprimere la convinzione dell'inconsistenza e della pretestuosità di questa iniziativa referendaria". Sull'inchiesta di Potenza difende "l'assoluta" separazione dei poteri, per distinguere l'azione dei pm "dalle responsabilità proprie del potere esecutivo e del potere legislativo". Vede anche lui "l'addensarsi di annunci di crisi imminenti e di tensioni cruciali per il governo Renzi". Ma l'instabilità è un danno. "Per decenni - avverte - l'Italia ha troppo giocato a scioglimenti anticipati del Parlamento e a guerriglie ininterrotte per far cadere il governo in carica o paralizzarlo. Ci sono gli appuntamenti delle elezioni democratiche per cambiare l'esecutivo"...
Che effetto le fanno i richiami a una democrazia in pericolo dopo il voto dell'altro ieri? Berlusconi parla di riforma "pericolosa".
"Enfatizzazioni e estremizzazioni nei giudizi delle forze di opposizione ne ho viste tante e nessun partito è senza peccato. Stavolta però siamo giunti veramente al di là di ogni misura in particolare nei commenti all'approvazione della legge di riforma. Bisognerebbe stare seriamente al merito di quello che si è elaborato e votato a maggioranza e non lanciare allarmi per la libertà e la democrazia".
Però anche Renzi ha parlato di riforma non perfetta.
"Innanzitutto sarebbe stato bene per il Paese e per la riforma stessa che si realizzasse un più ampio consenso".
L'immagine dell'aula vuota martedì era molto forte.
"Ma l'articolo 138 è stato scrupolsamente osservato e si è raggiunta la prescritta maggioranza assoluta per le modifiche, in misura netta non solo alla Camera ma anche al Senato. Un maggiore consenso avrebbe richiesto un atteggiamento più costruttivo di varie forze che sono all'opposizione del governo Renzi ma che negli anni passati, e posso darne testimonianza da ex presidente della Repubblica, si sono pronunciate a favore innanzitutto del superamento del bicameralismo paritario".
Il punto è come è stato fatto.
"È stato giusto che Renzi, alla Camera, abbia riconosciuto delle criticità nel testo approvato. Ma è un fatto che nel lungo percorso avviato dal governo Letta e perseguito in oltre due anni non sono mai stati proposti seriamente modelli alternativi a quello che via via è prevalso anche attraverso modifiche della piattaforma proposta dal governo e dalla maggioranza".
Non c'è niente da correggere, dunque?
"Bisogna soprattutto farla una riforma come quella appena approvata eppoi impegnarsi per la sua migliore attuazione. A questo compito dovrebbero partecipare, una volta confermata la legge con il referendum, anche i gruppi politici che oggi la osteggiano. Personalmente farò di tutto per chiamare a questa collaborazione, ad un atteggiamento di condivisione".
Per questo motivo è orientato a dire no alla proposta di presiedere i comitati pro-riforma?
"Vedo che circola questa idea. Io sono in una posizione peculiare perché in vista del referendum mi ricollegherei a scelte di fondo sostenute e all'esperienza anche amara fatta da capo dello Stato. Quindi svilupperò autonomamente la mia partecipazione al confronto referendario considerando impropria la mia collocazione in un comitato".
Sbaglia Renzi a personalizzare il voto di ottobre? Cerca un plebisicito?
"Il discorso di lunedì mi è sembrato improntato alla consapevolezza di dover staccarsi da un approccio personalizzato e di sfida. Quell'approccio peraltro finisce per fare gola agli oppositori che hanno in mente non la problematicità della riforma ma l'obbiettivo di battere Renzi".
Ma quel discorso, lo sa, è l'eccezione più che la regola nel caso di Renzi.
"A me è parso di cogliere una meditata correzione d'accento".
Domenica va alle urne per il referendum No-Triv?
"Non so se rientro in tempo da Londra".
Come voterebbe?
"Trovo persuasivi gli argomenti sull'inconsistenza e pretestuosità di questa iniziativa referendaria. Non si possono dare significati simbolici a un referendum. Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso".
È legittimo invitare all'astensione?
"Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull'inconsistenza dell'iniziativa referendaria".
Lei ci ha provato con un appello, ma la barriera tra Italia e Austria è stata innalzata lo stesso. Secondo alcuni osservatori è l'inizio della fine per l'unità europea.
"Da quando ho lasciato il Quirinale ho caratterizzato il mio impegno sui temi della crisi europea. La più grave forse dagli inizi del percorso comune. Ma non porta da nessuna parte abbandonarsi a previsioni catastrofiche. Chi teme il peggio perché ne misura l'impatto mostri il suo coraggio. E guai se ci si lascia andare sempre di più alla demagogia populista e alla ricerca di false soluzioni per problemi complessi come quello dei migranti. Passi indietro come la barriera al Brennero non sono degni della nostra storia comune".
Vede un appannamento del governo dopo l'inchiesta di Potenza e i dubbi sui conflitti d'interesse nell'esecutivo?
"Vedo qualcosa di molto confuso nei rapporti tra politica e giustizia. Ed è un discorso che non può impantanarsi intorno alle conversazioni intercettate o ai memoriali anonimi. I procedimenti di qualsiasi procura debbono andare avanti nel rigoroso accertamento delle responsabilità penali, dove ci sono, e nell'assoluta distinzione dalle responsabilità proprie del potere esecutivo e legislativo".
Sente aria di spallata a Renzi?
"La competizione e anche il confronto aspro tra i partiti non dovrebbero mai produrre, nuovamente, irresponsabilità rispetto all'obiettivo primario del consolidamento e della credibilità delle istituzioni e della direzione del Paese. Non dimentichiamo che tutta la storia della Repubblica è stata segnata dalla sottovalutazione dei danni dell'instabilità politica come dell'instabilità finanziaria".
Insomma, Renzi deve rimanere al suo posto fino alle prossime elezioni.
"Gli appuntamenti elettorali servono a far esprimere i cittadini su un eventuale cambiamento di governo. Per decenni l'Italia ha troppo giocato a scioglimenti anticipati o a guerriglie per far cadere il governo in carica o paralizzarlo"
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