giovedì 5 febbraio 2015

Grecia-Tsipras-Bce. Portavoce governo: “Non facciamo ricatti e non li accettiamo”

PS:<< Uno stato non può fallire, gli basta tornare a stampare moneta l'economia interna si assesterà di conseguenza. Se uno stato non vuole pagare i debiti all'europa le uniche armi che hanno è l'invasione armata o le sanzioni che comunque se si vogliono chiudere se ne sbattono. L'Europa ci ha rovinati i nostri politici ci hanno venduto per i loro comodi!>>...ma il rifiuto del ricatto non fa che sottolineare che di ricatto a tutti gli effetti, si tratta!
umberto marabese
--------------------------
"Il sistema bancario resta protetto tramite l'accesso alla liquidità per mezzo del Emergency Liquidity Assistance", si legge nella nota del ministero delle Finanze. Ma di fatto Atene, se non si piegherà alle richieste dei creditori, rischia di ritrovarsi fuori dall'euro. Oggi l'incontro tra Varoufakis e l'omologo tedesco Wolfgang Shaeuble.
 Atene risponde a Francoforte. “La Grecia non fa ricatti e non li accetta”, ha detto, parlando alla tv privata Mega, il portavoce del governo di Atene Gabriel Sakellaridis dopo la decisione della Bce di non accettare più i titoli di Stato ellenici detenuti dalle banche del Paese in cambio di liquidità. E anche dal ministero delle Finanze era arrivata una risposta secca: “In nessun caso la decisione della Bce di non accettare più i titoli di Stato ellenici avrà ripercussioni negative sul sistema finanziario del Paese. Il sistema bancario resta protetto”, si legge in una nota del dicastero guidato da Yanis Varoufakis, che mercoledì era uscito dall’incontro con Mario Draghi ostentando un ottimismo che si è rivelato del tutto mal riposto,“tramite l’accesso alla liquidità per mezzo dell’Emergency Liquidity Assistance“.....
.
Ma il rifiuto del ricatto non fa che sottolineare che di ricatto a tutti gli effetti si tratta. Nel senso che la mossa dell’Eurotower non lascia di fatto più alcuno spazio di manovra al governo greco. Tsipras, in tour nelle capitali europee per portare avanti la sua offensiva anti-austerity, ora è con le spalle al muro. L’11 febbraio, data per cui è stato convocato un vertice straordinario dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, Varoufakis dovrà presentarsi a Bruxelles con un atteggiamento diverso rispetto a quello tenuto finora. Tornare sui suoi passi e rinunciare alla proposta di convertire i crediti vantati dalla Bce e dagli altri Paesi europei rispettivamente in bond “perpetui” e obbligazioni con rendimenti collegati alla crescita. In caso contrario, non solo la proroga del piano di salvataggio greco salterà come paventato dal consiglio dei banchieri centrali – in prima linea naturalmente il tedesco Jens Weidmann - ma il Paese sarà concretamente a rischio di uscita dall’euro. Già ieri Atene minimizzava: sempre secondo il ministero delle Finanze l’Eurotower sta facendo pressioni sull’Eurogruppo per raggiungere un accordoche sia positivo per tutti. E il governo sosteneva che non ci sono problemi di rilievo con il settore bancario greco. Anche se il tempo è davvero poco: la stretta di Mario Draghi partirà quasi immediatamente: le nuove regole saranno applicate tra una settimana, dall’11 febbraio. Quella deroga, introdotta nel 2010, permetteva alle banche greche di rifinanziarsi alla Bce nonostante fornissero a garanzia titoli di Stato greci con rating speculativo ad alto rischio. Un’eccezione sempre condizionata alla permanenza della Grecia all’interno del programma di risanamento coordinato dalla troika, attualmente in scadenza il 28 febbraio.
Solo ieri l’agenzia Bloomberg scrive che, se non rinnoverà il suo programma per una nuova linea di credito, la Grecia rischia di non poter far fronte ai suoi pagamenti il 25 marzo: sarebbe l’equivalente di un default. Intanto c’è attesa per l’incontro  fra il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e il suo omologo tedesco Wolfgang Shaeuble.-----------------

Nessun commento:

Posta un commento