Giuseppe Uva e Giulio Regeni
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Chiediamo giustamente verità e giustizia per Regeni. Ma poi siamo incapaci di tutelare i nostri cittadini. Gli otto erano accusati di omicidio preterintenzionale. Gli imputati
fanno festa, mentre la famiglia esprime il suo sdegno: continueremo la
nostra battaglia.
Verità per Giulio Regeni. Ci mancherebbe. Non ci fermeremo di fronte a verità di comodo. Ci mancherebbe. Rispondiamo colpo su colpo all'opacità delle autorità egiziane che raccontano frottole e, probabilmente, tentano di depistare. E ci mancherebbe.
Poi uno legge che, mentre urliamo verità e giustizia, non c'è nessuno colpevole per la morte di Giuseppe Uva morto dopo un dopo un trattamento sanitario obbligatorio in una caserma dei carabineri e un successivo trasferimento in un reparto di psichiatria. Tutti assolti. Noi chiediamo verità per Regeni, ma non c'è giustizia per Giuseppe Uva. E non ci sono ancora colpevoli per la morte di Stefano Cucchi.
Poi uno ci pensa ancora e vediamo che siamo il paese del caso Aldrovandi, nel quale i poliziotti condannati vengono applauditi. Siamo il paese della caserma Diaz, il paese di Bolzaneto il paese in cui alcuni poliziotti (poi sconfessati dalle telecamere) avevano aggredito e picchiato senza motivo un ragazzo in motorino e lo avevano poi fatto pure processare per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
Certo per raggiungere i livelli di Al Sisi ce ne corre. Ma intanto, proprio perché non ci devono essere figli e figliastri e Uva non è meno di Regeni, mostriamo il volto duro e richiamiamo l'ambasciatore. Non si può? Vero. Questa sera l'Egitto siamo noi.----------
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