95 anni e non sentirli. Un pamphlet di Lenin fa un ritratto attualissimo dell'attacco formulato da 'Rete dei Comunisti' a Giulietto Chiesa.
di Luca Donini.
Mi rivolgo apertamente a "Rete dei Comunisti".
Premetto che mi considero comunista e che intendo continuare a considerarmi tale a prescindere da chi utilizza il nome del "comunismo" per esprimere posizioni che io non condivido e che non potrò mai condividere. Premetto anche che non sono iscritto a nessun partito e che non sono un militante. Ho letto e analizzato autonomamente gli scritti principali di Marx e di Lenin e ho studiato veramente a fondo la storia della Jugoslavia e della Russia, con una particolare attenzione per gli eventi degli ultimi 25 anni. Questo percorso mi ha portato naturalmente a condividere e rispecchiarmi totalmente nelle posizioni che Giulietto Chiesa esprime da anni.
Resto pertanto allibito nel leggere il vostro recente attacco contro lo stesso Giulietto Chiesa, "colpevole", ai vostri occhi, di avere partecipato a incontri pubblici con esponenti politici di destra. Resto allibito di fronte a questa incredibile miopia politica e a questo complesso di inferiorità. Così come resto allibito di fronte ad alcuni madornali errori di valutazione della situazione internazionale, con posizioni che rasentano addirittura il più cieco trotskiysmo.....
Vorrei partire da quest'ultimo punto. Sento parlare di "anti-americanismo" e di "imperialismi" (al plurale!!!). Qualcuno in questo momento vede forse qualche altro imperialismo al di fuori di quello americano? C'è l'imperialismo europeo, certamente. Peccato che, se vogliamo evitare di prenderci in giro e di nascondere la testa sotto la sabbia, questo imperialismo "europeo" sia nè più nè meno che un VASSALLO di quello americano, la vergognosa vicenda ucraina ne è un esempio addirittura lampante. O c'è forse qualcuno che crede ancora alla favoletta dell'imperialismo europeo autonomo e indipendente da quello americano? Il fatto che, nelle ultime settimane, la Germania e la Francia stiano prendendo lentamente le distanze dalle deliranti posizioni americane sull'Ucraina non cambia di una virgola il concetto di fondo. Anzi, è proprio la dimostrazione che, quando i principali paesi europei effettuano delle parziali "ritirate" dalla loro politica imperialista (evidentemente perchè cominciano a capire che un conflitto militare con la Russia è un suicidio - guarda caso ciò avviene proprio dopo la totale disfatta che gli eroici patrioti del Donbass hanno rifilato alle squadracce naziste di Kiev), lo fanno esattamente CONTRO la linea dettata dagli Stati Uniti. Dunque, tolti di mezzo gli Stati Uniti e i suoi vassalli europei, ci sono forse altri imperialismi di peso in giro per il mondo? La Russia per caso? La Russia di Putin sarebbe un paese imperialista? Andate a chiederlo a Gennadiy Zyuganov! La Russia, nella vicenda ucraina, PER MESI HA BRILLATO PER LA SUA ASSENZA, altro che imperialismo russo! Il colpo di stato nazista di Kiev è stato organizzato dagli Stati Uniti e dai suoi vassalli europei esattamente per portare i missili della NATO a ridosso dei confini russi. La Russia, per chi non lo avesse ancora chiaro, è sotto un attacco brutale e feroce DA ANNI. E Putin, piaccia o non piaccia, si è mosso con estrema cautela e con grandissima lungimiranza politica, senza farsi prendere dal panico e dalla fretta. Certo, Putin non è comunista, questo è vero. Ma è figlio del KGB, e le sue mosse politiche accorte e mirate ne sono la dimostrazione. Putin non sarà comunista, ma in questo momento è il principale baluardo contro l'arroganza e la prepotenza imperiale americana, e non considerarlo un possibile alleato e un interlocutore fondamentale in un momento drammatico come questo è semplicemente ridicolo e masochistico. Vorrei sommessamente ricordare che Putin ha più volte sottolineato come la scomparsa dell'Unione Sovietica sia stata la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo. Vorrei ricordare che Putin ha fornito appoggio politico e armamenti di prim'ordine al Venezuela del compianto presidente Hugo Chávez, ha appoggiato e incontrato ripetutamente Fidel Castro a Cuba, ha difeso la Siria di Assad sventando la minaccia dei bombardamenti americani nel settembre del 2013. E quando la Russia non era guidata da Putin, nel 2011, la Libia di Gheddafi è stata massacrata dagli imperialisti occidentali, con le conseguenze che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti. Di fronte a tutto ciò, mi chiedo per quale perverso motivo dei comunisti o presunti tali debbano andare a infilarsi in un ginepraio di elucubrazioni che arrivano addirittura a mettere la Russia di Putin sullo stesso piano degli Stati Uniti! Ci si vuole forse suicidare politicamente una volta per tutte con tanto di canto funebre?
