martedì 7 luglio 2015

ExDuccettoRenziPd fa un nuovo regalo ai lavoratori:"Pensioni, scattano i tagli dal prossimo anno".



PS: Il prossimo vicino "regalo" dell'ExDuccettoRenziPd"...e non sarà l'ultimo.
umberto marabese
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Pensioni sempre più magre. L’ultimo taglio ci sarà il prossimo anno quando scatteranno i nuovi coefficienti che trasformano in rendita il capitale accumulato con il versamento dei contributi nel corso della vita lavorativa. I moltiplicatori che servono per calcolare l’importo della pensione determinata con il metodo contributivo. Rispetto ai valori vigenti (fine a fine anno) , i nuovi coefficienti fanno registrare una riduzione che a seconda dell’età di accesso alla pensione, varia da un minimo dell’1,35 a un massimo del 2,50%. Un calo comunque modesto, se si pensa che rispetto a quelli originari della riforma Dini del 1995, sono calati complessivamente di oltre il 12% ed è questo calo, evidentemente, che produce il taglio alle pensioni. La soluzione? Occorre lavorare di più. Perché è soltanto restando al lavoro qualche anno in più che si realizzano performance migliori in termini di pensioni più consistenti.

Revisione automatica
Dal 1° gennaio 2016 entrano dunque in funzione i nuovi coefficienti utilizzati per il calcolo della pensione con il criterio contributivo, al quale, a partire dal 2012, sono soggetti tutti i lavoratori, compresi coloro che potevano far valere 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, i quali continueranno comunque a beneficiare del più favorevole calcolo retributivo per la quota di anzianità maturata sino al 31 dicembre 2011. La revisione dei coefficienti, legati all’età alla quale si va in pensione (sono più bassi se si esce dal lavoro prima e più alti se si esce dopo), è stata prevista a fronte dell’allungamento della vita media. Ipotizzando che si riceve l’assegno per più tempo, a parità di età di uscita dal lavoro, l’importo, legato ai contributi versati nella propria vita lavorativa, sarà più basso. La revisione scatta automaticamente ogni tre anni e scatterà ogni due anni a partire dal 2019.
Assegni più modesti
È noto ormai che le pensioni saranno sempre più magre. Come detto, i nuovi coefficienti, rispetto a quelli originari della riforma del 1995 sono calati di oltre il 12% ed è questo calo, evidentemente, che produce il taglio alle rendite. Non c’è niente da fare: bisogna lavorare più a lungo.Per ottenere la stessa pensione che con i coefficienti originari (riforma Dini) si poteva incassare a 65 anni, ora occorre restare sul posto di lavoro 4 anni in più, fino a 69 anni. Altro esempio. Per intascare lo stesso assegno che sempre con i coefficienti originari del 1996, si poteva ottenere a 60 anni, ora bisogna lavorare ancora 5 anni, fino a 65 anni. Decisamente meno marcata la differenza tra i coefficienti di oggi e quelli in vigore dall’anno prossimo. In ogni caso, a parità di età, l’assegno Inps sarà più leggero di circa il 2%.

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