domenica 25 ottobre 2015

In Polonia è avanti la destra anti-Europa

In Polonia è avanti la destra anti-Europa Il partito ultranazionalista Diritto 

e giustizia (Pis)  è primo negli exit poll. «Ha i numeri per governare

 da solo». Vince la retorica anti-immigrati: la leader  si ispira al premier Orban.
REUTERS
Beata Szydlo, 52 anni, alter ego dell’ex premier Kavzynski, leader carismatico del partito Diritto e Giustizia

25/10/2015
I primi exit poll sembrerebbero confermare i sondaggi delle ultime settimane:Diritto e Giustizia (PiS), partito ultranazionalista, populista ed euroscettico è il grande vincitore delle elezioni politiche in Polonia. La candidata di PiS, la 52enne antropologa Beata Szydlo, avrebbe conquistato il 39,1 % dei voti, mentre l’attuale premier, la centrista di Piattaforma Civica Ewa Kopacz, che ha preso il posto ai vertici del partito e del governo quando il carismatico Donald Tusk è volato a Bruxelles da presidente del Consiglio europeo, si sarebbe fermata a 23,4%. Se la percentuale dei voti dovesse rimanere così il PiS avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta, e quindi potrebbe governare senza bisogno di alcuna alleanza.  

La rock-star anti-sistema Kukiz avrebbe il 15%, e diventerebbe la terza forza del Paese, mentre non ce l’avrebbe fatta il gruppo di Sinistra Unita di Barbara Nowacka ferma al 6,6% (la soglia di sbarramento per i gruppi è l’8%)....


La svolta a destra  
Ma l’unico dato certo, mentre nella notte iniziavano ad arrivare le prime proiezioni, è l’affluenza, molto alta rispetto alla media degli appuntamenti elettorali polacchi: alle 17 aveva votato il 38,97 per cento degli aventi diritto. Ancora una volta, come successe nel 2011 e soprattutto la scorsa primavera, quando venne eletto presidente l’esponente di PiS Duda, il voto fotografa un Paese spaccato letteralmente in due: a Est e nelle regioni più povere e rurali hanno scelto in massa il PiS (e hanno votato di più), mentre Piattaforma civica ha raccolto consensi soprattutto nelle città e nelle aree a ovest della Vistola, verso la Germania.  

La retorica anti migranti  
Gran parte dell’elettorato, stufo dopo otto anni di governo di Po, cui rimproverava di non aver ridistribuito ai cittadini i benefici del boom economico e di aver lasciato indietro le fasce più deboli, ha deciso quindi di virare a destra e lasciarsi sedurre dalle promesse di PiS che difende l’importanza del ruolo dei cattolici e dei valori patriottici, rilancia la crescita attraverso gli investimenti statali e vuole sottrarre il Paese allo «strapotere di Bruxelles» e alle sue direttive anti-polacche, soprattutto quelle energetiche. Grande peso nella campagna elettorale è stato dato al «problema» dei flussi di migranti, secondo la destra «portatori di malattie e minaccia alla sicurezza del Paese», e la scelta di dare un «voto religioso» e non politico. E nelle prossime ore si saprà con certezza se il partito Diritto e giustizia (PiS), potrà governare da solo o sarà costretto a stringere alleanze. Impresa non facile, dal momento che per ora l’unica formazione che sembra essere disponibile a entrare in un governo PiS potrebbe essere il Psl, il partito del Popolo polacco, di centrodestra. 

Il futuro nell’Europa  
Secondo gli analisti il voto di ieri cambierà il ruolo della Polonia in Europa e la sua posizione sulla crisi dei rifugiati. I polacchi hanno ricevuto il sostegno dell’Unione (che dal 2007 al 2020 ha garantito finanziamenti per 180 miliardi di euro) e la quasi totalità dei suoi cittadini (91%) si dichiara europeista, ma nonostante tutto l’idea di essere costretti ad accettare le quote di rifugiati imposte da Bruxelles non deve essergli andato giù: il presidente del PiS, Jarosław Kaczynski, ha «avvertito» il Paese che i 7.000 richiedenti asilo che la Polonia ha accettato di accogliere «porteranno malattie», e il suo soldato, la futura premier Beata Szydło, spesso paragonata a Marine Le Pen, ha detto di ispirarsi alle politiche dell’ungherese Orban. E paradossalmente l’ultranazionalismo del PiS potrebbe favorire Putin, anziché indebolirlo, perché rafforzerebbe ulteriormente le fila di quelle forze che vorrebbero un Unione europea più debole e un’Europa ancora più divisa. 

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