Putin è criticabilissimo su molte questioni, ci mancherebbe altro, il punto qui non è fare l'apologia di Putin. Ma bisogna studiare la storia della Russia post-sovietica per capire veramente chi è Putin e cosa rappresenta, bisogna studiarla a fondo, altrimenti si rischia di commettere errori di valutazione gravissimi. La Russia è stata colonizzata, saccheggiata, devastata, stuprata nel terribile decennio di Boris Eltsin. Ci sono stati milioni di morti. E moltissimi aspetti negativi della Russia attuale sono stati ereditati proprio dalla politica criminale e atlantista dell'ubriacone che ha preceduto Putin. Il quale, dopo una prima fase di inevitabile accondiscendenza verso i diktat americani, è riuscito faticosamente a rimettere in piedi la Russia e a farla ritornare una grande potenza in grado di opporsi nuovamente alle feroci politiche guerrafondaie delle classi dirigenti occidentali. Pertanto, e chiudo su questo punto, la Russia di Putin è un alleato fondamentale e imprescindibile per contrastare l'unico vero disegno di dominio imperiale su scala planetaria che esiste oggi, quello americano. Spetta ai comunisti avere la lungimiranza di non lasciare che questo baluardo finisca nelle mani della destra europea. In America Latina l'hanno capito da tempo, in Cina anche, così come cominciano a capirlo anche in Grecia e in Spagna. Evidentemente il resto della sinistra europea è un po' più dura di comprendonio.
Aggiungo una domanda che mi sorge spontanea a questo punto della riflessione. MA CHI SONO I VERI FASCISTI DEL XXI SECOLO? Ribadisco, del XXI secolo, non del XX. Affermo qui, senza troppi giri di parole, qual è la mia opinione: i fascisti del XXI secolo sono la grande finanza, gli Stati Uniti, la NATO, l'Europa dei tecnocrati e delle "grandi coalizioni" tra centro-sinistra e centro-destra. In una parola, sono tutte quelle forze che dal 2008 in poi promuovono e sostengono le politiche di massacro sociale e che, in politica estera, organizzano e appoggiano colpi di stato NAZISTI nel cuore dell'Europa (Ucraina) e armano tagliagole fanatici contro regimi laici (Libia, Siria, Iraq) in nome dei "diritti umani" e della "democrazia". Quali sono dunque le PRIORITA' ASSOLUTE che vanno affrontate in questo preciso momento storico? A mio modesto parere, gli obiettivi principali da raggiungere in tempi urgenti sono il DISTACCO DEFINITIVO E IRREVERSIBILE dei paesi europei dalla NATO, la costruzione di un'alleanza internazionale politico-militare (ma nel rispetto dei diversi sistemi politici interni) tra Europa, Russia, Cina e i paesi socialisti dell'America Latina, la lotta contro lo strapotere della finanza di Wall Street e della City di Londra che è la vera causa della crisi economica che ha messo in ginocchio mezzo mondo. Tutto il resto, dall'omofobia all'immigrazione, IN QUESTO MOMENTO, per quanto mi riguarda almeno, deve passare in secondo piano rispetto alle questioni fondamentali e prioritarie di economia e di politica estera. Tra parentesi, faccio notare che Tsipras ha fatto il governo in Grecia con un partito di destra anti-austerity, e secondo me, piuttosto che insozzarsi con la pseudo-sinistra tecnocratica e atlantista, ha fatto benissimo! O ci scandalizziamo anche di questo? Era forse meglio il PASOK? Non scherziamo, su...
E qui vengo direttamente alla seconda questione, con le critiche incomprensibili che sono state mosse a Giulietto Chiesa. Io sinceramente RABBRIVIDISCO quando leggo affermazioni di questo tipo:
«Complici anche i social network e la superficialità con cui vengono spesso utilizzati, sono sempre più gli attivisti della sinistra antimperialista e della solidarietà internazionalista che sdoganano siti e organizzazioni più che ambigue, attratti da fraseologie e simbolismi studiati a tavolino dall'estrema destra per accalappiare onesti ma ingenui compagni incapaci di individuare un nucleo teorico e identitario che rimanda immancabilmente alla destra neofascista quando non neonazista sotto una superficie assai sottile di "socialismo nazionale" o "antiamericanismo"...
E certo non aiuta a fare chiarezza in questo nebbioso caos post-ideologico - in cui l'antiamericanismo viene indebitamente scambiato con l'antimperialismo o l'antimondialismo con l'internazionalismo - il comportamento di alcuni personaggi che negli ultimi anni hanno sviluppato una forte influenza, grazie anche ad un'instancabile opera di controinformazione e di denuncia delle nefandezze compiute dagli Stati Uniti, da Israele, dall'apparato della disinformazione bellicista e filo-imperialista. Ma che negli ultimi tempi sembrano aver esplicitamente abbandonato il campo dell'antifascismo in nome di un fronte unico di tutti coloro che si oppongono alle mire di Washington o di Tel Aviv...
Il problema è che Chiesa le iniziative le sta facendo sempre più spesso insieme a personaggi dell'estrema destra, segno che il suo non è un escamotage puramente tattico mirante ad allargare il fronte della lotta contro la Nato o gli Stati Uniti, ma l'evoluzione - anzi l'involuzione - di un ragionamento politico che abbandona diversità ideologiche e di campo per abbracciare un punto di vista trasversalmente 'antiamericano' assai pericoloso...
La scelta di sdoganare e addirittura collaborare con un vasto panorama di personaggi e sigle dell'estrema destra rappresenta a nostro modo di vedere una rimozione intollerabile della necessaria discriminante nei confronti di ideologie e di gruppi politici razzisti e fascisti; un assist formidabile nei confronti delle organizzazioni di estrema destra che tendono a infiltrarsi nell'ambito del movimento di classe e internazionalista; un elemento di indebolimento di una strategia che deve mirare ad un accumulo delle forze a livello popolare non per sostenere le proprie borghesie - quelle europea e russa, accomunate da una assai improbabile "comunità di destino" - contro quelle concorrenti in nome della competizione globale, ma per inceppare un meccanismo di scontro tra potenze e di tendenza alla guerra che pure Chiesa da tempo afferma correttamente di voler contrastare.»
Ma stiamo forse scherzando? Lagnanze infantili come queste sono esattamente l'ANTITESI di tutto ciò che c'è alla base delle teorie marxiste, leniniste, gramsciane! Qualcuno ha mai sentito parlare del concetto di EGEMONIA? Vi pare che criticare Chiesa perché va ad esporre le sue posizioni - che, tra l'altro, non sono mai cambiate e non sono mai state "inquinate" da compromessi con chicchessia, figuriamoci! - anche davanti a pubblici di destra, possa essere sintomo di solidità e di determinazione? Di fermezza e di sicurezza sulla forza delle proprie tesi? Di manifestazione di egemonia culturale? Assolutamente no, è esattamente il contrario, criticare Chiesa per questo significa dimostrarsi SUBALTERNI. Significa accettare l'idea di aver perso per sempre! Così come la tendenza a rifiutare QUALSIASI COMPROMESSO anche con platee che potrebbero essere ricettive rispetto a tematiche fondative e vitali per i comunisti - e la questione ucraina è la madre di tutte queste tematiche, come voi stessi giustamente affermate - fa letteralmente a pugni con gli insegnamenti di Lenin. Ricordo a tutti, se ce ne fosse bisogno, che Lenin andrebbe letto per intero, e non soltanto nei punti in cui fa più comodo. E Lenin, nel luglio del 1920, nel culmine della sua maturità politica e intellettuale, pubblicò un opuscolo fondamentale intitolato "L'estremismo, malattia infantile del comunismo", che consiglio a tutti di rileggere con attenzione. Concludo quindi la mia riflessione con una piccola citazione tratta da questo scritto di Lenin, facendo riferimento all'edizione della collana "biblioteca giovani" di Lotta Comunista (cap. VIII, pp. 77-88), sperando che ci si renda tutti conto che criticare Giulietto Chiesa in questo momento cruciale per la pace mondiale equivale sostanzialmente a darsi una badilata in testa e seppellirsi sotto tre metri di terra:
«E' triste vedere come degli uomini, che si considerano indubbiamente marxisti e che vogliono essere marxisti, abbiano dimenticato le verità fondamentali del marxismo... E' una stoltezza compilare una ricetta o una regola generale ("nessun compromesso!") valida per tutti i casi. Bisogna avere la testa sulle spalle per sapersi orientare in ogni singolo caso. Il compito dell'organizzazione e dei dirigenti del partito degni di questo nome consiste tra l'altro nell'elaborare, attraverso un lavoro lungo, tenace, vario, molteplice di tutti i rappresentanti di una data classe capaci di pensare, le cognizioni necessarie, la necessaria esperienza e, oltre alle cognizioni e all'esperienza, la sensibilità politica necessaria per risolvere con rapidità e giustamente i problemi politici intricati... Rinunciare in anticipo a manovrare, a sfruttare i contrasti (pur temporanei) di interessi tra i nemici, rinunciare alle intese e ai compromessi con eventuali alleati (pur se momentanei, poco fidati, esitanti, condizionati), non è cosa estremamente ridicola?... Si può vincere un nemico più potente soltanto con la massima tensione delle forze e all'immancabile condizione di utilizzare nel modo più diligente, accurato, cauto e abile ogni benchè minima "incrinatura" tra i nemici, ogni contrasto di interessi tra la borghesia dei diversi paesi, tra i vari gruppi e le varie specie di borghesia all'interno di ogni singolo paese, ogni benchè minima possibilità di conquistare un alleato numericamente forte, pur se momentaneo, esitante, instabile, infido, condizionato. Chi non ha capito questo non ha capito un'acca nè del marxismo nè del moderno socialismo scientifico in generale... La nostra teoria non è un dogma, ma una guida per l'azione, dicevano Marx ed Engels... Accettare la battaglia, quando la cosa è palesemente vantaggiosa per il nemico e non per noi, è un delitto, e quei politici della classe operaia che non sanno "manovrare, stringere accordi, stipulare compromessi", pur di evitare una battaglia manifestamente svantaggiosa, non valgono un bel niente.»
Saluti.
Luca Donini.
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